Una Cannes 2006 tutta francese?
C’è un dato che salta immediatamente agli occhi, a scorrere la lista dei film presenti alla imminente edizione della grande kermesse cinematografica sulla Croisette che mercoledì si aprirà con l’anteprima mondiale de Il codice da Vinci di Ron Howard (da subito poi sugli schermi del nostro pianeta): una fortissima presenza del cinema francese. E’ una constatazione che inizia dalla sezione a Concorso affollata da cinque titoli transalpini (tra cui segnaliamo quelli di due interessanti autori: Flandres di Bruno Dumont e La rason du plus faible di Lucas Belvaux oltre a Indigènes del cineasta algerino Rachid Bouchareb); prosegue poi per un “Un Certain Regard” (anche qui cinque lavori, tra cui il film collettivo d’apertura: Paris, je t’aime) e si conclude nella “Quinzaine des Rèalisateurs” che schiera, invece, ben sei titoli (tra cui Ca brûle di Claire Simon e Les Anges exterminateurs di Jean-Claude Brisseau). La scommessa (e la sorpresa) di questo 59° Festival di Cannes è dunque di aver puntato tutto sulla produzione nazionale, in contrasto con le ultime edizioni che invece erano piuttosto contraddistinte da una messe di grande (e più sicure) presenze autoriali internazionali. Vedremo se sarà vincente questa mossa escogitata dal Direttore Thierry Fremaux che comunque non ha trascurato altri assi nella sua manica. Innanzitutto Volver di Pedro Almodóvar, già considerato la Palma d’oro virtuale del Festival e anch’esso di immediata uscita nelle sale italiane, pur se non mancano diversi altri concorrenti “virtuosi” come Sofia Coppola (Marie Antoinette, un chiaro omaggio alla Francia!), Aki Kaurismäki (Laitakaupungin valot/Luci al crepuscolo), Alejandro González Iñárritu (Babel), Ken Loach (The Wind That Shakes The Barley sulla rivoluzione irlandese del 1919) o l’”indi” Usa Richard Linklater presente con ben due film: Fast Food Nation, un polemico pamphlet contro le multinazionali dell’alimentazione e (in “Un Certain Regard”) un lavoro d’animazione, A Scanner Darkly, tratto dal maestro di sf Philip K. Dick. A questa prima lista di aspiranti al Palmares finale, ci sono poi da aggiungere alcuni outsider di culto: dall’argentino Israel Adrian Caetano (Crónica de una fuga, sui tristi giorni della terribile dittatura militare) al turco Nuri Bilge Ceylan (Iklimler) e al portoghese Pedro Costa (Juventude em marcha); dal messicano Guillermo Del Toro (El laberinto del Fauno) allo shangaiese Lou Ye (Summer Palace, già film scandalo annunziato per il suo alto erotismo, almeno a stare ai censori cinesi) e all’americano Richard Kelly (Southland Tales), alla sua seconda prova dopo il cult Donnie Darko. Un Concorso quindi curioso e variegato ma, ad eccezione del britannico Red Road, film Dogma di Andrea Arnold, senza Opere prime, un Concorso che sarà vagliato da una giuria capitanata da Wong Kar Wai coadiuvato, tra gli altri, dal regista palestinese Elia Suleiman, quello francese Patrice Leconte e l’argentina Lucrecia Martel.
Il piatto forte del Concorso che si chiuderà con Transylvania del gitano Tony Gatlif, viene, comunque, servito accompagnato da numerose altre pietanze di guarnizione: alcune “Proiezioni Speciali” tra cui riluce United 93 di Paul Greengrass sull’11 settembre che sembra aver coniugato negli States critica e box office; una serie di “Midnight Movie” (per esempio Election 2 di Johnnie To) oppure di “Fuori Concorso” come l’africano Bamako di Abderrahmane Sissako o il documentario sulla Shoa italiana Vogliamo solo vivere di Mimmo Calopresti.
“Un Certain Regard”, invece, esibisce un programma altrettanto folto tra cui, per ragioni di spazio, possiamo solo qui ricordare: La californie di Jacques Fieschi, Bihisht faqat baroi murdagon/To Get To Heaven First You Have To Die del tagjico Djamshed Usmonov o il film di chiusura (Gwai Wik/Re-Cycle) dei Fratelli honkgongesi Oxide e Danny Pang.
Tra le sezioni “indipendenti”, mentre la piccola “Semaine de la Critique” schiera, come di consueto, una combattiva selezione di primizie d’avanguardia, forse la maggiore novità di questa Cannes 2006 sta nel ritorno in forze della prestigiosa “Quinzaine des Rèalisateurs”. Il cartellone infatti sembra di tutto rispetto, in grado di competere - almeno nelle previsioni - con il Concorso. Trai i circa venticinque lungometraggi presentati, da segnalare, per lo meno, il teatrale Bug del grande William Friedkin, Transe della portoghese Teresa Villaverde, The Host di un cineasta coreano di massimo rispetto, Bong Joon-ho, oppure Day Night Day Night della videoartista russo-americana Julia Loktev alla sua prima esperienza nel lungometraggio tradizionale. E ci dobbiamo fermare ma il programma sulla carta promette proprio bene.
In attesa quindi di una Cannes più che succulenta che seguiremo da queste pagine web, due parole infine sulla cinematografia di casa nostra che rispetto al deserto dell’anno scorso compie un buon salto in avanti. Oltre a varie iniziative per festeggiare il centenario della nascita di Roberto Rossellini (Venezia farà di meglio e di più?), l’Italia schiera in competizione, oltre al Caimano morettiano, l’ancora inedito L’amico di famiglia di Paolo Sorrentino mentre in “Un Certain Regard” ritroviamo Il regista di matrimoni di Marco Bellocchio e nella “Quinzaine” l’opera prima di Kim Rossi Stuart Anche libero va bene. E’ il massimo o quasi che in questo momento ci possiamo permettere e ci auguriamo che, malgrado tutto, il cinema italiano possa farsi valere. Sarebbe proprio ora.
Concorso:
Pedro Almodóvar: Volver
Andrea Arnold: Red road
Lucas Belvaux: La raison du plus faible
Rachid Bouchareb: Indigènes
Israel Adrian Caetano: Crónica de una fuga
Nuri Bilge: Ceylan iklimler
Sofia Coppola: Marie Antoinette
Pedro Costa: Juventude em marcha
Guillermo del Toro: El laberinto del fauno (pan’s labyrinth)
Bruno Dumont: Flandres
Nicole Garcia: Selon Charlie
Xavier Giannoli: Quand j’étais chanteur
Alejandro González Iñárritu: Babel
Aki Kaurismäki: Laitakaupungin valot
Richard Kelly: Southland tales
Richard Linklater: Fast food nation
Ken Loach: The wind that shakes the barley
Lou Ye: Summer palace
Nanni Moretti: Il caimano
Paolo Sorrentino: L’amico di famiglia
Un Certain Regard
Gurinder Chadha, Bruno Podalydes, Gus Van Sant, Ethan e Joel Coen, Walter Salles, Daniela Thomas, Christopher Doyle, Isabel Coixet, Suwa Nobuhiro, Sylvain Chomet, Alfonso Cuaron, Olivier Assayas, Oliver Schmitz, Richard Lagravenese, Vincenzo Natali, Wes Craven, Tom Tykwer, Frédéric Auburtin, Gérard Depardieu, Alexander Payne: Paris, je t’aime (apertura)
Rabah Ameur-Zaïmeche: Bled number one
Marco Bellocchio: Il Regista di Matrimoni
Rolf de Heer: Ten canoes
Denis Dercourt: La tourneuse de pages
Paz Encina: Hamaca paraguaya (opera prima)
Stefan Faldbakken: Uro (opera prima)
Jacques Fieschi: La californie (opera prima)
Paul Goldman: Suburban mayhem
Patrick Grandperret: Meurtrières
Slawomir Fabicki: Z odzysku (opera prima)
Manuel Huerga: Salvador
Nikolay Khomeriki: 977 (opera prima)
Richard Linklater: A scanner darkly
Catalin Mitulescu: Cum mi-am petrecut sfarsitul lumii (The way i spent the end of the world) (opera prima)
Garin Nugroho: Serambi
György Pálfi: Taxidermie
Murali K. Thalluri: Two thirty 7
Djamshed Usmonov: Bihisht faqat baroi murdagon (To get to heaven first you have to die)
Francisco Vargas: El violin (The violin) (opera prima)
Kristijonas Vildziunas: You am i
Wang Chao: Luxury car
Yoon Jong-Bin: The unforgiven (opera prima)
Oxide Pang, Danny Pang: Gwai wik (Re-cycle) (chiusura)
Film fuori concorso
Ron Howard: Il codice da Vinci (Film d’Apertura)
Paul Greengrass: United 93
Brett Ratner: X-men: the last stand
Tim Johnson, Karey Kirkpatrick: Over the hedge
Tony Gatlif: Transylvania (Film di chiusura)
Mezzanotte
John Cameron Mitchell: Shortbus
Su Chao: Pin guisi (silk)
Johnnie to Election 2
Proiezioni speciali
Mimmo Calopresti: Volevo solo vivere
Bill Couturie Boffo: Tinseltown’s bombs and blockbusters
Benoît Delépine, Gustave Kervern: Avida
Davis Guggenheim: An inconvenient truth
Adam Guzinski: Chlopiec na galopujacym koniu (The boy on a galloping horse) (opera prima)
Jean-Henri Meunier: Ici najac, à vous la terre
Phillipe Parreno, Douglas Gordon Zidane: Un portrait du 21e siècle(opera prima)
Sydney Pollack: Sketches of frank gehry
Tahani Rached: El-banate dol (These girls)
Abderrahmane Sissako: Bamako
Semaine de la critique
Emmanuel Bourdieu: Les Amitiés Maléfiques
Matthias Luthardt: Pingpong
Jens Lien: Den Brysomme Mannen (The Bothersome Man)
Kirill Mikhanovsky : Ana, Sonhos De Peixe
Martine Doyen: Komma
Gerardo Naranjo: Drama/mex
Agnes Kocsis: Fresh Air
Cortometraggi
Printed Rainbow - Gitangali Rao - India/Animazione
Iron (Les pressor) - Hiroyuki Nakano - Giappone
News - Ursula Ferrara - Italia
Alguma Coisa Assim (Something Like That) - Esmir Filho - Brasile
L’écluse - Olivier Ciechelski - Francia
Kvinna Vid Grammofon (Woman & Grammophone) - Johannes Stjarne Nilsson & Ola Simonsson - Svezia
Kristal - Christoph Girardet & Matthias Müller - Germania
Fuori concorso/Eventi speciali
Free Jimmy di Christopher Nielsen (Animation)
Destricted di Marina Abramovic, Matthew Barney, Marco Brambilla, Larry Clark, Sam Taylord Wood, Gaspar Noé, Richard Price
I Psihi Sto Stoma (L’âme Accablée) di Yannis Economidis
Kigali, Des Images Contre Un Massacre di Jean-Christophe Klotz
Quinzaine des realisateurs
PORUMBOIU Corneliu: A Fost sau n-a fost ?
ROSSI STUART Kim: Anche libero va bene
BRISSEAU Jean-Claude: Les Anges exterminateurs
OCELOT Michel: Azur e Asmar
FRIEDKIN William: Bug
SIMON Claire: Ça brûle
MOURET Emmanuel: Changement d’adresse
FALARDEAU Philippe: Congorama
BANGALTER Thomas
DE HOMEM-CHRISTO Guy-Manuel: Daft Punk’s Electroma
HONORE Christophe: Dans Paris
LOKTEV Julia: Day Night Day Night
HAJDU Szabolcs: Fehér tenyér
GOLDBERGER Julian: The Hawk is Dying
SERRA Albert: Honor de Cavalleria
BONG Joon-ho: The host
LAWRENCE Ray: Jindabyne
M. BLASH: Lying
HPG: On ne devrait pas exister
MORGENTHALER Anders: Princess
KROHMER Stefan: Sommer 04 An Der Schlei
VILLAVERDE Teresa: Transe
NISHIKAWA Miwa: Yureru