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Verso gli Oscar: A Shaun Sheep Movie: Farmageddon

Pubblicato il 7 aprile 2021 da Francesca Pistocchi
VOTO:


Verso gli Oscar: A Shaun Sheep Movie: Farmageddon

Trai film d’animazione proposti per il premio Oscar 2021 c’è anche A Shaun Sheep Movie: Farmageddon (visibile su YouTube), neonata creatura della casa di produzione britannica Aardman Animation. Dopo il disturbante Galline in fuga (Peter Lord e Nick Park, 2000), lo storico Wallace & Gromit (Nick Park, Steve Box 2005) e l’ipercritico Giù per il tubo (David Bowers, Sam Fell 2006), il testimone passa nelle mani di Richard Starzak e Mark Burton, che nel 2015 daranno alla luce il primo capitolo della serie Shaun – vita da pecora . L’animazione targata Aardman è da sempre riconoscibilissima grazie allo stile stravagante e allucinato della narrazione, l’atmosfera tipicamente inglese e spesso rurale, l’accumulo compulsivo di svariate citazioni cinematografiche, la mimica iperbolica dei personaggi che ostinatamente si rifiutano di comunicare attraverso codici convenzionali.

Questo strano mondo in plastilina accontenta i bambini e deride gli adulti che davanti ai film per bambini fingono di annoiarsi, nascondendo l’età della ragione all’interno dei pochi e ridicoli esseri umani incontrati durante le avventure. Animali e individui si somigliano e spesso finiscono per scambiarsi di posto, trasgredendo le naturali gerarchie. Lo stop-motion, del resto, accelera e rallenta la nostra percezione spazio-temporale, rendendo inverosimili e insieme credibili le stravaganti imprese tratteggiate sul grande schermo. Inoltre, dietro ad un umorismo talora saporitamente demenziale, si cela uno sguardo arguto a cui nulla sfugge: se mai vi foste chiesti cosa ne sarebbe dei Simpsons se Matt Groening vivesse in Inghilterra e se lavorasse con la plastilina, beh date un’occhiata alla filmografia autografata Aardman.

Ma torniamo alla rossa fattoria di Shaun e ai suoi bizzarri inquilini: la coppia di registi deputata ad accompagnare lo sfortunato ovino nelle sue eccentriche peregrinazioni è formata, questa volta, da Will Becher e Richard Phelan. Una notte, la contea viene sconvolta dall’arrivo di un ufo – e qui le parodie si sprecano: dall’indimenticabile Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977) a X-Files (1993-2002), dal trito e ritrito Signs (2002) fino alla Guerra dei mondi (2005), che in Farmageddon avviene all’interno di un piccolo supermercato e si consuma a colpi di caramelle e soft-drink. Come accade nella maggior parte dei prodotti Aardman, davanti all’imprevisto l’uomo reagisce nel peggior modo possibile, ovvero esibendo tutta la stupidità che distingue la sua specie dalle altre. Gli abitanti del villaggio cominciano a correre avanti e indietro, agitando mani piedi braccia gambe e scontrandosi l’uno con l’altro: l’FBI fugge terrorizzata, poi ci ripensa, poi scappa ancora. La maggior parte dei villici, invece, scrolla le spalle e ostenta indifferenza – del resto, la gente non è in grado di guardare al di là del proprio naso. Qualcuno tenterà anche di trasformare l’avvenimento in una fonte di guadagno (magari per comparsi una nuova mietitrebbia?). Al centro del ciclone si trova ovviamente l’alieno, una sorta di E.T. bluastro e dalle sembianze canine che ha smarrito la strada di casa. L’intero gregge della Mossy Bottom Farm dovrà ingegnarsi per riportarlo sul suo pianeta d’origine, superando l’agente Red e la sua corte dei miracoli, fra cui ritroviamo perfino un WALL•E talmente goffo e burocrate da deludere qualsiasi aspettativa.

In generale, questo sconclusionato Sci-fi di pongo scorre lesto fino all’immancabile lieto fine, senza però mai alzare l’asticella. Farmageddon si limita a porre il piede sulle orme lasciate dagli altri, evitando di sperimentare nuovi scenari o magari diverse dinamiche. Perfino l’ironia risulta a volte stentata, la critica mossa alla nostra assurda routine si trascina su sé stessa, i toni passano da provocatori a bonari ed è come se la pecora si fosse improvvisamente trasformata in contadino o la gallina in macellaio (almeno, seguendo la logica Aardman). Ad oggi, l’infanzia attraversa un numero esorbitante di censure e restrizioni: si tende a proporre sempre il medesimo film, con la differenza che ogni volta se ne scarnificano i contenuti fino a quando ai bambini non rimane che osservare l’osso – altro non c’è. I gloriosi tempi di Wallace & Gromit sono finiti? In fondo, la casa di produzione britannica è nata proprio per mettere gli adulti in guardia contro i loro errori di valutazione, per capovolgere apparenza e sostanza – una tematica, fra l’altro, tutta inglese. Insomma, speriamo che presto i nostri gommosi eroi riaprano l’ovile.


CAST & CREDITS

A Shaun Sheep Movie: Farmageddon - Regia: Will Becher, Richard Phelan; sceneggiatura: Mark Burton, Jon Brown; interpreti: Justin Fletcher (Shaun / Timmy), Amalia Vitale (Lu-La / Me-Ma), John Sparkes (il fattore / Bitzer), Richard Webber (Shirley / Ub-Do), Kate Harbour (mamma di Timmy / agente Red), David Holt (Mugg-1N5), Andy Nyman (Nuts), Simon Greenall (gemelli), Emma Tale (Hazel), Chris Morrell (John), Joe Sugg (fattorino); produzione: Aardman Animations; origine: Regno Unito 2020; durata: 87’.


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