TORINO FILM FESTIVAL 2006 - AMERICANA - MASTERS OF HORROR - PRO-LIFE

Non è mai semplice capire da che parte arrivino i messaggi, l’origine delle voci che improvvisamente si fanno strada in noi convincendoci a fare qualcosa della cui bontà o comunque giustezza siamo improvvisamente sicuri. Alcuni credono che possa essere la voce di Dio, altri che siano semplicemente circensi giochi mentali. Aggiungete a questi già grossi dilemmi, un tema come l’aborto, a fare da collante alla narrazione, e si avrà una prima traccia di Pro-Life, nuovo episodio, tra i più attesi insieme a quello di Dante e Argento, dei Masters of Horror, diretto da John Carpenter.
Come è suo solito, Carpenter gioca con il genere, mascherando le sue opinioni, le sue, neanche troppo celate, critiche, e confrontandosi sul tema della fede qui messo in relazione soprattutto con la volontaria interruzione di gravidanza.
Che i credenti siano rappresentati in modo piuttosto radicale, in grado cioè di impugnare le armi e fare una strage pur di dare ascolto alla presunta, tale, infatti, non si rivelerà, voce di Dio, è atto dovuto alla narrazione, che altrimenti non riceverebbe linfa per andare avanti, ma, al contrario di quello che si potrebbe pensare, si è ben lontani da una qualche semplicistica ridicolizzazione della fede. Carpenter sbeffeggia, in certi attimi in modo straordinario, solo la manicheistica contrapposizione tra bene e male e, soprattutto, una mancanza di fertile manifestazione del dubbio, probabilmente una delle malattie più gravi della contemporaneità.
Il rovesciamento finale della propria ottica a cui è costretto Dwayne Phillips, padre fanatico e bigotto, è un piccolo gioiello proprio nella forma, incontrandosi sullo schermo, fronte a fronte, il mostro oggettivo, per ruolo e fisicità, ed il mostro ideologico, per cecità mentale, tra l’altro quasi somiglianti quantomeno nella possenza, anche se una puramente demoniaca mentre l’altra tipicamente umana. Ma gioiello lo è anche sotto l’aspetto dell’intreccio, con il mostro che da carnefice diviene vittima, andandosene con in braccio la sua creatura ormai morta, e la vittima che a sua volta veste i panni dell’assassina.
Visivamente, Pro-Life è degno figlio di Carpenter, già nella scelta dei passaggi più crudi ma ancora di più nella loro rappresentazione, epifanica la quantita di sangue, e messa in scena.
Alla fine della proiezione la sala applaude. Probabilmente la fiducia non era mal riposta.
(Pro-Life) Regia: John Carpenter; sceneggiatura: Drew McWenny, Scott Swan; fotografia: Attila Szalay; montaggio: Patrick McMahon; musica: Ed Shearmur; scenografia: David Fischer; costumi: Lyn Kelly; interpreti: Ron Perlman (Lou Dwayne), Grace Bauer (Marie), Caitlin Wachs (Angelique); produzione: IDT Entertainment; distribuzione: Sharada; origine: USA 2006; durata: ‘60;
