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TORINO FILM FESTIVAL 2006 - CONCORSO - THE PAVILION SALAMANDRE

Pubblicato il 12 novembre 2006 da Salvatore Salviano Miceli


TORINO FILM FESTIVAL 2006 - CONCORSO - THE PAVILION SALAMANDRE

Tominaga Masanori porta in concorso la sua opera prima, The Pavillion Salamandre, e certo mette in mostra una buona dose di ironia oltre che una per niente banale disponibilità a muoversi su svariati registri, giocando con i generi, ammiccando e attingendo a piene mani alla tradizione comico demenziale hollywoodiana ma senza per questo peccare di mancanza di originalità. Al contrario, il giovane regista si mostra sufficientemente abile, anche se non in maniera costante, nel controllo del film la cui genetica è frutto di un vero e proprio pastiche e che, per questa sua natura poliedrica, corre più volte il rischio di uscire fuori dai binari di una narrazione, se non proprio lineare, quantomeno funzionale al suo svolgimento.
C’è da dire, però, che il film non può dirsi del tutto risolto. Alcune scelte sia sul piano dell’impaginazione visiva che su quello strettamente narrativo, dunque, sconfinano in un caricaturale portato eccessivamente all’estremo.
La storia immagina una salamandra di 150 anni esibita per la prima volta dallo Shogun, nel 1867, all’esposizione universale di Parigi e protagonista di alcuni dei più importanti eventi del secolo trascorso. Intorno all’anfibio si sviluppa un intreccio che prevede varie diramazioni e vari epiloghi. Sfruttando un montaggio assai distante da una qualche forma di rettitudine semantica, il regista sembra procedere per suggestioni arrivando finanche, ed è questa probabilmente la parte più divertente del film, ad appropriarsi della “leggenda”, così è definita, del bandito Salvatore Giuliano e ricostruendo un piccolo villaggio siciliano, tra pascoli, capre, lupare ed improbabili “picciotti” orientali, alle pendici del monte Fuji.
Tra gag realmente demenziali e cambi di tono assolutamente repentini, il film procede verso la sua moltitudine di finali dispensando attimi di vera comicità soprattutto per questo gioco di accostamenti così poco similari tra loro. Come detto, però, ciò non basta a garantire una omogenea godibilità. L’uso della ripetizione pur funzionando, ed anche molto bene, in alcuni frangenti, se troppo pressante perde la sua forza, trasformando intere sequenze in spirali prive della sufficiente creatività.
Nonostante tutto questo, The Pavillion Salamandre rimane comunque interessante e spiazzante al tempo stesso, specie se inquadrato all’interno della cinematografia giapponese.


CAST & CREDITS

(The Pavilion Salamandre) Regia, soggetto e sceneggiatura: Tominaga Masanori; fotografia: Tsukinaga Yuta; montaggio: Yuji Oshige; musica: Kikuchi Naruyoshi; interpreti: Odagiri Joe (Tobishima Hoichi), Kashii Yu (Ninomiya Azuki), Kiki (Ninomiya Mihari); produzione: Tokyo Theatres Co., Stylejam Inc.; origine: Giappone; durata: ‘98;


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