Alexandra

Alexandra Nikolaevna raggiunge il nipote, uno degli ufficiali, al fronte, al confine con la Repubblica Ceca: non lo vede da sette anni. L’arrivo al campo militare la porta in una realtà sconosciuta, tra carri armati e fucili, dove impercettibile è il momento che passa tra la vita e la morte.
Con questa storia, Aleksandr Sokurov ci regala Alexandra, uno dei film più belli della competizione ufficiale del Festival di Cannes 2007. Si confronta con la guerra il grande regista russo, ma lo fa alla sua maniera; rifiutando, cioè, i trionfalismi di una rappresentazione spettacolare che mostri corpi dilaniati o esplosioni fragorose, con soluzioni che l’autore stesso definisce ‘volgari’ nell’insistente ricerca di un qualche fascino dello scontro armato.
Il regista decide di affidare il racconto agli occhi di una donna anziana, stanca, dal sorriso intimo, ma sincero. Al suo stupore nel ritrovarsi dentro la pancia di un cingolato o nell’imbracciare, quasi nel bisogno di un contatto fisico con la guerra, un kalashnikov. Nel suo sguardo sembra passare tutta la Russia, grande potenza ormai ingiallita. Nel suo incedere lento, zoppicante, in un caldo maledettamente afoso, c’è tutta la stanchezza ed il peso di una vita che volge al termine e del timore di una vecchiaia già arrivata e ormai inarrestabile, ma c’è anche l’incontro con una gioventù costretta a diventare adulta improvvisamente.
Intorno a lei, però, i soldati tornano a diventare bambini; i loro volti ridiventano puliti, dai tratti sognanti. La presenza di Alexandra sembra ricongiungerli lentamente con le famiglie da tempo lontane, con un calore umano che era stato dimenticato.
Non si può inquadrare il film, né lo si può chiudere in una etichetta; lo si può solo ammirare nella splendida musica che non lascia alcuna ripresa priva del suo commento, pur senza arrivare alla prevaricazione, nell’occhio di un regista che racconta la straordinarietà sia geografica che sensoriale della guerra, rifugiandosi nei passi lenti e stanchi della sua protagonista. L’incontro con le donne ucraine è forse uno dei passaggi più emozionanti del film. Non accade nulla se non due vecchie, di paesi diversi, che improvvisamente si trovano a parlare scoprendosi amiche, strette da un sentimento pudico che si scioglierà in un abbraccio finale.
Da Sokurov avremmo voluto farci raccontare il suo modo di accostarsi alla storia, la scelta di ritirarsi in una forma visiva che spesso si incrocia con la lirica. Di film di guerra ne abbiamo pieni gli occhi, ma Alexandra ci ha stupito per la sua leggerezza e per una straordinaria lezione di cinema da racchiudere in una sola parola: semplicità.
(Alexandra); Regia, soggetto e sceneggiatura: Aleksandr Sokurov; fotografia: Aleksandr Burov; montaggio: Sergej Ivanov; musica: Andrej Sigle; interpreti: Galina Vishnevskaya (Alexandra), Vasily Shevtsov (Denis), Raisa Gichaeva (Malika); produzione: Proline Film; distribuzione: Rezo Film; origine: Russia, 2006; durata: 92’
