Always – Sunset on Third Street – 2

Nel 2005 Always porta sullo schermo il manga di culto di Saiga Ryohei. Tale il successo di pubblico (in Giappone ma non solo) che è stato naturale per Yamazaki Takashi iniziare a pensare ad un sequel. Nasce così Always – Sunset on Third Street – 2.
Siamo sempre nella Tokyo di fine Anni ’50, splendidamente ricostruita attraverso un uso delicato quanto elegante della computer graphic, e il nucleo dei personaggi principali resta invariato. In un piccolo quartiere della capitale si intrecciano le vite e le storie dei suoi abitanti. Il respiro del film è molto ampio, grazie anche a una regia pienamente consapevole della struttura melodrammatica, eppure Yamazaki riesce, come nel primo film, a trovare e a portare in scena una intimità sorprendente.
Non una storia unica, piuttosto un crocevia di esperienze in una via che da sola racchiude un piccolo microcosmo. Tutti si conoscono. Tutti si aiutano. Proprio l’elemento solidale, ai giorni nostri sempre più difficile da rintracciare, è per il regista più che una semplice suggestione da seguire. È parte importante, se non principale, del motore che spinge l’azione sino all’epilogo.
In questo ultimo lavoro Takashi eleva a ruolo di protagonista Chagawa, lo sconclusionato ma talentuoso scrittore costretto questa volta a crescere e ad assumersi pesanti responsabilità per confermare la custodia del piccolo Junnosuke. Ma non è il solo. Come detto, nessuno dei protagonisti del primo film viene abbandonato. Ognuno ha la sua piccola storia da portare a compimento e ad ognuno è concesso di farlo.
Tornando alla computer graphic poi, l’uso che ne fa Takashi è uno dei segreti della riuscita del film. Abbondano, infatti, gli effetti visivi (la ricostruzione della Tokyo di fine anni ’50 è accuratamente minuziosa) ma defluiscono più che bene nel film rendendosi difficilmente rintracciabili. Solo grazie a questa apparente invisibilità, peculiarità dello stile del regista, è possibile trasmettere alla pellicola quel calore di cui è profondamente pervasa. Tutto, dalla struttura interna del racconto all’uso massiccio di una omnipresente (e piuttosto pedante da sopportare a dire la verità) colonna sonora, riporta alla maestosità del melodramma. Non latitano momenti di stanca (e del resto in 146’ di proiezione sarebbe stato anomalo il contrario) in cui l’elemento patetico è talmente accentuato da appesantire non poco il racconto.
In patria il film ha avuto un’accoglienza trionfale, superando al botteghino anche l’incasso non indifferente (circa 30 milioni di dollari) del primo episodio. Il teatro nuovo di Udine si è sciolto in un caldo applauso ai titoli di coda, a noi il film è piaciuto a metà. Buona qualità ma non eccelsa. Meglio Always 1 in definitiva, pellicola più compatta e meno lacrimevole.
(Always – Sunset on Third Street – 2) Regia: Yamazaki Takashi; sceneggiatura: Yamazaki Takashi, Furusawa Ryota; fotografia: Shibasaki Kozo; montaggio: Miyajima Ryuji; musica: Sato Naoki; scenografia: Kamijo Anri; interpreti: Yoshioka Hidetaka, Suga Kenta, Tsutsumi Shin’ichi, Horikita Maki; origine: Japan, 2007; durata: ‘146;
