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TORINO FILM FESTIVAL 2006 - DETOURS - THE CURSE

Pubblicato il 13 novembre 2006 da Andrea Esposito


TORINO FILM FESTIVAL 2006 - DETOURS - THE CURSE

Il 12 aprile 2004 la casa di Kobayashi Masafumi, giornalista specializzato in ricerche su fenomeni paranormali, viene distrutta da un incendio in cui muore anche la moglie. Il corpo di Kobayashi non viene trovato, e il giornalista è dato per disperso. Kobayashi aveva appena terminato il suo ultimo sconvolgente documentario, Noroi - The Curse, al cui centro c’è la sparizione di una bambina sensitiva e un antico rito di evocazione demoniaca.

Il film di Koji si basa sulla menzogna: assistiamo al (falso) Noroi di Kobayashi, incorniciato solo da un’introduzione e un finale cornice che raccontano la storia dietro al documentario. L’idea del falso documentario horror richiama inevitabilmente subito alla mente The Blair Witch Project: ma mentre lì (al di là della campagna pubblicitaria che giocava sulla presunta realtà dell’assunto) il film assumeva la forma del filmato amatoriale, qui Koji fa proprio il linguaggio del documentario vero e proprio. Diventa inevitabile perciò che si strutturi basandosi su un’eterogeneità del materiale che lo compone, proveniente da differenti media. Bizzarri talk-show, altri documentari e varie trasmissioni televisive vengono inserite nelle riprese di Kobayashi, che formano comunque la grande maggioranza del testo. L’importante è che sia filmato: la pellicola è la verità del film. Ciò che esiste è solo quello che è visto da una telecamera.
Le fonti eterogenee producono dunque un sovrapporsi continuo di linguaggi e punti di vista, sorretti comunque da un intreccio vorticoso e serrato. Se all’inizio infatti vengono presentate situazioni e personaggi incoerenti tra loro (un assurdo sensitivo vestito di carta stagnola, terrorizzato dai “vermi ectoplasmatici”, una bambina dai poteri paranormali, una strana attrice), man mano che Kobayashi procede nella sua indagine si forma un filo rosso fatto di richiami e coincidenze. Lo spettatore si trova così a seguire la storia nel suo dipanarsi e strutturarsi, insieme allo stesso Kobayashi.

Se il film non gioca mai ad essere credibile, a tratti sa risultare tuttavia vagamente realistico. La forma del falso documentario richiede a chi guarda un certo sforzo per sospendere la sua incredulità. Se visto come un horror, il film potrebbe essere tacciato di qualche ingenuità, specie quanto si arrischia sul filo del farsesco (proprio perché dichiaratamente falso). Ma Koji appare ben consapevole dei meccanismi che la sua opera utilizza, e anzi, invita lo spettatore ad entrare nella costruzione dell’intreccio e a godere per l’appunto della verosimiglianza del testo prima che della storia in sé.

(Noroi) Regia: Shiraishi Koji; soggetto: dal romanzo Noroi; sceneggiatura: Shiraishi Koji, Naoyuki Yokota; fotografia: Shozo Morishita; montaggio: Nobuyuki Takahashi; musica: Masayuki Himuro; scenografia: Norifumi Ataka; interpreti: Masafumi Kobayashi, Marika Matsumoto, Kana Yano; produzione: OZ; origine: Giappone 2005; durata: 115’


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