Alvin Superstar

A poco più di un mese di distanza dall’uscita americana, dove ha letteralmente sbancato i botteghini, arriva in Italia Alvin Superstar, trasposizione cinematografica del celebre cartone animato USA, nato nel 1961 dalla fervida immaginazione di Ross Bagdasarian. A dirla tutta la serie animata che racconta le avventure di Dave Seville, un musicista single di circa trent’anni, e dei suoi 3 buffi animaletti parlanti (i Chipmunks, dispettosa specie animale del tutto simile agli scoiattoli, molto diffusa nel Nord America) è ben nota anche nella nostra Penisola, soprattutto a chi tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta aveva tra i quattro e i dieci anni. La sigla cantata da Cristina D’Avena Alvin rock’n roll e i brani eseguiti dagli stessi Chipmunks erano molto popolari tra i bambini di quel periodo, i quali molto spesso a casa o a scuola, durante la ricreazione, giocavano a rivivere le avventure della singolare rock band, interpretando, di volta in volta, Alvin (il leader), Simon (l’intelligentone) e Theodor (il grasso, vorace, goffo e tenero del gruppo).
La trama della serie televisiva era piuttosto atipica: tre pelosi animaletti parlanti, dalle spiccate doti canore, vanno a vivere con Dave Seville, il quale, non solo adotta le tre bestiole trattandole come fossero i suoi figli naturali, ma compone per loro diverse canzoni che li portano a diventare delle vere star del panorama musicale internazionale.
Il film, molto semplice e dall’intreccio abbastanza scontato, ha il pregio di recuperare storie e situazioni del cartoon e di trasportarle fedelmente all’interno di una pellicola con attori veri, riuscendo, grazie anche all’utilizzo delle canzoni originali composte da Bagdasarian in persona nel lontano ’61 (come ad esempio la celebre Christmas Don’t Be Late), a riproporre gli stessi sapori e le medesime atmosfere della sua epoca.
Lo spettatore, per tutta la durata del film, ha la sensazione di assistere ad un episodio speciale della serie televisiva e i volti e le evoluzioni dei tre roditori, sono stati realizzate così bene in computer grafica da sembrare reali. Splendido il lavoro fatto soprattutto sul tenero Theodor e l’occhialuto Simon, mentre risulta meno riuscito Alvin, il quale pur essendo il più frizzante del gruppo non riesce ad eguagliare le prestazioni del suo antenato disegnato, non giustificando quasi mai il celebre urlo/rimprovero («Aaalviiinn!!!») che il buon vecchio Dave soleva rivolgergli ogni qual volta combinasse un pasticcio. La regia di Tim Hill, già regista di Garfield 2, si ispira molto a quella degli episodi animati di Alvin Superstar, soprattutto nelle sequenze in cui i tre fratelli si esibiscono in arene, teatri e discoteche, dimostrando di trovarsi a proprio agio con la materia (non a caso è lo sceneggiatore di diverse puntate di SpongeBob) ma anche di aver poco coraggio nell’osare, preferendo sempre l’inquadratura più ovvia e facile da realizzare. Un film adatto principalmente ai bambini e a tutti coloro abbiano nostalgia del dolcissimo trio canoro; meno indicato, invece, per chi non conosce il cartoon o odia vocine stridule e smielate.
(Alvin and The Chipmunks); Regia: Tim Hill; soggetto: tratto dai personaggi di Alvin and The Chipmunks creati da Ross Bagdasarian; sceneggiatura: Jon Vitti, Will McRobb, Chris Viscardi; fotografia: Peter Lyons Collister; monaggio: Peter E. Berger; musiche: Christopher Lennertz; interpreti: Jason Lee (Dave Seville), Cameron Richardson (Claire Wilson), David Cross (Ian Hawke), Justin Long (voce Alvin), Matthew Gray Gubler (voce Simon), Jesse McCartney (voce Theodor); produzione: Bagdasarian Productions, Fox 2000 Pictures, Regency Enterprises; distribuzione: 20th Century Fox; origine: USA 2007; durata: ’92.
