Ti Va di Pagare?

Conturbante accompagnatrice professionista scambia timido barista per riccone da spennare e lo seduce. Il bencapitato sta volentieri al gioco, finchè la verità non viene a galla e lei fugge in cerca di prede più sostanziose. Masochista, lui la insegue, lei crudele lo lascia al verde. Al poveretto non resta che diventare a sua volta gigolò, incrociare l’amata per i lidi della Costa Azzurra, nelle hall dei Grand Hotel, alle lussuose feste esclusive, farsi svelare i trucchi del mestiere e provare a conquistarla per davvero. Portati al guinzaglio da una decrepita bourgeoisie spendacciona, depressa e deprimente, i protagonisti inseguono entrambi un miraggio: quello del romanticismo lui, quello dell’arrampicata sociale lei; provate ad indovinare quale dei due ideali avrà la meglio?
Niente di nuovo sotto il sole di Nizza, dove riecheggiano gli equivoci e le blande tematiche sociali dei Telefoni Bianchi, aggiornati ai più facili costumi dei nostri giorni. Spumeggia lo champagne nei bicchieri di cristallo, un po’ meno il ritmo e le gag del film, anche se più di una risata viene strappata dalla mimica sgualcita del bravo Elemaleh, un po’ Buster Keaton e un po’ (ma solo un po’) De Sica Vittorio, quello dei tempi in cui ad essere mascalzoni erano solo gli uomini. Non a caso la commediola imbrocca i momenti migliori nella parte centrale, quando Jean, goffo e spaesato, trovatosi improvvisamente accompagnatore di una ricca vedova, impara piano piano a muoversi con disinvoltura nel ruolo che gli è piovuto addosso. La Tatou invece fataleggia con poca convinzione, tradita dagli occhioni sempre velati di sognante ameliezza, che poco c’entra con questa smaliziata escort a caccia di lussi nell’alta società.
Aiutato dalla fotografia tutta patine e luccichii e dagli swing di classe della Bazbaz, Pierre Salvadori ci guida passo passo tra le raffinatezze costiere del Sud della Francia, armandosi di sana cattiveria nel dipingere la fauna che la popola, salvo poi cadere nel tranello di una carineria spicciola sempre in agguato. A conferma di un certo affettuoso e a volte scontato calligrafismo verso la commedia classica, anche nelle vacanze francesi le fughe amorose si fanno in scooter, proprio come in quelle romane di Wyler.
Piccola postilla in conclusione: il titolo originale non era forse bellissimo (da tradurre ‘inestimabile’), ma in Italia siamo comunque riusciti a trovarne uno molto più brutto.
(Hors de Prix); Regia: Pierre Salvadori; sceneggiatura: Pierre Salvadori, Benoit Graffin; fotografia: Gilles Henry (A.F.C.); montaggio: Isabelle Devinck; musica: Camille Bazbaz; scenografie: Yves Fournier; costumi: Virginie Montel interpreti: Audrey Tatou (Irène), Gad Elmaleh (Jean), Marie-Christine Adam (Madeleine), Vernon Dobtcheff (Jacques), Jacques Spiesser (Gilles), Annelise Hesme (Agnès); produzione: France 2 Cinema, Tovo Films; distribuzione: Eagle Pictures; origine: Francia, 2007; durata: 104’
