VHS - Nido di vespe

Nido di vespe è un film curioso per essere di produzione francese. Curioso in primo luogo per la sua natura di divertissment alla Carpenter che rimette in ballo alcuni degli stereotipi del classico western americano (gli uomini assediati, i fuorilegge costretti dalla circostanze a mettersi dalla parte della giustizia, l’amicizia virile ecc.). Curioso, poi, per la strana mistura cinefila di passione per il genere e di ibridazione dello stesso con elementi tecnologici desunti dalla fantascienza e con visioni metropolitane care a certe cupe metafore apocalittiche. Vengono in mente, durante la visione della pellicola, tutta una serie di possibili modelli che spaziano da classici come Fort Alamo o Il mucchio selvaggio ad opere decisamente meno referenziali come Resident Evil o, addirittura Alien. Da ciascuno di questi film il regista ha tratto ispirazione per realizzare un’opera che è essenzialmente pura e semplice azione anche quando, in alcuni momenti, si affacciano in filigrana, tra le immagini, possibili chiavi di lettura antropologica (gli uomini, e, in particolar modo, i cattivi con i loro caschi a forma di vespa e i loro movimenti furtivi da formicaio, visti come insetti che combattono con varie strategie per il controllo del territorio). Nello spazio della proiezione c’è quindi poco tempo per dare spazio alla caratterizzazione psicologica dei vari personaggi che si limitano ad emergere nella loro struttura di puri ingranaggi narrativi. Né può avere luogo un autentico lavoro di scrittura in sede di sceneggiatura al punto che, ad essere realmente importanti nell’economia della narrazione, non sono tanto le parole dei protagonisti, quanto il suono caotico ed esplosivo delle loro armi. Tutto l’arco narrativo del film può essere riassunto in un soggetto di lapalissiana semplicità e riassumibile in poche battute: un potente boss della malavita albanese deve essere trasferito da una prigione di massima sicurezza a quella che dovrà essere la sede del suo processo. Accusato di crimini inenarrabili (tra cui anche lo stupro di centinaia di donne di cui è diretto responsabile), l’uomo viene scortato da una vera e propria pattuglia militare ipertecnocologiamente equipaggiata. Durante il viaggio, il gruppo cade in un agguato sanguinoso e i pochi superstiti dell’autoblindo su cui viaggiava il criminale sono costretti a fuggire in un magazzino industriale che si rivelerà presto una trappola letale. Al suo interno, infatti, non trovano, come avevano sperato, un gruppo di vigilanti e un telefono dal quale poter chiamare rinforzi, ma solo un gruppo di ladri che, isolato il palazzo, lo stavano razziando. La storia, lo si vede, ha proprio una struttura da western classico con l’archetipico gruppo di personaggi (diversi per strato sociale e condizioni) che si ritrova accerchiato da soverchianti ed impersonali forze nemiche. La logica dell’assedio, insomma, con tutto il dramma e il pathos che derivano dal rapido, inarrestabile esaurirsi delle munizioni e dalla morte, uno dopo l’altro, degli sfortunati componenti del male assortito drappello. Il regista Florent-Emilio Siri scrive il suo film interamente con la macchina da presa quasi del tutto disinteressato alla componente umana del suo racconto. Quello che conta, all’interno della narrazione, sono essenzialmente i tagli di luce, i rumori e le riprese ad effetto. Il suo è un prodotto costruito eminentemente in fase di montaggio, con un occhio al ritmo e un altro all’uso iper espressivo di ralenti e di improvvise accelerazioni. Eppure, il risultato finale, non è, miracolosamente, un classico blockbuster d’azione americano fatto tutto di soli luci e rumori.
(Nid de guepes); regia: Florent-Emilio Siri; sceneggiatura: Florent-Emilio Siri e Jean-Francois Tarnowski; fotografia: Giovanni Fiore Coltellacci; montaggio: Olivier Gajan e Christophe Danilo; musica: Alexandre Desplat; interpreti: Samy Naceri, Benoit Magimel, Nadia Fares, Pascal Greggory, Valerio Mastandrea, Alexandre Hamidi; produzione: Pathè films; distribuzione VHS: Filmauro, Aurelio De Laurentis home video
[gennaio 2003]
