X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



TORINO FILM FESTIVAL 2006 - AMERICANA - OLD JOY

Pubblicato il 12 novembre 2006 da Salvatore Salviano Miceli


TORINO FILM FESTIVAL 2006 - AMERICANA - OLD JOY

Difficile astenersi da qualsiasi forma di ripetizione narrativa e resistere ad una retorica sempre in agguato in un genere, sicuramente tra i più complessi sia considerando la struttura sia ripensando ad alcuni grandi esempi passati, come il road movie. Lo è ancora di più quando i protagonisti sono due amici sulla trentina, rappresentanti di due mondi ormai diversi. Per uno vige ancora il tempo dello spirito libero, la ricerca di una vita priva di costrizioni social-borghesi, per l’altro l’adolescenza è passata già da un po’ ed è in attesa di diventare padre per la prima volta.
L’amicizia, dunque, entra in quello stadio precomatoso in cui si cerca, in maniera sin troppo ostinata e spesso vana, di mettere da parte discrepanze, differenze e diversi modi di vivere da cui indietro è impossibile tornare.
È questa la storia raccontata da Kelly Reichardt nel suo Old Joy, presente nella sezione Americana del Festival. La Reichardt, curatrice anche del montaggio, sceglie un registro piuttosto lirico concentrandosi più sul silenzio che sulle parole, silenzio che diviene, dunque, reale mezzo di espressione di tutti quei disagi tipici di un rapporto avviato inesorabilmente alla sua conclusione. Non basta il lirismo però per giustificare appieno una narrazione che soffre quasi inevitabilmente lo scontro con il genere, pur essendone atipico esempio, finendo per ritrovarsi ingabbiata tra topoi e situazioni sterotipizzate.
Il film non si può definire negativo nella sua componente puramente tecnica, è girato in maniera interessante, anche se probabilmente nell’unica possibile in riferimento all’argomento trattato, è recitato degnamente e non manca di qualche spunto particolarmente vivace.
Stuzzicante, infatti, e, questa volta, al riparo dall’ovvietà è il parallelismo tra la situazione politica degli Stati Uniti, è il 2004 e la campagna presidenziale si trova nel suo pieno svolgimento, e i due protagonisti. Mentre la radio della macchina lascia arrivare voci di ascoltatori americani ancora pienamente convinti di una presunta, ma mai accertata, necessità della guerra in Iraq, i due personaggi, nella loro incapacità di riflettere criticamente sullo stato del rapporto che li lega, incarnano pienamente “l’autoindulgenza e l’inconcludenza - sono parole dell’autrice - della sinistra democratica”. È questo l’aspetto migliore di un film ben confezionato ma eccessivamente scontato e lontano dal coinvolgere del tutto.


CAST & CREDITS

(Old Joy) Regia, soggetto e montaggio: Kelly Reichardt; sceneggiatura: Jonathan Raymond, Kelly Reichardt; fotografia: Peter Sillen;musica: Yo La Tengo; interpreti: Will Oldham (Kurt), Daniel London (Mark), Tanya Smith (Tanya); produzione: Film Science, Van Hoyknudsen Production, Washington Square Films; distribuzione: Washington Square Films origine: Usa; durata: ‘76;


Enregistrer au format PDF