Viva la libertà

Una favola politica; decisamente opportuna, in questo periodo elettorale, per accendere una fiammella di speranza nel cuore di chi non si rassegna nel vedere il popolo italiano nuovamente insidiato dalle squallide suggestioni di impresentabili pifferai magici. A sette anni dal suo ultimo film, Viaggio segreto, Roberto Andò torna sugli schermi con Viva la libertà, adattamento cinematografico del suo libro Il trono vuoto, con cui ha vinto nel 2012 il Premio Campiello Opera Prima: un apologo sul potere, che ne sviscera gli aspetti più inquietanti e che indaga a fondo sui suoi effetti sull’animo umano. Di fronte al degrado morale di un’intera nazione ed al desolante spettacolo di istituzioni che, purtroppo, non sono altro che lo specchio della nazione stessa, Andò prova a trasportarci in una sorta di illusione, a metà strada tra utopia ed accorata aspettativa. Prova ad immaginare che un rinnovato modo di fare politica – diretto, trasparente, appassionato, depurato da calcoli e compromessi – possa risvegliare le coscienze di chi vuole affrancarsi dall’immagine di “italiano” - meschino, egoista, utilitarista – a cui sembra invece rivolgersi l’attuale triste campagna elettorale. Un’idea bella ma, forse, impossibile.
Enrico Oliveri è il segretario del principale partito di sinistra; è in piena crisi perché, di nuovo, i sondaggi lo vedono perdente alle elezioni e la sua stessa linea politica viene contestata. Decide quindi di sparire all’improvviso, lasciando nel panico sua moglie Anna ed il suo principale collaboratore, Andrea Bottini. Su idea di Anna, Andrea incontra il fratello gemello del segretario, Giovanni Ernani, un filosofo geniale anche se un po’ instabile mentalmente, rimanendone affascinato. Decide quindi di azzardare un pazzesco scambio di persona; grazie ad un linguaggio appassionato e coinvolgente, Giovanni riaccende l’entusiasmo dei militanti e cattura tutta l’opinione pubblica. Sembra addirittura profilarsi la clamorosa ipotesi di una vittoria alla consultazione elettorale …
Sempre in bilico tra ironia e dramma esistenziale, Viva la libertà è un film gradevole ed intelligente, che si avvale di una sceneggiatura snella e ben calibrata, fondata su dialoghi mai banali; la realizzazione tecnica del film risulta nel suo complesso di buon livello, con una messa in scena asciutta ed essenziale ed un ritmo narrativo sempre serrato, se si eccettua qualche marginale lungaggine. Il cast appare ben amalgamato e le singole interpretazioni si rivelano efficaci ed adeguatamente “sintonizzate” al registro narrativo. In particolare, Toni Servillo, nel suo doppio ruolo, trova una ghiotta occasione per sfoderare il suo istrionico talento; pervade di malinconico disincanto il suo Enrico, politico psicologicamente alla deriva, e riempie invece di contagiosa vitalità il gemello, lucido folle che riesce a parlare al cuore della gente.
Per il cinema italiano, il 2013 si apre decisamente all’insegna della qualità: prima La migliore offerta di Tornatore ed ora questo Viva la libertà che, sia pure su dimensioni produttive e con ambizioni meno “internazionali”, riesce ad offrire una ventata di novità insieme ad un messaggio di ottimismo. Un film da suggerire soprattutto a chi ha perso la fiducia nella politica e oramai non ha più l’energia per lottare; un ritrovato impegno, purché ispirato da cuore e passione, potrebbe invece sortire grandi effetti. Basterebbe poco, peraltro, magari che ognuno cercasse di risvegliare qualche coscienza tra chi lo circonda, in mezzo a questo popolo di sonnacchiosi pantofolai, “scientificamente” abbrutiti da decenni di cattiva Tv e coccolati dalle lusinghe di chi ha interesse che nulla cambi.
(Viva la libertà) Regia: Roberto Andò; sceneggiatura: Roberto Andò, Angelo Pasquini; fotografia: Maurizio Calvesi; montaggio: Clelio Benevento; musica: Marco Betta; scenografia: Gianni Carluccio; interpreti: Toni Servillo, Valerio Mastrandrea, Valeria Bruni Tedeschi, Michela Cescon, Anna Bonaiuto; produzione: Bibi Film, Rai Cinema; distribuzione: 01 Distribution; origine: Italia; durata: 94’.
