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Vicky Cristina Barcelona

Pubblicato il 17 ottobre 2008 da Antonio Valerio Spera


Vicky Cristina Barcelona

Un Woody Allen così non si vedeva da molto tempo. E’ vero, Match Point era un gran film, ma è dai tempi di Misterioso omicidio a Manhattan che il regista newyorkese non firmava una commedia degna della sua arte. Il film con Scarlett Johansson e Jonathan Ryes Myers era una perla che si inseriva in una stagione non troppo fortunata per la carriera di Allen. Le sue commedie, da Harry a pezzi a Criminali da strapazzo passando per Anything Else fino ad arrivare a Scoop, sembravano segnare la fine del grande Allen comico. Erano opere divertenti e ben costruite, questo è innegabile, ma mancavano di quell’acume umoristico, di quella brillantezza, di quella pungente critica politico-sociale, che con un’espressione potremmo definire Allen-touch.
Certo Woody Allen, non è solo questo. Il suo cinema è fatto di storie, di personaggi, di azzardi, di strutture narrative sempre cangianti. Ed in questo Allen è sempre Allen, anche nelle sue opere meno riuscite. Con Vicky Cristina Barcelona, l’autore torna a realizzare un prodotto di alta qualità artistica e di rara essenzialità che, pur inserendosi perfettamente nella sua filmografia, propone elementi nuovi.
Il più importante è riscontrabile nello stesso titolo. L’unica città da lui omaggiata nei titoli dei suoi film fino ad oggi era solo New York (escludiamo La rosa purpurea del Cairo, perché in quel caso la citazione della capitale egiziana era finalizzata ad un discorso metacinematografico). Manhattan è la sua ‘patria’ e non ha mai smesso di ricordarlo. E’ in quel luogo che ottiene ispirazione, è lì che è cresciuto ed è lì che si è formato all’interno della cultura ebraica. Ha sempre espresso il suo amore per Parigi e Venezia (ricordate Tutti dicono I love you?) ed ultimamente aveva ambientato i suoi film in Inghilterra, però non ha mai reso nessun’altra città se non quella d’origine vera protagonista delle sue pellicole. Per questo motivo è giusto sottolineare questa novità apportata dal suo ultimo film.
Barcellona non si limita ad essere cornice d’ambientazione del film, ma ne diventa uno dei personaggi principali. Ciò lo si deduce già dal titolo in cui l’autore mette sullo stesso piano i nomi delle due protagoniste femminili e quello della città catalana. Allen immerge la storia in essa. Muove i protagonisti nelle sue bellezze artistiche, la rende affascinante nei suoi scorci, la fa causa partecipe degli eventi.
Barcellona viene rappresentata come una città che trascina e fa esplodere le passioni più intime e più segrete, come il luogo di “peccati innocenti”, come una calamita che attira a sé la purezza per poi tirarne fuori la pazzia e l’istinto irrazionale. E’ lì infatti che Vicky e Cristina (rispettivamente Rebecca Hall e la neo-musa Scarlett Johansson) danno una svolta inaspettata alla loro piatta vita. Ciò soprattutto grazie (o per colpa?) dell’incontro con il pittore Juan Antonio (un ironico e surreale Javier Bardem). L’artista catalano è colui che impersona l’anima artistica e culturale della città, colui che con semplicità e naturalezza ipnotizza le due ragazze americane.
Strutturando la narrazione con una voce fuori campo che sa un po’ di documentario giornalistico di repertorio (assomiglia vagamente a quella che scandiva il racconto di Zelig) ed un po’ di favola per bambini, Allen dimostra come sua consuetudine che la forza delle sue opere risiede nella sceneggiatura e nella sua essenzialità e che il suo lavoro di messa in scena inizia proprio dal primo step della scrittura. Non mancando dialoghi graffianti, situazioni equivoche e risvolti narrativi inaspettati, il racconto prosegue divertendo ed affascinando.
Gli attori offrono prove eccellenti ed il regista conferma la sua abilità nel saper rendere belle e misteriose le sue ‘donne’. Rebecca Hall, Scarlett Johansson e Penelope Cruz, che interpreta l’ex moglie di Juan Antonio, appaiono sullo schermo come dee mortali, fatte di carne, di sguardi ammalianti e di visi scultorei. E bisogna sottolineare l’ennesima grande interpretazione di Javier Bardem. La star spagnola sprigiona fascino e bravura, dando al personaggio un’anima surreale e enigmatica, capace di passare dalla pacatezza alla nevrosi.
La famosa scena di menage à trois tra la Cruz, Scarlett e Bardem che la stampa ha tanto spinto negli ultimi tempi non è dunque l’unico motivo che deve indurre a vedere questo film, anche perché di certo delude le aspettative di chi sperava in qualcosa di estremamente piccante.
Vicky Cristina Barcelona è un film che rappresenta la sessualità con incanto, la passione (fisica, sentimentale ed artistica) con trasporto, la vita con ironia. Così come ci ha da sempre abituato Woody Allen e come continuerà a fare in futuro. Perché speriamo che questo film non rimanga l’ennesima ottima prova di un grande autore tra svariate pellicole carine ma anonime. La nostra speranza è che possa rappresentare l’inizio di una nuova stagione della commedia alleniana.


CAST & CREDITS

(Vicky Cristina Barcelona) Regia: Woody Allen; sceneggiatura: Woody Allen; montaggio: Alisa Lepselter; fotografia: Javier Aguirresarobe; interpreti: Javier Bardem (Juan Antonio), Patricia Clarkson (Judy Nash), Penélope Cruz (Maria Elena), Rebecca Hall (Vicky), Scarlett Johansson (Cristina), Kevin Dunn (Mark Nash); produzione: Dumaine Productions S.L., Mediapro;distribuzione: Warner Bros.; origine: USA; durata: 96’.


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