Underworld: La Ribellione dei Lycans
"It is the end."
"No, it’s just the beginning."
Annunciato ai suoi primordi come trilogia, Underworld celebra oggi la sua fine, o meglio, il suo inizio, la sua genesi: ciò da cui tutto è nato. Il classico prequel che tante cose spiega e che oggi, forse, metterà fine alla serie.
La Ribellione dei Lycans segue principalmente due personaggi, due protagonisti: Viktor, il capo dei vampiri, e Lucius, Lycan suo protetto (amante di Sonja, figlia di Viktor, indi vampira, indi impossibilitata ad amare il diverso/nemico Lycan), che, ribellatosi al patrigno-padrone e alle vessazioni della classe dominante, porterà i suoi consanguinei licantropici, schiavi dei primi, alla guerra con essi ed in seguito ad una libertà che rimarrà solo presunta, dato che la guerra, non avrà mai fine.
La regia, qui lasciata all’esordiente Kevin Tatopoulus (il cui nome ricorda tanto il Matthew Broderick di Godzilla), ricalca quella che avevamo avuto modo di vedere nei due precedenti episodi della serie: fotografia molto scura, movimenti veloci, scene di lotta a metà tra Matrix e Il signore degli anelli, e via dicendo. Niente di trascendentale dunque, un compitino ben svolto che sfrutta a pieno l’oscurità per nascondere qualche pecca.
Non ci addentriamo ulteriormente nella disamina del film in quanto, a nostro avviso, il poco di cui s’ha da dire s’è detto. Underworld: La ribellione dei Lycans nulla aggiunge e nulla toglie ad una serie che, impostata su certi canoni, non ne è mai uscita fuori: sembra quasi che i tre film in questione siano stati fatti con lo stampo tanto risultano uguali l’uno all’altro, per buona pace dei seguaci di vampiri-egemoni e licantropi-schiavi che, comunque, rimarrano probabilmente soddisfatti, così come lo furono delle prime due puntate.
(Underworld: Rise of the Lycans); Regia: Kevin Tatopoulus; sceneggiatura: Danny McBride; fotografia: Rosse Emery; montaggio: Peter Amundson, Eric Potter; musica: Paul Haslinger; interpreti: Michael Sheen (Lucian), bill Nighy (Viktor), Rhona Mitra (Sonja); produzione: Lakeshore International, Screen Gems; distribuzione: Sony Pictures; origine: USA, 2009; durata: 92’