VHS - Resurrezione

Dopo la trasmissione televisiva della fiction dei fratelli Taviani, non poteva mancare anche, per ampliare lo sfruttamento commerciale dell’opera, anche una versione home-video di ben tre ore. Unico motivo per acquistare o noleggiare quest’opera (per chi l’avesse già vista in TV) è l’assenza di ogni tipo di interruzione pubblicitaria e la possibilità di poter vedere il tutto in un’unica (e abbastanza dolorosa) soluzione. Opera televisiva, nata per la televisione, nella televisione e con la televisione, questo film è un’ulteriore conferma di come il talento che i registi avevano dimostrato in una serie compatta di opere girata in pieni anni ’70, stia lentamente degenerando in un prodotto medio, abbastanza anonimo, pur se scritto con una certa conoscenza del mezzo e delle sue possibilità espressive. Per il resto l’apparato produttivo (abbastanza ingente ad onor del vero) mortifica abbondantemente un’opera che poteva presentare discorsi ben altrimenti problematici. In questo senso, possiamo dire che forse è proprio vero che la televisione è quel triste posto dove i registi di cinema vanno a morire. L’ignobile elettrodomestico che, secondo l’ormai celeberrima battuta di Eduardo De Filippo, ama conversare al telefono solo con il frigorifero, non può non apparirci come un enorme, caleidoscopico viale del tramonto. Ci si potrà obiettare che in fin dei conti essa non sempre è stata così, che qualche volta, in un non troppo lontano passato, ha avuto anche il coraggio di rischiare, di sperimentare. Ma quei tempi, vicini eppure remoti, sono stati come cancellati dalla baldanzosa invadenza di veline svestite, di soubrette in disarmo e di “grandi fratellini” a spasso tra le reti. Un tempo la RAI amava spiazzare il proprio pubblico commissionando ai suoi autori opere difficili e problematiche. E tra questi autori ci furono (ahinoi!) anche gli stessi Taviani che regalarono al pubblico il televisivo San Michele aveva un gallo: una delle opere più visionarie e interessanti di quegli anni. Quanta differenza tra quel vecchio capolavoro e questa nuova realizzazione! Ancora una volta, a conferma di un amore e una stima profondi, il testo messo in scena è ispirato ad un racconto di Tolstoj. Resurrezione, infatti, è una delle opere più problematiche e complesse dello scrittore russo, un romanzo estremo, forse non del tutto riuscito, che lega insieme tutte le contraddizioni che avevano caratterizzato la sua opera.Si tratta di un vero e proprio monumento letterario scritto alla fine dell’Ottocento con la segreta ambizione di divenire summa ideale del secolo appena trascorso, ma che già covava, soprattutto nel dostoeviskiano senso di colpa che ossessionava il protagonista, già la crisi esistenziale dell’individuo del primo Novecento. Il dissidio tra Uomo e Società, tra Spirito e Storia è tutto avvertibile nella prosa esplosiva dello scrittore che sembra sempre sul punto di collassare, ma che sempre ritrova un centro e un senso. Di tutto questo i Taviani restituiscono solo l’aspetto più esteriore, realizzando un film per la TV di tre ore che ha il grande respiro dei film di David Lean senza averne il rigore e il senso spettacolare. L’impressione è di trovarsi di fronte uno Zivago in salsa italiana che reca nelle sue immagini l’odore della grande poesia senza che nella bocca dello spettatore riesca a rimanerne la fragranza. Certo da un punto di vista propriamente tecnico l’opera appare splendidamente riuscita: la fotografia è sorvegliatissima, gli attori sono tutti molto bravi (persino Scarpati, una volta tanto, non appare fuori parte), e anche le musiche sembrano impostate con rigore ed intelligenza. Eppure di tutto il film non una sola sequenza riesce ad imprimersi nella memoria, il che è un vero delitto se si considera il materiale incandescente che ne fornisce lo spunto narrativo. Notevole, quindi, il gusto illustrativo, ma ci resta, alla fine, solo quello e, se l’intenzione degli autori era solo quella di narrare per il puro gusto del racconto, allora perché non lasciare in pace Tolstoj?
(Resurrezione); Regia: Paolo e Vittorio Taviani; Interpreti: Stefania Rocca, Timothy Peach, Maria Baumer; Produzione: D/Italia, 2001; Distribuzione VHS: San Paolo; Durata: 180 minuti
[Novembre 2002]
