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Tutto sua madre

Pubblicato il 24 gennaio 2014 da Francesca Polici
VOTO:


Tutto sua madre

Ancora una volta è dalla Francia che arriva una delle commedie più esilaranti della stagione. Campione di incassi in patria già nelle prime due settimane di programmazione (con circa 7 milioni) e tutt’ora proiettato ancora in moltissime sale francesi, nonostante il lancio ufficiale del film risalga a più di due mesi fa, Tutto sua madre, l’esordio dietro la macchina da presa di Guillaume Galline, nel suo percorso ricco di successi si è anche fatto notare nei circuiti festivalieri, aggiudicandosi il premio dell’ART Cinema Award e del Prix de la SACD al Festival du film francophone d’Angoulème 2013 e del Prix Michel d’ Ornanno al Festival de Deauville 2013.
Tratto dal monologo teatrale di successo Les Garçons et Guillaume, à Table! dello stesso Galline, rappresentato per diversi anni nei più svariati teatri d’Oltralpe, Tutto sua madre non è altro che il racconto della vita di Guillaume, della travagliata ricerca dell’identità che questo compie in una fase profondamente critica della propria esistenza. Cresciuto nel più classico degli ambienti borghesi con una madre tanto snob quanto oppressiva e frustrata, Guillaume si muove lento e titubante in un cammino che lo conduce alla scoperta della propria identità sessuale. Considerato omosessuale da tutta la famiglia, soprattutto da quella madre che tanto avrebbe desiderato avere una bambina e che forse proprio per questo tende sempre a sottolineare la differenza fra Guillaume e i suoi fratelli, il ragazzo cresce sulla base di dogmi prestabiliti che soltanto nell’età adulta sarà finalmente in grado di scardinare. L’ostentata virilità del padre e dei fratelli, conduce il protagonista a costruirsi un’identità fittizia profondamente contrastante con gli unici modelli maschili che conosce. Complice anche il soffocante amore di una madre onnipresente terrorizzata dall’idea di poter essere sostituita con l’amore di un’altra donna, sprofondando così nel baratro della solitudine.
L’opera si snoda su diversi livelli: da una parte abbiamo la storia di una madre ed un figlio rimasti ancorati inconsapevolmente alla prigionia del complesso edipico da cui pare impossibile uscire, dall’altra la ricerca di un’identità che scalpita per affermarsi ma rimane soffocata dalle convenzioni sociali. La centralità della sessualità, mantenuta per l’intero decorso narrativo, avrebbe potuto far cadere l’autore in banalità e stereotipi. Tuttavia Gallienne è abile ad arginare l’ostacolo, schiva anche i tempi morti e con abilità conduce lo spettatore in un’opera ritmata dai toni leggeri e delicati. Pur ricostruendo il carattere intimistico della scena teatrale con una predominanza di ambientazioni in interni, l’autore non rinuncia mai all’ironia, edificando una commedia la cui azione comica è innescata da un susseguirsi di equivoci ed aneddoti surreali. La pellicola è sorretta interamente da Gallienne che mostra immediatamente di possedere un’ottima sintonia con lo strumento cinematografico anche nella stessa interpretazione. Lo troviamo infatti nei panni del protagonista e in quelli della madre.
Tutto suo madre diverte senza soste, e si fa apprezzare per la sua atmosfera che evoca a tratti la fine ironia di Woody Allen e quella più trasgressiva di Pedro Almodovar. Una sorpresa, un’opera convincente che vuole essere soprattutto una dichiarazione d’amore per l’universo femminile.


CAST & CREDITS

(Les Garcons et Guillame, à table!) Regia: Guillaume Gallienne; sceneggiatura: Guillaume Gallienne; fotografia: Glynn Speeckaert, montaggio: Valérie Deseine; interpreti: Guillaume Gallienne, Andrè Marcon, Francoise Fabian, Nanou Garcia; produzione: Canal+, France 3 Cinéma, Cine, Gaumont, LGM Productions, Le Tax Shelter du Gouvernement Fédéral de Belgique, Rectangle Productions, Nexus Factory, France Télévisions, uFilm, uFund, Cinémage 7, Don’t Be Shy Productions, La Banque Postale Image 6; distribuzione: Eagle Pictures; origine: Francia, Belgio; durata: 85’.


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