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TORINO FILM FESTIVAL 2006 - FUORI CONCORSO - JUVENTUDE EN MARCHA

Pubblicato il 13 novembre 2006 da Andrea Esposito


TORINO FILM FESTIVAL 2006 - FUORI CONCORSO - JUVENTUDE EN MARCHA

Juventude en marcha è un lavoro originale, un’opera intensa e riflessiva, al cui centro c’è Ventura, un operaio capoverdiano che vive nel quartiere povero di Fontainhas di Lisbona. All’inizio del film, Ventura viene abbandonato dalla moglie e inizia una lunga peregrinazione alla ricerca di lei. Per ottenere informazioni, compie ricerche presso i suoi figli (veri e presunti) e si imbatte in altre esistenze povere ed emarginate. Uomini e donne dall’identità perduta e deflagrata.

Ventura si muove tra le macerie, sbaragliato lui stesso nel naufragio delle esistenze che attraversa. E’ sfiduciato, disilluso e si trova imbrigliato in un altrove assoluto. Conserva tuttavia un sincero fondo di pietà, che ne anima lo sguardo allucinato e spaurito; che ne guida i gesti buoni e modesti, i quali potrebbero arrivare a diventare azioni se Ventura non fosse già un uomo distrutto. Come lui, anche i figli putativi e reali: una ex tossica, un mendicante, uomini spacciati dalle famiglie disperse, incapaci di riscattarsi dalla miseria che li attanaglia a tutti i livelli.

Tutti loro affrontano un’assenza irremovibile nella loro vita, e se forse non aspirano all’esserci, perlomeno cercano (ma forse non cercano affatto) di essere un’impronta nel reale, una persistenza nel tempo che riesca a staccare sé, il resto, o l’altro, ciò che si è perduto, dal profondo fosso dell’oblio da cui la pellicola trae la propria vita smorzata.

Per raccontare la deriva, Costa compie un pregevole lavoro di regia e sulla fotografia del film, costruendo inquadrature ieratiche e complesse, dove la figura umana è allo stesso tempo cardine e parte integrante dello spazio; uno spazio fatto di muri sgretolati, corrosi dall’umidità, e altre mura scarne e geometriche, perimetri metafisici. Un affascinante lavoro sulla luce, poi, fa sì che le ombre invadano l’inquadratura, cosicché i corpi si intreccino ulteriormente con l’ambiente circostante; queste ombre conferiscono ai volti una drammatica espressività, carica dell’inappellabile miseria che riempie e svuota i personaggi.
Attraverso inquadrature così costruite, lo sguardo resta imbrigliato in un’ipnotica marcia inevitabile. Il film tende a una staticità rarefatta. Con questo linguaggio Juventude em marcha concretizza un discorso difficile, duro e senza alcuna concessione, che affronta nel suo rigore non solo la sofferenza umana, tentando soprattutto di afferrare il malessere ignoto che contagia le esistenze. Concreto e invisibile, allo stesso tempo, materia e atmosfera.

(Juventude em marcha) Regia, soggetto, sceneggiatura: Pedro Costa; fotografia: Pedro Costa, Leonardo Simoes; montaggio: Pedro Marques; interpreti: Ventura (Ventura), Vanda Duarte (Vanda), Beatriz Duarte (Beatriz), Gustavo Sumpta (André), Cila Cardoso (Cila), Isabel Cardoso (Clotilde); produzione: Francisco Villa-Lobos; origine: Portogallo, 2006; durata: 154’


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