X-Files - Voglio crederci

Che nemmeno di Chris Carter ci si possa fidare più, è solo l’ennesima amara constatazione che non torneranno le merende delle cinque. Che Mulder e Scully siano a letto insieme in una sequenza di questo X-Files: Voglio Crederci, abbracciati l’uno all’altra con lei che dice “pizzichi con la barba”, vuol dire altresì che forse c’è davvero speranza per tutti.
Vogliamo crederci: Carter riprende il suo misticismo di matrice esponenzialmente cattolica (e che ci aveva regalato altissime vette nelle ultime due stagioni della serie tv, come il parto messianico di Scully con tanto di stalla diroccata, bambino divino, stella cometa e magi extraterrestri), che era alla fine il perno centrale della sua seconda creazione, il sublime Millennium (lì il Frank Black del superbo Lance Henriksen si batteva per le tavole che avevano formato la croce di Cristo...), ripulendo sostanzialmente il tutto di ogni suggestione soprannaturale, limitandosi ad imbastire una vicenda di cellule staminali usate dai russi per esperimenti inumani, e infilandoci dentro l’elemento paranormale di un medium che piange lacrime di sangue.
Ben poca cosa per un autore che ci aveva abituati a complicatissime trame zeppe di riferimenti scientifici, metafisici e filosofici, che si dipanavano per intere stagioni arricchendosi di volta in volta di subplots, deviazioni, personaggi, direzioni secondarie ed impreviste.
La differenza col primo film per il grande schermo di X-Files sta allora nella sua assoluta estraneità alla serie, mentre la prima pellicola rientrava in pieno all’interno della “Mythology”, come i fans sono soliti chiamare la continuity riguardante l’intricatissima cospirazione governativa volta a nascondere complotti crudelissimi orditi insieme a popolazioni aliene.
Assodato l’annoiato disinteresse per la vicenda, resta la curiosità del ritrovare i due inossidabili (adesso ex) agenti dell’FBI che furono tra le più straordinarie icone degli anni ’90: ma se David Duchovny, probabilmente reale motore dell’operazione dopo il ritorno sulla cresta dell’onda grazie al successo cult di Californication, non pare aver alcuna voglia di impegnarsi a restituire al suo Mulder neanche un briciolo della corrucciata disperazione che faceva grande il suo personaggio qui davvero in alcuni istanti risolto in maniera fastidiosamente macchiettistica, è Gillian Anderson quella che pare volere ancora bene al suo alter-ego televisivo, Dana Scully.
E forse anche Chris Carter stavolta sembra molto più affascinato da lei che dall’allampanato spooky Mulder: dopo averla trasformata nell’ultimo periodo della serie in una sorta di Madonna scettica, l’autore mette Scully a fare la dottoressa in un ospedale, alle prese con una inguaribile ed inestricabile malattia del cervello in un ragazzino, e da qui le fa compiere l’ennesimo percorso di consapevolezza che la porterà a venire perennemente inquadrata davanti a effigi di sante e marie, e a contemplare, lei donna di scienza, finalmente l’esistenza di qualcosa di più grande.
Carter batte la fiacca dietro la mdp, gira un paio di confuse scene action in cui non avrebbe sfigurato l’atletico agente Doggett di Robert Patrick, e si affida alla forza di un paio di bislacchi montaggi alternati. Alla fine, l’unico messaggio subliminale di cui stavolta sentiamo di essergli grati, è la convinzione che due persone che solo insieme sembrano riuscire a trovare un senso e la forza, il modo di mandare avanti le proprie esistenze, dovrebbero in ogni modo tentare di non essere mai lontane l’uno dall’altra, nonostante gli sforzi, le ferite e le difficoltà a cui si va incontro.
Scully e Mulder, almeno loro, sui titoli di coda si sono ritrovati.
(X-Files: I want to believe) Regia: Chris Carter; soggetto e sceneggiatura: Chris Carter, Frank Spotniz; fotografia: Bill Roe; montaggio: Richard A. Harris; musiche: Mark Snow; scenografia: Mark Freeborn; costumi: Lisa Tomczeszyn; interpreti: David Duchovny (Fox Mulder), Gillian Anderson (Dana Scully), Amanda Peet (Dakota Whitney), Billy Connolly (Padre Joe); distribuzione: 20th Century Fox; origine: USA 2008; durata: 104’; web info: sito ufficialehttp://www.xfilesvogliocrederci.it/
