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BACIATI DALLA SFORTUNA

Pubblicato il 6 luglio 2006 da Marco Di Cesare


BACIATI DALLA SFORTUNA

(S)Fortuna: un semplice prefisso negativo, un fonema sibilante come il serpente tentatore che ci ha convinti alla perdizione, sintetizza la sottile distinzione che divide gli uomini gli uni dagli altri, i sommersi dai salvati, al di là del talento, dell’impegno o di qualsiasi altro merito personale, in un mondo dove molti hanno capacità da poter sfruttare, ma dove solo una minima parte riesce a elevarsi (e non sempre si tratta di quella “migliore”).
Nella fluida capacità grazie alla quale una lingua sa interpretare la dicotomia del nostro vivere, si trovano sintetizzate due figure allegoriche, quali i giovani newyorkesi Ashley Albright (Lindsay Lohan) e Jake Hardin (Chris Pine): l’uno l’opposto dell’altra, sono lo yin e lo yang dell’umano vivere. Lei è la ragazza più fortunata in tutta New York City; lui è l’incontrastato re nell’attirare calamità. Lei lavora in un’importante società per le pubbliche relazioni; lui è il manager di uno sconosciuto gruppo musicale venuto dalla Gran Bretagna, i McFly. Ma entrambi hanno come comune oggetto del desiderio un uomo, il ricchissimo e potente produttore musicale Damon Phillips (Faizon Love): Ashley deve organizzare un’imponente festa per lui, alla quale dovrà accorrere il jet set; Jake, invece, aspira a porgergli il demo dei suoi protetti.
Un bacio solo può mettere in comunicazione questi due speculari opposti: e la principessa diventerà un rospetto, mentre il sommerso potrà vedere una luce inaspettata. Perché la Fortuna sembrerebbe far parte della nostra anima: assieme all’afflato che si accompagna al baciare, anche una parte di noi ci abbandona. Un bacio appassionato scambiato tra due sconosciuti in maschera, circondati da una folla in festa: il luogo deputato a un Carnevale, ovvio emblema di un mondo alla rovescia. E il Caos solo può unire due mondi che, ingiustamente, non hanno mai comunicato tra loro.
Ma perdersi di vista è ciò che conta: perché entrambi possano vivere come mai è stato loro concesso. E si ritroveranno, senza riconoscersi: Jake prenderà Ashley sotto la sua ala protettrice, riconoscendo in lei quello che lui è stato. Lei sarà, allora, alle prese con il vecchio e umile lavoro di lui: diventerà una sfruttata tuttofare in un bowling; dovrà anche dismettere le scarpe coi tacchi alti, ultimo segno del suo passato di elegante e viziata donna in carriera.
Ma alla fine l’amore, ormai riconosciutosi come tale, saprà mischiare le carte in tavola: una sequenza senza fine di baci darà vita a un ininterrotto flusso di (s)fortuna tra i due, in una totale comunicazione e messa in comunione tra innamorati, a ricostituire la giusta armonia del mondo, dove l’alto mai più vivrà lontano dal basso.
Una Lohan sempre molto ammiccante, non si discosta dallo stereotipo di se stessa: essere poco più che una teen star. L’attrice ha affermato di essersi molto riconosciuta nel personaggio di Ashley: una ragazza incamminatasi lungo la strada della maturità. A questo punto, sarebbe meglio considerare, come diploma di Lindsay, la sua partecipazione a A Prairie Home Companion, l’ultimo lavoro del sempre grande Altman: non tanto per la sua performance, quanto per l’essersi avvicinata al cinema degli adulti. In Baciati dalla sfortuna è comunque molto a suo agio dentro i meccanismi della commedia fisica, completamente risucchiata in divertenti gag quasi a rotta di collo, al pari del suo partner Chris Pine. Questo fiabesco e simil disneyano film sa far ridere, tanto che il suo romanticismo non risulta mai stucchevole: probabilmente perché appartiene a uno dei pochi generi cinematografici in cui gli Americani sanno ancora eccellere.
Il film è stato girato tra New Orleans (poco prima che Katryna si abbattesse su di lei, devastandola) e, appunto, New York City. Veri, quindi, sono il Rock ‘N’ Bowl e il penitenziario nel quale Ashley trascorrerà la sua prima notte da novizia della sfiga. La Grande Mela, invece, è vista attraverso i suoi luoghi più universalmente noti: Central Park, Times Square e la Grand Central Station.
Un’intenzione per nulla velata di questo film è anche quella di far conoscere al pubblico americano la britannica teen pop-rock band dei McFly, che ha già raggiunto un grande successo in patria. La loro musica è una facilmente dimenticabile commistione di brit-pop di beatlesiana memoria e di surf-pop dei Beach Boys, con in aggiunta venature pop-punk alla Blink 182: di certo nulla di nuovo ed esaltante al di sotto del nostro cielo.

(Just My Luck) Regia: Donald Petrie; soggetto: I. Marlene King, Jonathan Bernstein, Mark Blackwell, James Greer; sceneggiatura: I. Marlene King, Amy B. Harris; fotografia: Dean Semler; montaggio: Debra Neil-Fisher; musica: Teddy Castellucci; scenografia: Ray Kluga; costumi: Gary Jones; interpreti: Lindsay Lohan (Ashley Albright), Chris Pine (Jake Hardin), Faizon Love (Damon Phillips), Missi Pyle (Peggy Braden), Samaire Armstrong (Maggie), Bree Turner (Dana), Katy (Makenzie Vega), McFly (se stessi); produzione: New Regency Productions, Cheyenne Enterprises LLC.; distribuzione: 20th Century Fox Italia; origine: U.S.A. 2006; durata: 104’; web info: sito italiano, sito internazionale

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