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Venezia 59 - Nackt

Pubblicato il 16 settembre 2002 da Giovanni Spagnoletti


Venezia 59 - Nackt

Con Uomini una giovane regista tedesca riscosse nel 1985 un clamoroso successo di pubblico, spezzando la triste seriosità di moda all’epoca ed inaugurando con una lieve, sapida commedia esistenziale una nuova, più leggera fase - o al meno così si pensava - del Neuer Deutscher Film. Le cose andarono diversamente e proprio quel film chiuse invece la stagione migliore della Rinascita della cinematografia d’autore nella Germania ancora divisa. Dopo quel primo successo la Dörrie ha continuato con alterne fortune a investigare i sentimenti della propria (o della più giovane) generazione, prendendo spunto dalle contraddizioni, dai tic e dalle vanità di una borghesia progressista, ricca e scanzonata, annoiata dall’impegno politico e votata alla ricerca della felicità personale. Se dunque si mettessero in fila i film della regista originaria di Hannover, essi potrebbero essere letti, al di là della loro riuscita o qualità artistica, come uno degli specchi migliori di dove è andata a finire una certa gioventù attraversata dai cambiamenti incorsi in questi ultimi quindici anni. Così nello stile di una pezzo teatrale monologante e legnoso (ed in effetti il film è tratto dalla piéce Happy della stessa autrice), Doris Dörrie mette alla berlina tre diverse coppie di amici, indagando nei loro sentimenti vacui, nelle loro paure inespresse, nei desideri e ambizioni mancate o realizzate. Emilia e Felix, separati da poco, devono ancora fare i conti con i propri “cocci”; Felix è in bolletta mentre Dylan e sua moglie Charlotte sono diventati improvvisamente ricchi, anche se non necessariamente più felici. Annette e Boris sembrano felici - ma lo sono veramente? Durante una cena spunta l’idea di una scommessa: riusciranno i rispettivi partner a riconoscersi anche a occhi bendati e nudi? Sulla base di questo piccolo gioco al massacro, la filmaker tedesca spande un po’ di vetriolo sulle ferite aperte di una generazione che abbandonate le utopie palingenetiche del ’68 si avvia ad gestire senza entusiasmi né creatività un momento culturale e politico privo di novità. Mancando di graffiare in profondità, di ammaccare troppo pesantemente i propri pupattoli, Nackt (Nudi) diventa allora un’implicita, bonaria satira di un gruppetto di persone che non sanno cosa fare di se stessi e della loro vita. Qualche battuta divertente, una buona recitazione d’ensamble, però, non salva un discreto film commerciale tutto costruito sulla parola e sul dialogo che alla fin fine aderisce a quella superficie splendente che vorrebbe rappresentare o criticare. Il modello - dichiarato o meno - sarebbe quello della commedia sofisticata classica. Purtroppo ne siamo ben lontani e anche ad apprezzare l’impegno dei selezionatori ad inserire in cartellone delle opere non necessariamente “difficili”, ci si domanda come mai Nackt sia andato a finire nel Concorso di Venezia.

[3 settembre 2002]

regia: Doris Dörrie interpreti: Heike Makatsch, Benno Fürmann, Alexandra Maria Lara, Nina Hoss Mehmet Kurtulus, Jürgen Vogel origine: Germania 2002


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