Uovo critico II - Alessandra Cristiani e Mariateresa Surianello

Roma, Kataklisma Teatro - <<Non è sempre consigliabile un incontro tra critici e artisti>>. Così afferma Donatella Bertozzi ai microfoni di Podoff , con accanto proprio i suoi temporanei compagni di ventura, il gruppo di danza contemporanea MAddAi –in un podcast che potete trovare qui.
Eppure, sera dopo sera, evento dopo evento, una strana, e feconda e unica, confluenza di idee e soggetti sta animando il raccolto spazio del Kataklisma Teatro: dopo la diade MAddAI /Bertozzi, è toccato a Mariateresa Surianello e Alessandra Cristiani smentire perentoriamente, attraverso un lungo ed interessantissimo incontro-dialogo, l’affermazione di apertura della Bertozzi –senza dimenticare l’apporto fondamentale donato gioiosamente e razionalmente dal pubblico.
I contendenti, nella sera nel 7 marzo, come ricordato poco sopra, erano Mariateresa Surianello -fondatrice della storica rivista on-line Tuttoteatro.com , ideatrice dell’importante Premio Tuttotetro.com alle arti sceniche “Dante Cappelletti” , redattrice del settimanale La Differenza - e Alessandra Cristiani –membro della compagnia Habillé d’eau (che ha rifondato assieme a Silvia Rampelli), autrice di spettacoli quali Geynest under gore , Fiori e nudo.nuda (spettacolo realizzato all’interno di ZTL-pro ), ideatrice della rassegna di danza contemporanea Trasform’azioni. Una diade tutta al femminile quindi, capace di sprigionare idee fisiche e mentali di notevole intensità. E non poteva essere altrimenti, visto anche lo studio presentatoci dalla performer/danzatrice romana, intitolato Irelallabye . Una frase ci guida nell’atto performativo della Cristiani, ed è quel “...dall’infanzia dei pensieri” posto a suggello del foglio appeso dalla stessa Cristiani come elemento scenico che dà il via all’opera. Come sempre algido, potente, evocativo, il suo lavoro; e, ancorché ancora nella forma di studio, presenta già molti “nodi di forza” e momenti che troveranno senz’altro una compiuta estensione-attuazione nella versione definitiva.
Una perfetta connettività tra gli elementi scenici e il corpo della danzatrice/performer si inscrive nello spazio deputato alla performance, con oggetti/realtà fortemente evocativi -come l’acqua o una pianta- a puntellare semanticamente ed esteticamente il tutto. Non gli algidi seni della Cristiani o la difficoltà di un lavoro come questo attirano/respingono lo spettatore, piuttosto rapito dalla dilatazione temporale e spaziale creata dall’artista, dal suo incredibile corpo costantemente in non-equilibrio, dall’improvvisa apparizione visiva e sonora di una musichetta che tanto ricorda la Berlino espressionista e pazza e visionaria degli anni ’30...
E anche questa volta Uovo Critico ha fatto venir fuori quella cifra, quel segno particolare che ci si aspetta da un singolare evento come è questo: dalle puntuali, precise, domande/curiosità della Surianello, e dalla vicinanza prossemica e problematica del pubblico, il complesso lavoro della Cristiani si è aperto ad interessanti squarci di singolarità, di immagini personali, di suoni e visioni e odori a noi sconosciuti perché privati, artistici poiché dell’artista. Ecco quindi la genesi del titolo e dell’emozione primaria che lo muove –le parole che compongono il titolo sono state sognate dalla Cristiani-, la giustificata presenza in scena di alcuni oggetti –lo sgabellino gli è stato regalato dal danzatore Stefano Taiuti, co-fondatore insieme alla Cristiani della compagnia Lios ; riguardo la pianta invece, dice la stessa artista che <<Mi è stata regalata da una ragazza. Poi i fiori sono caduti e ho tenuto comunque la pianta>>-, la dedica dello spettacolo –alla nonna-...
Lo scavare della Surianello e del pubblico ha portato poi ad un’interessante analisi tra il tempo scenico/performativo e quello interiore, con il relativo rapporto visto come motore primo della performance stessa. Ed, ancora una volta, importanti le precisazioni venute fuori dalle confessions della Cristiani: l’<<orologio interno del corpo>> determina la <<performatività del momento>>, andando incontro a quel tempo scenico messo in campo dalla Surianello, anche se, a detta della stessa artista <<se non si incontrano va bene lo stesso>>.
Sistemando storicamente, concettualmente, esteticamente il butō, la Surianello evidenzia poi come la Cristiani parta dalla danza contemporanea appresa accanto al grande Masaki Iwana –uno dei maestri indiscussi- per curvare in un lavoro altamente personale e denso di spunti, zone d’ombra, potenzialità. Del resto, la “danza della morte” si allinea perfettamente con quanto confessatoci dalla stessa Cristiani, cioè che lo spettacolo nasce dall’<<allenandomi sempre da sola>> che porta a <<masticare, coltivare il corpo giorno dopo giorno>>, fino a visualizzare quei <<paesaggi interiori>> che, anche noi, in preda all’estasi artistica, arriviamo finalmente a cogliere...
I prossimi appuntamenti di Uovo critico vedranno, letteralmente, in scena, Teatro Sotterraneo e Marcantonio Lucidi (18 marzo); Regimento Carri-Roberto Corradino e Gianfranco Capitta (28 marzo); Psicopompo Teatro e Attilio Scarpellini (4 aprile, unico evento che si terrà al di fuori delle mura del Kataklisma Teatro, in questo caso al Teatrino Comunale di Tivoli); Kataklisma e Nico Garrone (11 aprile); gramigna_ct e Lorenzo Donati (15 aprile); Muta Imago e Antonio Audino (16 aprile). Ricordiamo inoltre che sono disponibili sul sito di Uovo Critico , mano a mano che si susseguiranno gli incontri, le riflessioni sull’evento da parte del critico e dell’artista coinvolti.
Web Info: Uovo Critico, Kataklisma Teatro, Tuttoteatro.com, La Differenza, ZTL-pro,
