Vita di Pi

Quando la tecnologia si trasforma in duttile e potente strumento espressivo nelle mani di un cineasta di talento, la creatività può trovare territori immensi su cui dispiegarsi. In Vita di Pi, Ang Lee corrobora il suo estro attraverso un uso sapiente di effetti digitali e 3D e realizza un film visivamente sontuoso; lo straordinario impatto spettacolare della pellicola si rivela, peraltro, perfettamente funzionale per conferire il giusto respiro epico ad un racconto intriso di profonda spiritualità. Grazie anche all’ottimo lavoro dello sceneggiatore David Magee, che ha curato il non facile adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Yann Martel, il regista taiwanese ha potuto e saputo tradurre in potenza visiva le atmosfere incantate ed il fervente misticismo del libro. Coniugando mirabilmente perfezione tecnica e lirismo, Ang Lee realizza un’opera intensa che può essere fruita a vari livelli, da quello più epidermico che scaturisce semplicemente dalla magnificenza visiva, a quello, più appagante e profondo, derivante dai contenuti e dagli interrogativi che suscitano; un film sicuramente tra i più belli dell’anno, che ha tutte le carte in regola per ambire ad importanti riconoscimenti.
Pi Patel è un giovane indiano – solare ed ingenuo, un po’ sognatore ed un po’ mistico - che risiede a Pondicherry, dove la sua famiglia è proprietaria di uno zoo; qui matura intuizioni e convinzioni sui rapporti tra l’uomo, la natura e gli altri esseri viventi. Queste idee verranno però bruscamente messe alla prova quando la sua famiglia sarà costretta ad emigrare in Canada e dovrà portarsi appresso tutti gli animali; imbarcatosi su un grosso bastimento, Pi si ritroverà su una scialuppa di salvataggio alla deriva nell’Oceano Pacifico, dopo una terribile tempesta. Non da solo però: a fargli compagnia saranno una zebra, un orango, una iena ed una maestosa tigre del Bengala, chiamata Richard Parker. Tutti quanti in lotta per la sopravvivenza …
Come già accaduto per Avatar di Cameron e Hugo Cabret di Scorsese, in Vita di Pi il 3D diventa importante elemento aggiuntivo del linguaggio cinematografico, un mezzo espressivo con una sua funzione precisa; emozionante, ad esempio, la sua efficacia nel conferire maestosità ed epicità a quei momenti in cui la Natura si erge a protagonista con la sua infinita bellezza o con la sua terribile crudeltà. Altrettanto magistrale, poi, l’uso degli effetti digitali che si fanno valore aggiunto e donano poesia al film, contribuendo ad alimentare magiche atmosfere in bilico tra favola e realtà; anche il lavoro d’animazione in CGI, inoltre, è veramente impressionante e, con la tigre Richard Parker, raggiunge livelli di verosimiglianza ed espressività quasi commoventi.
Nelle mani di Ang Lee, il disperato viaggio di Pi verso la salvezza assume i contorni della “parabola”, con chiare connotazioni simboliche e “filosofiche”; la strenua lotta del ragazzo si può leggere infatti come un vero e proprio percorso introspettivo alla ricerca della piena consapevolezza di se stesso e della sua reale collocazione nei confronti della Natura e di Dio. Il film asseconda ed esalta la solennità di questo percorso attraverso il respiro epico di certe sequenze, in cui la potenza stessa delle immagini sembra voler dare risposte a domande che da sempre assillano l’umanità. In un tale contesto, anche la prova dell’esordiente Suraj Sharma, nei panni del protagonista Pi, si rivela estremamente calibrata e positiva; il giovane attore, infatti, riesce a fondere con classe fisicità ed espressività, dando vita ad un personaggio ben sfaccettato nel quale il travaglio della mente e del corpo si mescolano e si alimentano vicendevolmente.
Dopo gli Oscar ottenuti con La tigre e il dragone ed I segreti di Brokeback Mountain, Ang Lee punta nuovamente molto in alto. Vita di Pi è un film affascinante e complesso, che può essere vissuto come una spettacolare avventura dai contorni di favola o come una profonda riflessione sulla spiritualità dell’uomo. Un mirabile esempio di cinema di qualità che intrattiene, stupisce, emoziona e, soprattutto, scuote le menti.
(Life of Pi) Regia: Ang Lee; sceneggiatura: David Magee; fotografia: Claudio Miranda; montaggio: ; Tim Squyres musica: Mychael Danna; scenografia: David Gropman; interpreti: ; Suraj Sharma, Irrfan Khan, Rafe Spall, Gérard Depardieu produzione: Fox 2000 Pictures, Haishang Films, Rhythm and Hues; distribuzione: 20th Century Fox; origine: Usa, Cina; durata: 127’.
