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Ex Libris. The New York Public Library

Pubblicato il 24 aprile 2018 da Mazzino Montinari
VOTO:


Ex Libris. The New York Public Library

La New York Public Library filmata da Frederick Wiseman è un mondo. E in quanto tale è predisposto ad accogliere chi vi transita, in modo neutrale, a prescindere da condizioni sociali ed economiche, da colori della pelle e da paesi d’origine. Certo, a differenza del pianeta nel quale viviamo, dove per apparire non è preventivamente richiesto un documento, una tessera e nemmeno un’intenzione a esserci, nella biblioteca pubblica newyorkese è presupposta una volontà e si salta la cosiddetta dimensione naturale della vita, si dà per scontato che non vi siano differenze tra un essere e l’altro. Chi appare in quel mondo è già parte di uno spazio pubblico e per questo si prende in carico l’impegno a costruire, a istituire il mondo stesso nel quale è accolto. Si entra in un luogo che col nostro agire costruiamo giorno dopo giorno. È paradossale, quanto l’esistenza in genere.
Riassumere i quasi duecento minuti di Ex Libris. The New York Public Library è un’operazione inutile e presumibilmente non richiesta. Si entra in sala e ci si lascia trasportare in un luogo mutevole (novantadue succursali disseminate tra Manhattan, il Bronx e Staten Island), tra amministratori di spazi, politici e rappresentanti di associazioni, artisti e performer, lettori e scrittori, emarginati ed esclusi da altri mondi, a cui viene data la possibilità di colmare un gap culturale e tecnologico, forse non definitivamente, ma almeno per quel periodo che consente di maturare ideali e speranze. Che si tratti di persone attivamente impegnate nel mandare avanti quella istituzione, o di coloro che usufruiscono di quei servizi, tutti sono chiamati con la loro semplice presenza a fondare un luogo della convivenza.
In questo film evidentemente politico, Wiseman al suo solito si fa occhio che osserva, quasi si trattasse di un essere capace di vedere il mondo della doxa con gli accadimenti non previsti che legano, volontariamente e involontariamente, un individuo all’altro. Un film metafisico? Forse. Etico? Può darsi. Mai, però, dogmatico e moralistico.


CAST & CREDITS

(Ex Libris. The New York Public Library); Regia, sceneggiatura, montaggio suono: Frederick Wiseman; fotografia: John Davey; origine: Stati Uniti, 2017; durata: 197’


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