Una Storia Americana

Costruito su vecchi filmini e interviste, questo documentario descrive la storia di una famiglia americana apparentemente normale: una famiglia benestante e cattolica che vive in una graziosa cittadina fatta di villette a schiera. C’è un piccolo problema, però: il padre Arnold, integerrimo insegnante di matematica al mattino e in corsi pomeridiani di informatica al pomeriggio, è un pedofilo. A tredici anni violentò il fratellino, poi, il suo figlio più piccolo. Questi, divenuto diciottenne (e completamente pazzo) lo aiuterà nello stupro di almeno trenta bambini fra i cinque e gli otto anni, accompagnati da genitori ignari a prendere lezioni di informatica. Il documento è sconvolgente, anche perché i figli di Arnold da sempre hanno avuto l’ossessione di documentare tutto quello che avveniva in famiglia: non solo ricorrenze ma anche giornate banalmente e normalmente trascorse. Il regista Andrei Jarecki si è trovato così facilitato da un enorme quantitativo di materiale autentico e destabilizzante. Una storia americana fa riflettere. Fa riflettere l’ossessione della famiglia malata nel volersi riprendere, quasi volesse inconsciamente autoanalizzarsi o presentisse di essere una famiglia con un futuro sui generis, e fa riflettere il grande successo di pubblico che il documentario ha ottenuto in America. Possiamo leggere in questo voyeurismo malato, indirizzato su un malato di mente, un fenomeno psicanalitico di rimozione e spostamento dell’oggetto. Il documento scatena in effetti negli spettatori “tempeste” a livello emotivo perché descrive molto bene come certe devianze mentali che fanno orrore possono convivere benissimo con sentimenti delicati e puri come l’amore paterno. Arnold, infatti, è anche un padre veramente affettuoso ed arriva a suicidarsi, a donare la vita (come poi afferma nel testamento) per far intascare la polizza al figlio trascinato in galera come suo complice. Di scandaloso in effetti non c’è niente: a parte la codardia di alcuni critici che per non farsi tacciare di “moralisti” hanno voluto considerare questo documentario come un bel film. Una storia americana è un documentario freddo e oggettivo, senza alcun punto prospettico, con pretese artistiche fallite, nonostante gli sforzi del regista, attraverso la colonna sonora e le scelte di montaggio ad hoc, di adeguarsi a seconda delle circostanze allo stile di un thriller o di una commedia grottesca.
[aprile 2004]
(Capturing the Friedmans) regia: Andrei Jarecki fotografia: Adolfo Doring montaggio: Richard Hankin musica: Andrea Morricone interpreti: la famiglia Friedman: Arnold (il padre) Elaine (la madre) David, Seth, Jesse (i figli) e la società produzione: Marc Smerling origine: USA 2003 durata: 120’ distribuzione: Bim
