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Titeuf - storia del bambino dal ciuffo biondo

Pubblicato il 25 luglio 2013 da Filippo Baracchi


Titeuf - storia del bambino dal ciuffo biondo

Sono passati più di vent’anni (1992) dalla pubblicazione del primo fumetto di Titeuf, il bambino dal ciuffo biondo ribelle con la testa a uovo (in francese petit oeuf=tit’euf quindi Titeuf), serie creata dallo svizzero Philippe Chappuis, alias Zep, appassionato di musica rock (Zep era il titolo del suo primo fanzine dedicato ai Led Zeppelin).

Jean-Claude Camano, oggi agente di Zep, è il primo ad accorgersi del potenziale di questo personaggio, riuscendo a stampare ottomila copie del primo albo, Si salvi chi può (in originale Sauve qui peut).
Dal quel momento milioni di fumetti vengono venduti in Francia e nei paesi francofoni, diventando prima una serie amata sia dai bambini sia dagli adulti, poi dal 2001 un cartone animato prodotto da Canal J e France Télévisions con la collaborazione di Rai e RTBF, trasmesso in Francia su France 3 e Canal J, e in Italia su Rai 2, Boing e Cartoon Network.

Il successo di Titeuf è dovuto, sia alla capacità di superare stilisticamente modelli fumettistici francofoni precedenti, dal belga Tintin al francese Manu, e interpretarli in un’immagine contemporanea vivace e pop, sia per proporre lo sguardo dei bambini sul mondo degli adulti: per Titeuf gli adulti sono inutili, visto che non fanno che complicare le cose, dal momento che decidono della vita dei più piccoli.
Il personaggio della Mamma di Titeuf infatti è esemplare per comprendere il divario presente tra adulti e bambini:
Sulla questione dei compiti è più severa di Papà… A volte ha delle idee davvero strane, come quella di dare via tutti i miei giocattoli regalandoli alle organizzazioni di beneficenza, o di comprarmi dei sandali che lasciano le dita dei piedi tutte nude, o di mascherarmi da zucca per la festa di Halloween. La cosa in cui Mamma è formidabile è la comunicazione. Può passare ore al telefono con Zia Monique. Quando parlano mi nascondo dietro al divano e mi faccio una cultura sui problemi dei più grandi.
Il rapporto tra la figura della Mamma e Titeuf appartiene sempre al mondo privato, della casa e della famiglia. Differente è invece il milieu rappresentato dalla figura della Maestra, ovvero la scuola e dunque il primo mondo pubblico per i bambini:
La maestra è come tutte le maestre, né buona né cattiva. Ma per lei la vita è proprio dura: è decrepita e non cambierà! Credo che ce l’abbia con me perché non faccio quello che vuole, a scuola. Quando il rettore ha fatto l’ispezione, ho risposto bene a tutte le domande! Ho persino ricevuto un premio, un’enciclopedia in dieci volumi per essere più istruito. La prossima volta starò più attento a rispondere e sbaglierò più spesso se questo significa avere un’enciclopedia in regalo!

L’universo dei più piccoli è popolato di avventure e disavventure quotidiane nel quale il gruppo di amici e compagni di classe di Titeuf (Manu, Hugo, Vomito, Jean-Claude, Dumbo e Nadia) sono identificati per i loro difetti visivi (nasi grossi, occhiali spessi, dentoni e orecchie sporgenti), espressi dal disegno caricaturale e dinamico, che contraddistingue la narrazione episodica delle storie:
Jean-Claude, è il re del piercing sui denti! Quando parla farfuglia (perché pronuncia tutte le «S» come se fossero «F»). Lui si vergogna, ma a noi ci divertiamo!
Oppure
Dumbo, la chiamano così perché ha delle orecchie grandi come quelle di un elefante! C’è chi dice che in questo modo riesce a captare cose spaziali, a sentire attraverso i muri come se avesse un microfono piantato nella testa! È assurda! Alle feste fa sempre da tappezzeria perché nessuno la invita mai se non i casi disperati.

Il ciuffo biondo di Titeuf ricorda il ciuffo dell’insopportabile Manu, opera del fumettista francese Frank Margerin (1990), altro personaggio irriverente, che si relaziona con il mondo degli adulti con tutti i limiti e difetti di voler essere e diventare tale. In fondo Manu di Margerin rimane un eterno ragazzino, con i suoi vizi e un dirompente cinismo e disfattismo che lo rende appunto insopportabile. Da evidenziare che il miglior amico di Titeuf si chiama infatti Manu, un omaggio al fumetto francese, tanto da assomigliare al compagno di disavventure (però più grande) del personaggio di Margerin: Manu è un bambino con gli occhiali e per questo intelligente (ha gli occhiali e per questo che sa tantissime cose), che viene istruito dallo stesso Titeuf sulla vita e soprattutto sulle ragazze. A differenza di Manu di Margerin, Titeuf dimostra di essere innocente e inesperto, anche grazie alla sua giovane età, ma malgrado questo più pungente e attento ai problemi della sua età. Risulta essere un personaggio dunque più universale e meno legato alla tradizione del fumetto, con il pregio però di mettere appunto a confronto e in dialogo gli adulti e bambini con le loro passioni e difetti.


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