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Tre cuori

Pubblicato il 6 novembre 2014 da Fabiana Sargentini
VOTO:


Tre cuori

Una storia d’amore, un triangolo, due sorelle e uno sconosciuto, Alla Chabrol, a La signora della porta accanto. Un film classico con una trama che ricorda tante altre, fotografato bene, accompagnato da una musica di commento da thriller che, inizialmente, dovrebbe avere l’effetto di spiazzare lo spettatore e introdurre l’elemento di pericolo insito nelle relazioni pericolose amorose.

L’incontro tra Marc (Benoît Poelvoorde) e Sylvie (Charlotte Gainsbourg) in un bar davanti ad una stazione di provincia: lui Jaime perso l’ultimo treno, lei compra un pacchetto di sigarette. Il loro è un incontro banale, prevedibile, fulminante: due solitudini che fumano insieme alcune sigarette senza nemmeno scambiarsi le presentazioni. Una notte passata insieme senza neppure un bacio, parole poche ma fondamentali, complicità da coup de foudre. La notte finisce nel giorno, un altro treno aspetta l’uomo, lei lo accompagna. Non riescono a non dare un seguito a quella notte: venerdì prossimo a Parigi alle 18 al giardino delle tulleries alla fontana. Lei ha un compagno con cui sta per trasferirsi in America. Lui vive nella capitale. Si rivedranno? Sylvie non pensa ad altro che a lui, si confessa con la bella sorella Sophie (una magrissima Chiara Mastroianni), serenamente fidanzata e proprietaria con la sorella di un negozio di antiquariato ereditato dalla madre (Catherine Deneuve). Arriva il venerdì. Sylvie sale sul treno verso Parigi, verso un amore di cui non sa nemmeno il nome. Si siede su una di due sedie vicine nel giardino delle Tulleries quasi al tramonto e aspetta. Nel frattempo Marc ritarda con dei cinesi in un dialogo paradossale, corre alla macchina, sempre più affannato guida verso la donna del destino ma è fermato da un forte malore che poi viene chiamato infarto dai medici. La bella Sylvie inconsapevole di tutto crede di non essere stata raggiunta, si spegne sempre più come il sole che cala all’orizzonte, si alza e si allontana nella sua maxi giacca di taglio maschile (quale donna non desidera avere l’eleganza shabbychic innata della anglo-francese Charlotte?).

Poi il destino gioca con i nostri due protagonisti, Marc andando a cercare la sua bella senza nome incontra invece la sorella Sophie, lentamente se ne innamora e senza sospettare nulla incomincia con lei una vita tranquilla. A questo punto, per la prima di tre volte, incombe una voce fuori campo quasi divina su sfondo di musica angosciante da thriller: qui gatta ci cova. Nulla è come sembra, la felicità non è mai così limpida e, prima di sposarsi, attraverso lo schermo di un computer Marc scopre la parentela delle due donne. Non si sottrae, è troppo tardi e forse questa passione platonica limitata ad una notte è insufficiente a mettere a soqquadro i programmi di una possibile felicità matrimoniale. Ma l’incontro alla cerimonia è fatale e tutto tra i due, fedifraghi a questo punto, si riaccende più vivo che mai. Il melodramma si miscela con la vita, la credibilità non sempre è totale, alcune scelte registiche sono apprezzabili, altre didascaliche.


CAST & CREDITS

(3 coeurs); Regia: Benoît Jacquot; sceneggiatura: Benoît Jacquot, Julien Boivent; fotografia: Julien Hirsch; montaggio: Julia Gregory; interpreti: Charlotte Gainsbourg, Catherine Deneuve, Chiara Mastroianni, Benoît Poelvoorde, Caroline Piette; musica: Bruno Coulais: produzione: Edouard Weil, Rectangle Production; distribuzione: BIM origine: Francia, 2014; durata: 100’;


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