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TORINO FILM FESTIVAL 2006 - CONCORSO - BUYI ZHI LE - PLEASURES OF ORDINARY

Pubblicato il 15 novembre 2006 da Andrea Esposito


TORINO FILM FESTIVAL 2006 - CONCORSO - BUYI ZHI LE - PLEASURES OF ORDINARY

Per il suo primo lungometraggio, Xia Peng (classe 1983) decide di filmare né più né meno che la vita quotidiana della gente comune. Le storie degli abitanti di una piccola città dello Shanxi, nella Cina settentrionale, diventano protagonisti di questo particolarissimo film, osteggiato in patria perché mostra la reale miseria in cui molti cinesi si trovano a vivere.
Così Xia Peng cura tutto da sé, dalla sceneggiatura al montaggio, e con un budget di soli mille euro realizza un documento poetico dal respiro sorprendentemente ampio, l’immagine istantanea e irripetibile di una Cina immutabile in cui tutto si trasforma ma niente cambia veramente.

Assistiamo così a un lavoro di ricerca libero, privo di rigori e dogmatismi, sinceramente mosso da un amore per la bellezza più variegata della realtà.
Il film procede per immagini frammentarie e racconti di vita tra loro slegati. C’è una palestra di boxe, dove un uomo racconta di essersi rovinato con le slot machines e giura a sé stesso che non giocherà più. Una donna racconta la sua voglia di andarsene via dalla città, l’esperienza della povertà, la sua storia con un uomo sposato, la morte della madre. Il risveglio in una casa. Un gatto che gioca con la padrona. Un ragazzo che tenta di sedurre una cameriera, per poi andare a cercare una prostituta. Un vecchio soldato che si lamenta dello Stato che lo ha dimenticato e non gli versa più i soldi sufficienti per vivere.
Le storie non hanno soluzione di continuità. Entriamo nei discorsi come entriamo nelle immagini, le visitiamo per poco e poi le abbandoniamo. Schegge narrative senza ossatura né sviluppo. Xia Peng racconta il flusso limaccioso della vita, fatto di storie senza storia.

Viene bandito ogni pleonasmo. La drammaticità delle storie non viene enfatizzata da interventi di regia particolari o sorretti da un’accurata ricerca estetica e formale. Non tanto per una questione di scarsità di mezzi, quanto per il fatto che avrebbero stonato con l’idea che principia e muove il film: la ricerca della vita quotidiana, fotografare l’esistere puro delle cose, l’accadere della realtà. La forma appare secondaria, solo vagamente definita dalla volontà che indirizza lo sguardo, quella fragile indagine del mondo dal cui spettacolo semplice e quotidiano scaturisce il senso e la purezza di ogni immagine. In ogni modo, e anche per questo, emergono da questo flusso scene poetiche e delicate, quadri tenui, vividi, tratteggiati appena eppure dotati di una forza palpitante.
Anche gli errori, principalmente difetti tecnici del film, sono conservati come le piccole stonature di un’improvvisazione, detriti che fanno risaltare la forza della verità, del qui e ora dell’immagine. La visione punta a mantenere il suo carattere di esperienza.
Un documento fatto di momentanei passaggi dello sguardo; attimi che si dissolvono e generano la vita.

(Buyi Zhi Le) Regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio, suono, produttore: Xia Peng; musica: musiche popolari cinesi; interpreti: Xue Shou, Yang Jing, Li Baoming, Ni Fuchai, Xia Tian; origine: Cina, 2006; durata: 120’


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