About Elly

Durante una vacanza al mare con un gruppo di amici, una giovane donna scompare in circostanze misteriose. Già sentito? No, non è L’avventura di Antonioni. I protagonisti sono un gruppo di ex compagni di università, guidano il suv e hanno trovato una casa allegramente fatiscente sulle rive del Mar Caspio. Tra loro c’è anche Elli, che fa la maestra elementare e non conosce nessuno ma, come si scopre quasi subito, è stata invitata per conoscere uno dei partecipanti, divorziato alla ricerca di una nuova storia. Tutto il gruppo affettuosamente cospira perchè tra i due nasca qualcosa, ma Elli mostra qualche segnale di disagio, vorrebbe tornare a casa prima degli altri, fa e riceve strane telefonate. Improvvisamente uno dei bambini presenti, per il quale Elli fino ad un attimo prima stava facendo volare l’aquilone, rischia di annegare e viene salvato in extremis, ma Elli dov è? È stata risucchiata dalle acque? O ha deciso di andarsene comunque prima, malgrado le insistenze degli altri perchè rimanesse? E come informarsi se è tornata a casa, dato che sua madre è malata di cuore e non può subire choc? E soprattutto chi è Elli?
Diversamente dal film di Antonioni, in cui la scomparsa catalizza in negativo le emozioni dei protagonisti, portando ad una sorta di rimozione dell’accaduto, in About Elli la componente di suspence pur non essendo di interesse centrale per il regista, non viene meno, anzi si fonde con l’esplosione psicologica che coinvolge le dinamiche dei vari personaggi. La misteriosa scomparsa della altrettanto misteriosa ragazza spezza l’atmosfera idilliaca che caratterizza la prima parte del film, fatta di allegria, divertimento, flirt, gioco dei mimi. Le innocenti bugie della bella e carismatica Sepideh, vera e propria anima del gruppo, che fino ad allora sono servite ad aggirare piccoli ostacoli organizzativi, ora appaiono come la punta dell’iceberg di qualcosa di molto più ampio: Sephide infatti è l’unica a conoscere Elli, ed aveva un motivo preciso per invitarla in questa breve vacanza. Il non detto, i reciproci sospetti, le rispettive accuse tra i componenti del gruppo di aver detto o fatto qualcosa per causare la morte di Elli o semplicemente il suo allontanamento volontario, crescono in maniera esponenziale fino ad esplodere in una violenza prima impensata.
La scomparsa di Elli sconvolge gli equilibri, o meglio li riporta a dinamiche ancestrali: il gruppo di amici (professionist, benestanti, dagli atteggiamenti “di sinistra” ) si distingue da quello di un qualsiasi altro film solo per il piccolo particolare che le donne portano il velo, in maniera moderna, che lascia vedere i capelli sulla fronte, ma sempre velo. Dopo il misterioso accadimento, i ruoli tornano ad essere meglio definiti, quantomeno secondo quello che sappiamo dell’Iran da libri, film e fumetti: e un personaggio misterioso che appare verso la fine (fidanzato? fratello? un mitomane che dichiara di conoscere Elli?) riporta bruscamente a quelli che purtroppo da qualche parte sono gli unici veri criteri di valutazione dell’integrità di una persona, ovvero il suo “onore“, la sua sottomissione a regole comportamentali ben precise, che per gli uomini non valgono.
Il regista Asghar Farhadi ha il merito di emanciparsi dal “cinema iraniano da festival” ormai un sottogenere d’autore cui si devono da qualche anno a questa parte meravigliose opere che però stanno finendo drammaticamente per somigliarsi. Farhadi rifiuta la scorciatoia del poetico neo-neo-realismo che piace tanto agli occidentali per realizzare una storia allo stesso tempo universale (il mistero della scomparsa) e particolare (identificazione di una donna, però secondo specifici canoni culturali nazionali, che implicano una condanna senza necessità di prove). Grazie soprattutto ad un cast perfettamente sincronizzato nelle sue dinamiche e di rara naturalezza, dietro cui si vede l’attività anche teatrale del regista, il film avrebbe potuto scegliere la via di Antonioni, con esiti più sicuri ma forse più scontati. Coraggiosamente Fahradi decide di non lasciare il finale aperto ma finisce per moltiplicare testimonianze inverificabili come in un nuovo Rashomon.
(About Elli); Regia e sceneggiatura: Asghar Farhadi; fotografia e montaggio: Hossein Jafarian; interpreti: Golshifteh Farahani, Taraneh Alidousti, Mani Haghighi, Shahab Hosseini, Merila Zarei; produzione: Asghar Farhadi; origine: Iran, 2009; durata: 119’
