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Venezia 71 - Un primo inizio

Pubblicato il 27 agosto 2014 da Filippo Baracchi


Venezia 71 - Un primo inizio

Con l’incontenibile Maciste l’Alpino (Italia 1916) di Luigi Maggi e Luigi Romano Borgnetto, probabilmente il miglior film italiano di propaganda bellica, inizia ufficiosamente Venezia 71.
Un inizio insolito, come ha affermato Barbera durante la presentazione, ma che è stato necessario visto le ricorrenze (l’anniversario della Grande Guerra) e le novità (il restauro della sala Darsena) presenti in questa edizione.

Il presidente della Biennale Paolo Baratta ha voluto centrare il suo intervento sull’importante restauro e valorizzazione del Palazzo del Cinema, con il completamento di un’opera che sostituisce, in parte, l’avveneristico progetto del Nuovo Palazzo del Cinema, oggetto di annunci e smentite nelle passate edizioni.
Valorizzare dunque quello che è già presente e ha costituito la memoria per la manifestazione in questi anni (tra cui si aggiungono i rapporti con la stampa e le delegazioni internazionali).

La memoria sembra infatti il filo rosso che ha condotto questa pre-apertura, permettendo così di proporre una parte di quella storia del cinema italiano, ancora sconosciuta al grande pubblico.
Il film Maciste Alpino di Luigi Maggi e Luigi Romano Borgnetto con la supervisione alla regia di Giovanni Pastrone (accreditato nel film come Piero Fosco) è stato restaurato grazie alla Biennale di Venezia, Museo Nazionale del Cinema di Torino nel laboratorio de L’immagine Ritrovata di Bologna.

Il restauro è partito da alcuni frammenti di negativo della camera e da differenti positivi nitrato colorati, scansionati a una risoluzione di 4K.
L’analisi della ricca documentazione sul film ha permesso il ripristino delle colorazioni originali e la costruzione delle didascalie d’epoca.
Una pellicola che nella serata è stata accompagnata dal jazz di Raffaele Casarano (classe 1981, collaborazioni con Paolo Fresu, Eddy Palermo, Gianni Lenoci etc.) e il suo quartetto Locomotive, dando così giovane vita a un pezzo di storia che rischia di essere dimenticato.

Forse l’unica nota negativa della serata è stato lo spettacolo offerto dal presidente Baratta sulla presentazione della nuova tecnologia audio presente nella sala (Dolby Atmos).
Uno spot per l’azienda, più che una promozione per la missione culturale della Mostra del Cinema.
A questo infelice intervento, per fortuna, Barbera ha messo una pezza, riportando i binari della pre-apertura sull’importante operazione culturale che la Biennale svolge nei confronti del pubblico e che, come qualcuno all’inizio del festival ha sottolineato, non può e non potrà essere solo d’elite.


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