XXVII Fantafestival - Dark Resurrection

Al XXVII Fantafestival, svoltosi quest’anno tra Latina e Sabaudia, sono state presentate due pellicole low budget (entrambe del 2006) che nulla hanno da invidiare ai cosiddetti film “ufficiali” del panorama italiano, anzi semmai fanno sgranare gli occhi e pensare che in Italia non ci sia più voglia di rischiare, ma soltanto di nascondersi dietro l’ormai celebre frase: «il cinema italiano è morto». I film in questione sono Il bosco fuori di Gabriele Albanesi, costato all’incirca settantamila Euro, e soprattutto Dark Resurrection del dentista (sì, avete letto bene) Angelo Licata, realizzato con solo settemila Euro. Naturalmente non stiamo parlando di due capolavori a livello assoluto, ma di due onestissimi e per alcuni versi sorprendenti prodotti carichi di passione e di amore per il genere horror il primo - una sorta di compendio di tutti i cliché del genere con alcune trovate interessanti soprattutto da un punto di vista visivo - e per tutta la saga di Star Wars, che ha da poco compiuto trent’anni, il secondo. Dark Resurrection in particolare stupisce per la storia, la cui unica pecca è forse quella di essere poco comprensibile ad un pubblico estraneo al mondo creato da George Lucas, e per la qualità degli effetti digitali. In Italia i film di fantascienza non si fanno e i tecnici che si occupano degli effetti digitali devono trovare lavoro all’estero (l’Industrial Light and Magic è piena di artisti italiani), o trovare spazio nei videoclip e negli spot pubblicitari dove ad esempio la Direct2Brain (che ha sede proprio a Latina) ha dimostrato di essere in grado di realizzare cose interessantissime, come i video dei Tiromancino o dei Subsonica. A tale proposito, viene in mente una battutta che fece Corrado Guzzanti quando, la scorsa primavera presentando il dvd di Fascisti su Marte presso la Casa del Cinema, rivelò che nel momento in cui si presentò ai tecnici degli effetti digitali per chiedergli la realizzazione di un’astronave, questi commossi si lanciarono a ringraziarlo, felici di lavorare ad effetti “così evoluti” che nessuno mai aveva chiesto loro per un film italiano. Se si avesse il coraggio di investire qualche soldino in prodotti un po’ più coraggiosi e meno stereotipati, sicuramente il nostro cinema potrebbe dare del filo da torcere a livello internazionale, perché ancora una volta si è dimostrato che non sono le idee o la passione che ci mancano, piuttosto il coraggio di chi deve investire i soldi e un auspicabile ritorno alla meritocrazia (cosa di cui si sente la mancanza in tutti i settori lavorativi della nostra Penisola).
Ma torniamo a Dark Resurrection: la storia narra di una predestinata, Hope, la quale insieme al suo maestro Zui Mar viene inviata dal consiglio degli Jedi alla volta di Eron, luogo mitico che custodisce un importantissimo segreto, capace di donare infinita conoscenza al predestinato. Proprio verso Eron, però, è diretto anche il temibilissimo maestro Sorran, riapparso a due secoli di distanza dalla sua presunta morte fortemente voluta dai capi del suo stesso ordine (indignati dalla strage di apprendisti che Sorran aveva causato per l’ossessiva ricerca del sigillo di Eron). Sorran è deciso ad entrare in possesso della conoscenza assoluta per diventare invincibile. Come già detto in precedenza, la storia anche se raccontata in maniera un po’ contorta è degna del miglior Lucas, il quale si è detto entusiasta del risultato di questo piccolo film, e la passione dimostrata da tutti, autori, produttori e cast, è risultata veramente notevole. Va dato loro atto che, pur con qualche perdonabilissima pecca, sono riusciti a realizzare qualcosa di professionale senza essere professionisti della settima arte. Poco importa se qualche volta si percepisce una leggera mancanza di grammatica cinematografica dovuta ad un montaggio non sempre riuscitissimo, perché in ogni singola inquadratura traspare amore e voglia di stupire.
Un esempio che dovrebbero seguire tutti i giovani cineasti, per far sì che un giorno, dal basso, crolli l’attuale misero “impero” del cinema italiano. Ovviamente stiamo parlando della casta dei produttori e, soprattutto, dei distributori capaci di affossare un bel film e di portare alle stelle le stalle, e che dalle sue ceneri ne rinasca uno forte e sano.
Il cinema italiano non è affatto morto, è "sotto traccia"… e presto, prendendo spunto dal titolo del film, si spera che dal "buio" in cui giace trovi la forza per una quantomai attesa "resurrezione".
(Dark Resurrection) Regia, soggetto, sceneggiatura, fotografia e montaggio: Angelo Licata; musiche: Pivio e Aldo de Scalzi; effetti speciali: Lords of Illusion; interpreti: Marcella Braga, Lee Maurizio Zuppa, Giuseppe Licata, Riccardo Leto, Sergio Muniz; Produzione: Davide Bigazzi e Angelo Licata; origine: Italia 2006, durata: 60’; web info: www.darkresurrection.com
