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Tutto tutto niente niente

Pubblicato il 13 dicembre 2012 da Alessandro Boni
VOTO:


Tutto tutto niente niente

Una risata vi seppellirà … Punta molto sui toni grotteschi Antonio Albanese che, in Tutto tutto niente niente, si lancia in una satira corrosiva della sgangherata Italietta di oggi, con le sue collassanti istituzioni ed i suoi politici corrotti. Pur essendo pieno di follie, di estremizzazioni e di situazioni paradossali, il film si rivela tuttavia incredibilmente “realistico” e quasi profetico, in un momento in cui una certa classe politica sembra ferocemente determinata a raschiare ancora più a fondo il barile del ridicolo; proprio questa amara constatazione, peraltro, in un certo senso attutisce il divertimento che promana da questa pellicola intelligente e piena di ritmo. Come in Qualunquemente, Giulio Manfredonia dirige con mano sicura e leggera, accompagnando con discrezione l’istrionismo ed il talento di Albanese, stavolta triplice mattatore della vicenda.

In effetti sono tre i personaggi interpretati dal bravo attore lombardo: Cetto La Qualunque, Rodolfo Favaretto, Frengo Stoppato. Cetto, la cui “disinvoltura” morale era già stata declinata in tutti gli aspetti nel film precedente, è stavolta alle prese con una travolgente crisi politica nonché sessuale; Rodolfo Favaretto, detto Olfo, è invece un leghista estremo che, mentre rincorre sogni secessionisti e l’annessione del Nord-Est all’Austria, combatte la crisi economica commerciando in migranti clandestini; Frengo, infine, è un uomo piuttosto “stupefacente” che persegue il suo sogno di riformare la Chiesa e guadagnarsi la beatitudine. Questi tre personaggi saranno accomunati da un unico destino: una (in)evitabile “discesa in campo” nell’arena della politica, ovviamente quella con la “p” minuscola …

Concedendosi anche varie pennellate surreali, Tutto tutto niente niente è costruito su un umorismo sopra le righe, che può essere apprezzato a vari livelli: dal più epidermico che scaturisce dalla gestualità di Albanese e dalle sue gag, ad uno più raffinato e meno accessibile che viene prodotto dalla raffigurazione in chiave grottesca e caricaturale di situazioni vere. Senza mai giungere a picchi di comicità esilarante, il film riesce comunque a far ridere e sorridere con continuità lo spettatore, generando un’appagante forma di divertimento che stuzzica le menti e fa sorgere domande. Oltre che sul camaleontico talento comico di Albanese – che fa ovviamente la parte del leone – la pellicola può peraltro contare anche su un cast molto ben selezionato che si immerge perfettamente nei toni grotteschi della commedia; Fabrizio Bentivoglio, in particolare, nei panni di un sottosegretario maneggione che tutto può, sfodera una performance di livello, interpretando il suo personaggio come se recitasse Brecht e generando così uno spassoso contrasto.

Per dare la giusta collocazione alle creazioni della fantasia di Albanese, tutto il cast tecnico ha fatto un ottimo lavoro di squadra, adoperandosi per conferire a Tutto tutto niente niente un’atmosfera un po’ surreale e “folle”: dalla scenografia di Marco Belluzzi, enfatica e caricaturale, ai costumi di Roberto Chiocchi, eccessivi e fantasmagorici ma appropriati per liberare la forza eversiva delle maschere di Albanese, fino alla fotografia di Roberto Forza, che impreziosisce la narrazione conferendo alle inquadrature un tocco un po’ astratto e favolistico.
Un film di buona fattura, quindi, in cui Albanese fa un uso massiccio dell’arma del “ridicolo”, nella convinzione che l’esasperazione del lato grottesco di certe situazioni sia il modo più efficace per stimolare il rigetto degli spettatori e minare la credibilità di personaggi che hanno, purtroppo, tanti omologhi nella realtà politica nostrana. Il problema, ora, è che stanno riaffiorando all’orizzonte gli inquietanti spettri di chi si è sempre nutrito di ridicolo, facendone la propria bandiera: il timore, con certa gente, è che una risata non sarà sufficiente a seppellirla.


CAST & CREDITS

(Tutto tutto niente niente) Regia: Giulio Manfredonia; sceneggiatura: Antonio Albanese, Piero Guerrero; fotografia: Roberto Forza; montaggio: Cecilia Zanuso, Roberto Martucci; musica: Paolo Buonvino; scenografia: Marco Belluzzi; interpreti: Antonio Albanese, Fabrizio Bentivoglio, Lunetta Savino, Paolo Villaggio; produzione: Fandango e Leo, Rai Cinema; distribuzione: 01 Distribution; origine: Italia; durata: 90’.


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