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ASYLUM

Pubblicato il 23 febbraio 2004 da Giovanella Rendi


ASYLUM

Nel vedere Asylum di David Mackenzie, piano piano sorge una strana sensazione di deja vu: non tanto rispetto al suo precedente Youg Adam, anche se con esso ha in comune il binomio inscindibile eros/thanatos filtrato attraverso uno spettro di colori gelidi. No, è qualcosa di diverso e ci si mette un po’ di più a capirlo. In realtà quello che viene in mente allo spettatore, in maniera prima subdola e poi via via più chiara, è Spider di Cronemberg, e non è un caso, dato che entrambi sono tratti da romanzi di Patrick McGrath, noto in Italia anche per Il morbo di Haggard, tra le cui dichiarazioni si legge: le storie d’amore contraddistinte da ossessione sessuale sono un mio interesse professionale ormai da molti anni. Così come in Spider, malgrado una sceneggiatura di ferro, un cast di ottimi attori, una regia che sa essere creativa senza virtuosismi gratuiti, si sente che manca qualcosa e allo stesso tempo che c’è qualcosa di troppo. Forse nel timore di eccedere, maneggiando materiale esplosivo, il regista si tiene un po’ troppo a freno, nascondendosi dietro lo scrittore, senza sapersi poi liberare e decidendo di proseguire dove avrebbe magari dovuto tagliare. La storia di Stella, che, negli anni Cinquanta, malmaritata ad uno psichiatra, viene travolta dalla passione per un suo paziente uxoricida e violento e che per lui distrugge se stessa e tutti quelli che gli stanno intorno, insiste eccessivamente sul legame ossessivo tra i due amanti, tema che al cinema non rappresenta certo una novità. Si poteva invece approfondire di più quello che forse è il vero tema di fondo, ovvero l’idea che l’autentico amour fou sia il rapporto medico-paziente, e che il vero malato sia lo psichiatra (impersonato con la consueta grazia satanica da Ian McKellen) che ha bisogno sia di qualcuno che dipenda da lui, sia di giocare sadicamente con le passioni degli altri, in quanto a lui negate.

[febbraio 2004]

regia: David Mackenzie sceneggiatura: Patrick Marber, dal romanzo di Patrick McGrath Follia fotografia: Giles Nuttgens montaggio: Colin Monie, Steven Weisberg musica: Mark Mancina interpreti: Natasha Richardson, Ian McKellen, Marton Csokas, Hugh Bonneville produzione: Seven Arts Pictures origine: Usa/Irlanda 2004 durata: 93’

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