The Stone Roses

The new swingdance for the urban jungle - alza il volume, è la prima cosa, e con Fools Gold qualcosa dell’acid jazz di Ronny Jordan (o del NY Ska Jazz Ensemble, che è quasi lo stesso) è di matrice europea, inglese, di Manchester, Proud Manchester: the first train running down the Bayou (daybreak jacked guitar).
Gli Stone Roses hanno fatto solo due dischi. Il primo è più variegato. Nonostante la data è uno degli interpreti migliori in Europa della cultura del flower power (Detroit Music Culture comunque negli anni ottanta e forse anche molto prima considerando gli MC5 che scrivono una storia parallela a quella dei Cream). E’ del 1989. Si intitola The Stone Roses. E’ una delle glosse migliori ai lavori della Greensleeves per le nuove connotazioni contaminate dance rock. In copertina e nei singoli attinenti ci sono le foto di alcune opere di John Squire. Sono i disegni del miglior chitarrista della seconda generazione del Regno Unito (dei migliori in generale riassumendo tutta la sicurezza della musica dei Cream), se la prima è quella di Eric Clapton e arriva fino a Mark Knopfler (scozzese, ma in questo caso si dovrebbe parlare di Syd Barrett però).
Il secondo disco degli Stone Roses si intitola The Second Coming. Lo ha fatto quasi tutto John Squire (anche la copertina). Niente di particolare. E’ una delle migliori espressioni della chitarra elettrica di sempre con espressioni tipicamente britanniche da Tony Iommi a Jimmy Page e alcuni veli tipicamente californiani tipo Jerry Garcia. Il primo disco è frutto di un’euforia culturale rasta-raving che aveva coinvolto tutta la città di Manchester attorno a un nuovo suono. Il secondo si inserisce in un discorso e in un contesto più ampio di evoluzione di genere bass punched & dance drived di voci velate sofferte e sospirate da Doobie Brothers, Ten Years After, Bee Gees (anche loro di Manchester), i Rolling Stones di fine anni settanta (Black And Blue, Some Girls, Emotional Rescue), 461 Ocean Bulevard di Eric Clapton, e i Creedence Clearwater Revival fino ai Grateful Dead di Shakedown Street (Grateful Dead finalmente in mostra a Cleveland http://rockhall.com/exhibits/gratef...) di cui gli Stone Roses sono l’epilogo ideale (ma Supersonic sarà come l’Epifania che tutte le feste si porta via).
Da parte sua Ian Brown (God alike genius), voce e in qualche modo leader del combo di Manchester, a partire da Fools Gold ha messo in fila sei dischi solisti di pura grazia divina sul (ma anche soul) pop contemporaneo (quello che hanno fatto gli Oasis su altri pianeti) raccogliendo collaborazioni illustri varie che possono condurre fino ai Babyshambles (la band dell’ex tipo di Kate Moss) e che in pochi si sono filati però: Unfinished Monkey Business, 1998; Golden Greats, 1999; Music Of The Spheres, 2001; Remixes Of The Spheres, 2002; Solarized, 2004; The World Is Yours, 2007, brit, hip-hop soul dance music; My Way, 2009 (le wee wee hours della nuova musica inglese, squeaky boom time nel gergo calcistico del Manchester Rock&Roll United, okay anche Rock&Roll City, è uguale, in questo caso è proprio uguale, parlando di musica e di qualche libro è la stessa roba, e poi effettivamente i fratelli Gallagher degli Oasis che di Manchester sono la storia musicale più prestigiosa sono tifosi del Man.City e comunque non stiamo parlando solo di Ian Brown). Gli Stone Roses sono ad ogni modo in Italia solo a Milano il 17 luglio 2012. Apre la serata Mick Jones dei Clash con The Justice Tonight Band, 220mila biglietti venduti in 68 minuti per le tre date di Manchester, Heaton Park: record assoluto in Inghilterra - e Steve Jones con Paul Cook dei Sex Pistols nel penultimo lavoro di Ian Brown.
E con questo siamo arrivati alla fine di una storia. Jambalaya. Jambalaya On The Bayou. Dopo la fusion di Warhol, Zappa e Miles Davis sarà la world music di David Byrne (Glasgow, poi Providence, la città di H.P.Lovecraft e Baltimore, la città di E.A.Poe). Fusione o integrazione culturale dei popoli e delle arti in genere fino al mixed-media, fusioni delle arti varie e neologismi: nel 1872 Lewis Carroll pubblicava Jabberwocky che del mixed-media è uno dei sinonimi più in voga - «Are we etched in stone or just scratched in the sand / Waiting for the waves to come and reclaim the land? / Will the sun shine all sweetness and light / Burn us to a cinder, our third stone satellite? / I’m on a tightrope, baby, nine miles high / Striding through the clouds, on my ribbon in the sky / I’ m on a tightrope, baby, one thing I’ve found / I don’t know how to stop, and it’s a / Long, long, long, long way down» - Tightrope, Stone Roses, 1994. Il primo album si chiude con il brano I Am The Resurrection. Il secondo si intitola The Second Coming. The Second Coming è anche titolo di una poesia di Yates, uno degli allievi di Shelley. E in tutto, sicuramente non un gospel, non un salmo o uno spiritual, ma evitando di girarci troppo attorno soprattutto considerando il contesto socioculturale di pozioni magiche sacre, profane, pagane, dal quale emerge la musica degli Stone Roses e per la terza volta la musica inglese da Manchester o giù di lì considerando Liverpool; o senza per forza considerare John Mayall col discorso che va dalla Northern Soul anni cinquanta/sessanta ai lavori in qualche modo cullati dalle favolose e magiche radiazioni trasparenti di Mayo Thompson per Smiths, Joy Division (pure i Bauhaus, ma solo un po’ di straforo e non solo perchè sono di Northampton, che coi Joy Division condividono l’origine del nome tedesca e gotica in qualche modo, considerando i surrealistic games che rivivono nell’ultima traccia di The Sky Is Gone Out, 1982, Exquisite Corpse, e i suoi ultimi due meravigliosi minuti) negli anni settanta/ottanta e Stone Roses, appunto, Happy Mondays, Inspiral Carpets, Primal Scream (sono di Glasgow, per cui indirettamente come i Bee Gees), Oasis (e qui allora si può considerare qualcosa tipo Nativity In Black dei Black Sabbath di Birmingham come antecedente influente, e comunque col Mapledurham Watermill inciso sul primo dei Black Sabbath alla Battersea Power Station così come appare in Animals si apre e si chiude l’industrial inglese che cederà all’elettronica a senso unico dei Depeche Mode) e molti altri negli anni ottanta/novanta, anche questa è Pasqua.
Con gli Spacemen 3 di Rugby (con Cambridge e Oxford il triangolo d’oro della ricerca musicale inglese) si affronta una frazione intermedia della faccenda, ma si dovrebbe parlare anche del primo dei Cream (Londra, il capolinea e la nascita del grande discorso musicale inglese con l’Hard-Rock), del primo dei Floyd (Cambridge), ma storicamente dopo il primo dei Velvet Underground (NYC, il decimo dei Beach Boys, Hawthorne Los Angeles, chiude un’era e apre la strada del futuro con le prime trasformazioni scenografiche delle registrazioni audio in studio) il primo degli Stone Roses è considerato uno dei lavori più importanti e innovativi della storia della musica. The Stone Roses: il perfetto equilibrio artistico della musica di Manchester, uno dei conglomerati più interessanti e abbordabili della cultura non solo musicale angloamericana, all those redemption songs - Amen Break. (photo: Second Coming, mixed-media collage, John Squire, 1994, courtesy of johnsquiregallery.co.uk, PRS Design. Si veda: thestoneroses.org, stoneroses.eu, john-squire.com, johnsquire.com. ianbrown.co.uk).
