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Zack Snyder’s Justice League

Pubblicato il 23 marzo 2021 da Stefano Colagiovanni
VOTO:


Zack Snyder's Justice League

RINASCITA

Una questione privata. È questo il senso della Justice League per Zack Snyder: suo creatore – cinematograficamente parlando -, nume tutelare di un progetto di lungo respiro nato con le imprese sul grande schermo del Superman interpretato da Henry Cavill in Man of steele. E protettore. Perché una creatura di così ampie ambizioni non poteva ridursi a un semplicistico assemblaggio per mano altrui, a una bislacca riproposizione o tentativo di emulare il tono e la grandezza parallela della pirotecnica e titanica saga degli Avengers marvelliani, seppur condotta da Josh Whedon, non uno sprovveduto. No, perché la Justice League è materia plasmata dalle mani di Snyder, è un artefatto oscuro ed epico e splendidamente anarchico, che potrà anche avere più di un qualche punto vistosamente in comune con il multiverso di casa Marvel, ma questi sono i comics americani, per lo meno quelli a gran mercato. Eppure, la Justice League portata al cinema nel 2017, oggi, non può sembrare più un film vero e onesto. Non lo è mai stato. Perché non era interamente di Zack Snyder. Questa Justice League, invece lo è: e lo è di diritto.

Quattro ore che restituiscono il giusto posto nella storia del cinema moderno a Batman e alleati. Zack Snyder’s Justice League è un film maturato nel dolore della prematura scomparsa di Autumn, la figlia suicida dello stesso regista, catastrofe personale che lo spinse a rinunciare al grande progetto cinematografico nel 2017; un film che, con il senno di poi, prova a rendere meno dolorosa quella tragedia, commutando quello stesso dolore in volontà di costruire e glorificare quel pezzetto di universo cinematografico che trova, adesso, il suo agognato zenit. Tutto, in questa Justice League parla di Snyder e del suo dolore: il background dei protagonisti, tormentati da separazioni, incompresioni e dipartite - e su tutte spiccano le vicende di Victor Stone/Cyborg; il senso e lo scopo di unire ciò che è diviso, di riportare indietro, rianimare, resuscitare ciò che è solo un corpo morto, non limitatamente alla memoria, ma nel voler restituire al presente quel passato (e quel futuro?) perso; la sua durata, un’epopea di quattro ore, alla vista un macigno, ma liberatoria, come il soffio di un alito di vento che spinge via una piuma posata sul cuore.

Perché Zack Snyder’s Justice League è sicuramente un film sulla memoria, sulle seconde opportunità, sul valore e sull’importanza della comprensione: così come Bruce Wayne/Batman è consapevole dell’esigenza di un collettivo per contrastare le forze del male, la rinascita di Superman grazie all’oggetto-macchina e al suo utilizzo “positivo”, in contrasto con quello “negativo” di distruzione operato da Steppenwolf, rappresenta quel plus narrativo che pone il libero arbitrio e la volontà di ricercare ciò che è perduto come elementi essenziali per la risoluzione finale del superuomo, dell’uomo, dei genitori e dei figli. Zack Snyder’s Justice League è il compimento della poetica di Zack Snyder; è il suo grande capolavoro, una sinfonia tonante e lugubre e al contempo rigenerante. È il desiderio compiuto di un uomo, un artista, di parlare a se stesso attraverso la propria arte, senza mai tradire quella stessa autorialità che lo ha reso famoso: l’uso dei rallenty ad incalzare la statura epica delle scene d’azione, la nettezza compositiva delle stesse, le vibranti inquadrature in campo totale del superuomo in contrasto/protezione del mondo che lo circonda, il senso degli affetti che prevale sempre, alla fine, sul racconto epico.

Zack Snyder’s Justice League ribadisce ancora una volta – e non saranno mai abbastanza! – che non esistono film lunghi o brevi, che questa accezione non ha mai assunto né valore, né alcun significato. Snyder riesce a intrecciare con metodo e pazienza tutti i fili necessari non solo per completare l’arazzo di cui ne avevamo avuto solo un’incompiuta anteprima, ma per tesserne molti altri a venire, gettando le basi per un concetto di universo cinematografico forse non condivisibile con nessun altro regista-autore, quindi lontano dalla magniloquente cooperativa confluita nel MCU. Adesso, ripartire da Snyder e da questo cast non è più una prima opzione, ma l’unica possibile. E l’unico, immenso rammarico resterà quello di non averlo potuto ammirare sul grande schermo, con la speranza di una futura riproposta.
«Chi ha sofferto è più evoluto», dice il bestiale Kevin Crumb in Split di M. Night Shyamalan. Nulla di più vero. E Zack Snyder e la sua Justice League ne sono la conferma, perchè scindere il senso e il cuore di un’opera dal volere del suo creatore è quantomai impossibile. Una questione privata.


CAST & CREDITS

(Zack Snyder’s Justice League); Regia: Zack Snyder; sceneggiatura: Chris Terrio; fotografia: Fabian Wagner; montaggio: David Brenner, Dody Dorn; musica: Tom Holkenborg; interpreti: Ben Affleck, Henry Cavill, Amy Adams, Gal Gadot, Ray Fisher, Jason Momoa, Ezra Miller, Willem Dafoe, Jesse Eisenberg, Jeremy Irons, Diane Lane, Connie Nielsen, J. K. Simmons, Ciarán Hinds, Zheng Kai, Amber Heard, Joe Morton, Peter Guinness, Harry Lennix, Jared Leto, Joe Manganiello, Ray Porter, Robin Wright, Billy Crudup; produzione: Atlas Entertainment, The Stone Quarry; distribuzione: Warner Bros.; origine: U.S.A., 2021; durata: 242’


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