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Vanilla Fudge - playlist from favs wordboxes (ricostruendo un ricordo per Jon Lord)

Pubblicato il 27 agosto 2012 da Emiliano Paladini


Vanilla Fudge - playlist from favs wordboxes (ricostruendo un ricordo per Jon Lord)

The following is a series of high-frequency tones - non in ordine, non per forza di cose in quest’ordine, ma alla base di ogni nuovo genere c’è un’invenzione tecnologica. Tecnologia encefalica, elettronica del cervello, del bisogno del piacere. Ma il cervello non è la nostra musica, ed è un ballo esotico uno dei primi generi di fusione musicale registrata, il calypso, nel 1912, ancor prima del Jazz.
L’esplosione del subconscio nasconde il flash. E qui si sente che si sfiorano si toccano gli occhi a 360 gradi come gli insetti, che vede con l’istinto mentre il cervello entra in conflitto lotta su di sè e morde gli occhi dall’esterno.
E al di là del fatto che è come la luce artificiale di uno stanzino buio senza finestre o con le finestre spalancate sul cielo senza sole, mentre vedi i bulbi alla base del cervello respirare di vita propria e schiacciare la corteccia cerebrale come organismi placentati che annusano e respirano con gli occhi, organismi tornati in vita a ritroso nel tempo, mentre si il cervello si trasforma in una popolazione di neuroni affamati perchè denutriti e malnutriti; è in agglomerati di cellule irrelati e autonomi che si scompone il cervello in conflitto solipsistico, in entità od organismi viventi primordiali. E i dati riportati alla coscienza non sono più coordinati ma slegati, indipendenti, diversi e distinti, come le entità autonome in cui è tornato ad essere il cervello con la paura e il terrore di aprire gli occhi.
Fumettoni musicali sperimentali - e si arriva al 1967. Scegliendo cinque movimenti il giro dei 365 giorni si compie tra Jefferson Airplane, Velvet Underground, Pink Floyd (45 anni dal primo disco), Vanilla Fudge e Moody Blues.
Del 1967 è anche Vanilla Fudge - botta e risposta in stile Robert Crumb con Frank Zappa: Suzie Creamcheese, what’z got in to ya? / Vanilla Fudge.
Frank Zappa della prog-music è uno dei progettisti probabilmente meno apprezzati e decisamente meno considerati nell’insieme del genere musicale di riferimento diffusosi con successo affatto maggiore in tutta Europa.
A loro modo i Doors, i Deep Purple Mark I e brani tipo April - an orchestral english western & favourite noise - o la loro versione di Hey Joe, coi King Crimson e gli Yes sono i primi a inserirsi nel sound tipo Vanilla Fudge (in tour questo 2012).
I Deep Purple cambieranno genere, e Jon Lord diventa uno dei più grandi compositori di musica per films, di films che nessuno ha mai visto, films immaginari: la musica è un film immaginario.
Cominciando a chiudere il discorso c’è quindi un altro batterista americano che darà forma alla musica inglese (dopo che Bowie e Cale contribuirono a quella americana), con Rod Stewart e coi Black Sabbath il fratello. Il gruppo è di NY. Loro sono i Vanilla Fudge. Suonano musica inglese come i Beatles suonavano musica americana.
Come i Beatles creano un genere, l’hard rock, sui passi dei Cream e degli MC5, perfezionando i loro tentativi e introducendo il caratteristico andamento di tastiera tipico del genere progressive.
La mescolanza di generi fondamentali anche geografica continua fino a So Lonely. Dopo l’assolo immaginario di Andy Summer, in un video celebre ad un certo punto Sting (in concerto col Back To Bass Tour 2012), sei note di basso in looping alcune delle quali raggruppate a capriccio per il bridge, guarda Copeland - primo grande batterista americano alla base della musica inglese. Entrambi raddoppiano al volo. Copeland sulla cassa, Sting sulla corda alta del basso. La progressione ipnotica prog sta per finire, il ritornellone anche.
Il pezzo si alza ancora di velocità verso la sua spontanea conclusione. Ci si aspetta un nuovo genere musicale, ma si ricade in un’armonizzazione allargata, sofismi esotici da ultimo Plant, uno slang ritmico quasi afro, etnico, afroamericano, reggae, dance, per ricascare ancora una volta una coda hardcore.
Finisce anche la mescolanza e si va verso un genere musicale nuovo e globale come prescritto dai Talking Heads - ed effettivamente l’elettronica che seguirà è apolide e la tastiera estatica dei Vanilla Fudge di cui Jon Lord (9 giugno 1941 - 16 luglio 2012) fu uno dei migliori interpreti, è lo strumento che precede il concetto di musica elettronica, di estasi elettronica, di tecnologia encefalica. E alla base del genere lanciato dai Vanilla Fudge c’è l’orchestra tecnologica del 16-tracce Ampex, il primo, costruito e montato ai Mira Sound Recording Studios di NY.


- La frase di partenza è contenuta nel primo disco dei Vanilla Fudge. la foto è presa da http://www.drummagazine.com. Qui come altrove in tutti gli articoli la fonte principale è wikipedia.com dove non specificato diversamente. Parlando inoltre di tecnologia di un nuovo genere, gli Atlantic Studios mettono a disposizione un’intero spazio nella creazione di una nuova musica comportandosi come Blue Note, Stax e Motown nel proporre un nuovo genere, lasciando gli artistsi di area jazz per concentrarsi sulla nuova formula elaborata a partire dal secondo dei Cream, oltre ad aver elaborato il genere soft ballad del rock classico americano con Lou Reed nel quarto disco dei Velvet Underground assieme a cose tipo Nantucket Sleighride che però con gli MC5 si dirige verso roba tipo Scorpions di cui il 4 novembre esce il disco nuovo, eccezionale disco di covers con alcuni dei loro successi e il 31 agosto parte la turnè (e il quinto non esiste dei VU, è un problema di coscienza considerarlo un disco dei Velvet Underground, o anche solo un disco di Doug Youle, nonostante sia un disco interessante con Ian Paice alla batteria, con Jon Lord l’unico sempre presente nei Deep Purple, anche adesso). Ma di fatto sono poi sette le mosse in realtà a giro coi 365 giorni con cui si compie il 1967. Dal primo dei Cream (per la storia favolosamente già bello-che-pronto a dicembre dell’anno prima con la UK release - il secondo è stato registrato a NY e il terzo tra NY, Londra e SF in maniera assolutamente perfetta nella sintesi geografica e concettuale), a Surrealistic Pillow, Velvet Underground & Nico, Pink Floyd primo disco, il primo dei Vanilla Fudge Days Of Future Passed e fino al secondo dei Cream, appunto, per rendere conto in maniera, adesso sì decisamente complessiva, della genesi del genere hard rock, in qualche modo promosso dagli Atlantic Studios di NY, come si diceva, i primi a registrare in stereo (mettendo quindi a disposizione non proprio solo uno spazio) e a sintetizzare le influenze musicali delle due sponde dell’Atlantico. Tra l’altro proprio a questa altezza finisce il palleggio tra le due sponde dell’Atlantico, diventando tutta la faccenda un discorso integrato germogliato sui primi grappoli di villaggio globale - grapes of global village. Un’idea che va da Nantucket a Trinidad&Tobago, compresa la Jamaica - di cui sono trascorsi i cinquant’anni dall’indipendenza da Londra proprio quando Bolt trionfava a Londra alle Olimpiadi 2012 - la cui musica locale dallo ska al raggae ha origini americane tanto quanto la nostra e quella dei Beatles. Lungo un percorso svolto in considerazione del calypso. Passando il Golfo di New Orleans. Sì perchè NO ha trasferito quella cultura afroanglofrancoispano e creola e cajun (fusion, fiumeincorsa) nelle grandi metropoli sulla tempesta elettrica e tecnologica più forte di qualunque vento perchè soffia fino alla Luna e oltre e che da Nantucket a Trinidad &Tobago ha poi trovato il suo habitat naturale e contemporaneo verso Ovest.


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