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Torino 32 - Jack Strong - Festa mobile

Pubblicato il 27 novembre 2014 da Alessandro Izzi

VOTO:

Torino 32 - Jack Strong - Festa mobile

Jack Strong nasce nel bisogno di raccontare una storia incredibilmente vera: quella del colonnello Ryszard Kuklinski un ufficiale delle truppe del Patto di Varsavia diventato spia americana quasi suo malgrado.
Lo incontriamo a inizio film già pieno di dubbi nei confronti della causa comunista e incapace di accettare un governo che impiega le truppe militari per sparare contro i manifestanti nelle piazze delle varie primavere destinate a ricadere nell’inverno della dittatura comunista. Un uomo che mal sopporta la subordinazione del governo nazionale all’autorità lontana e ferrea di Mosca che schiaccia tutto senza guardare in faccia nessuno.
Quando Kuklinski viene a conoscenza del progetto di far partire un contrattacco con armi atomiche da parte degli Stati Uniti che porterebbe come necessaria conseguenza l’annientamento nucleare della Polonia, la sua scelta di collaborare con la CIA diventa inevitabile.

Kuklinski è e non è un eroe polacco. Fuggito in America con la famiglia dopo essere stato scoperto dal controspionaggio fu condannato a morte in patria e riabilitato solo molto tempo dopo, quando la Polonia entrò nella NATO e una delle condizioni dell’ammissione era appunto la revoca della condanna.
Un personaggio in certo modo scomodo perché si ribellò ad un sistema, ma dall’interno dei palazzi del governo, venendo meno ai giuramenti di fedeltà allo Stato e all’esercito che serviva.
Nel suo essere spia, però, ci si dice nel film, egli non mise mai nelle mani della CIA segreti specificamente polacchi, ma solo complotti internazionali orditi da Mosca.
Eroe contro il comunismo, Kuklinski rimase dunque fedele alla bandiera. Anzi doppiamente fedele dal momento che per salvare la patria mise a repentaglio la sua stessa vita.

Jack Strong è un film con profonda anima di genere. Una spy story che strizza l’occhio al modello americano senza perdere il suo bisogno di reinterpretare le pagine più oscure della sua storia nazionale.
Da questo punto di vista è un prodotto insolitamente solido, capace di tenere alta la tensione per tutte le due ore della sua dettagliata ricostruzione storica e per l’abilità con cui restituisce un clima politico e sociale intimamente contraddittorio.
Un prodotto di buona qualità, quindi, che inciampa forse solo nel finale nel suo tentativo un poco goffo di tenere alta la tensione sul destino dei protagonisti giocando a rimpiattino con le aspettative di un pubblico auspicabilmente giovane cui sembra opportuno spiegare, con apposite didascalie anche cosa fu la Guerra Fredda.
Un film che meriterebbe comunque un mercato ampio perché sembra dirci che il cinema polacco è vivo e non è solo il ricordo di Kieslowski.


CAST & CREDITS

(Jack Strong); Regia, sceneggiatura: Wladyslaw Pasikowski; fotografia: Magdalena Górka; montaggio: Jaroslaw Kaminski; musica: Jan Duszynski; interpreti: Marcin Dorocinski (Ryszard Kuklinski alias Jack Strong), Maja Ostaszewska (Hania), Patrick Wilson (Daniel), Dimitri Bilov (Ivanov), Dagmara Dominczyk (Sue), Oleg Maslennikov (Kulikov); produzione: Scorpio Studio; origine: Polonia, 2014; durata: 120’


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