W Zappatore

Cosa c’è di peggio per il chitarrista di una di una band metal satanica? Semplice, l’essere scelto da Dio come proprio profeta. Da questo paradosso, nasce W Zappatore!
Marcello Zappatore è il chitarrista di una band metal satanista nella zona del leccese. Un improvviso prurito al costato, si rivelerà essere un segno divino: una stigmate, che in breve tempo lo porrà di fronte ad un bivio esistenziale. Cosa deve fare il mite Marcello? Abbandonare la strada del rock and roll e percorrere i verdi pascoli di Dio, o declinare l’offerta celeste?
Il film di Massimiliano Verdesca, prende vita dalla figura (reale)di Marcello Zappatore, musicista poliedrico e uomo schivo. Progetto ambizioso questo di Verdesca, che unisce la satira di costume con intenti critici e provocatori, alla commedia demenziale; il tutto reso con uno stile crudo, dark, metal appunto.
W Zappatore, pur nel suo essere eccessivamente sopra le righe, è un film convincente, e anzi per tutta la sua durata (peraltro abbastanza breve, appena 85 minuti) cattura, appassiona e strappa anche qualche sorriso. L’asso nella manica dell’intera operazione però, è costituito dall’interpretazione della sempre brava Guia Jelo nelle vesti “sante” della madre del musicista, casalinga frustrata e fanatico-religiosa. A lei sono state affidate le trovate più interessanti, come la scena in cui, accecata dal furore religioso, spruzza del detersivo addosso a Sandra Milo (nonna rock e trasgressiva). Gesto irriverente e simbolico, battesimo purificatore in cui questa novella virgo virginis, monda letteralmente la peccatrice immonda. Di altrettanto impatto visivo e simbolico è la scena della colazione di Marcello, dove la donna ossessionata dalla pulizia (inutile sottolineare il chiaro parallelismo tra la maniacalità nella pulizia della casa e il candore dell’anima), si tiene in allerta alle spalle del figlio, passando lo straccio sopra al tavolo sporco di latte, ogni qualvolta l’uomo inzuppa la sua brioche nella tazza. Film non privo di intenti critici, non mancano infatti alcune frecciatine nei confronti delle istituzioni: verso la chiesa, nella figura del parroco che in cambio di denaro garantisce il paradiso a dei poveri e ingenui fedeli extracomunitari; verso la televisione (anche locale) che con la sua smania di fare audience a tutti i costi asseconda ogni bizzarria (improvvisi miracoli, cani prodigiosi che riescono a cantare). Lo stesso universo della musica metal di provincia, viene bonariamente preso di mira, puntando sull’ingigantimento dei clichés tipici del genere (il cantante della band dove suona Marcello canta in un growl tanto estremo da non permettere allo spettatore di percepire altro se non dei grugniti) . Certo, è pur vero che la portata di queste critiche non supera mai la mera provocazione, e il discorso non diviene mai violento, non si tramuta mai in invettiva, ma questo probabilmente non era lo scopo prefissato dal regista. Apprezzabile l’omaggio a Pasolini con la poesia Supplica a mia madre. Plauso al cast tecnico, a Verdesca in primis che, nonostante la penuria di mezzi a disposizione, sorprende piacevolmente per il sapiente lavoro eseguito sulle immagini, grazie anche ad una ben studiata fotografia. Molto suggestive a tal proposito le sequenze oniriche, dove compaiono una miriade di crocifissi. L’unica vera pecca del film forse è riscontrabile nella gestione degli attori non professionisti: per loro infatti Verdesca sceglie un registro recitativo smaccatamente stilizzato, che crea uno straniamento un po’ troppo eccessivo. Questo brechtismo torna spesso anche nell’introduzione di molte sequenze, dove gli attori appaiono immobili come all’interno di tableaux vivants, per poi cominciare a muoversi o dialogare, solo qualche secondo dopo l’inizio della sequenza. Nonostante tutto il film andrebbe premiato, fosse solo per l’originalità del tema e della sua messa in scena. Dispiace osservare però che un film pronto dal 2010, riesca ad uscire solo ora, e in un numero limitato di sale, grazie alla piccola ma coraggiosa Dstribuzione Indipendente… Assolutamente da vedere.
(W Zappatore); Regia: Massimiliano Verdesca; sceneggiatura: Massimiliano Verdesca, Emiliano Ereddia; fotografia: Fabio Casati; montaggio: Claudio Bonafede; musica: Marcello Zappatore; interpreti: Marcello Zappatore, Guia Jelo, Sandra Milo, Monica Nappo; produzione: Rock’n’Dog, ApneaFilm, Simon Puccini; distribuzione: Distribuzione Indipendente; origine: Italia, 2010; durata: 85’; webinfo: [www.wzappatore.com]
