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BAD BOYS 2

Pubblicato il 22 ottobre 2003 da Marino Galdiero


BAD BOYS 2

La coppia Bay-Bruckheimer è alla quinta collaborazione: sodalizio iniziato proprio con il primo Bad Boys, campione di incassi nel 1995 e primo film per Bay, che in precedenza aveva diretto video musicali e spot pubblicitari. E potremmo continuare a citare record e cifre da capogiro perché il loro cinema è pura tensione agonistica, si comportano nella realizzazione di un film come in una gara sportiva: sono proiettati a superare i limiti della loro ultima prestazione personale. Con loro la critica cinematografica si sposta in un campo affine al cinema, in ordine alla sua dimensione spettacolare postmoderna, si entra nell’ambito sportivo. Quando parliamo di Bad Boys 2 - ma il discorso sarebbe lo stesso per le altre loro produzioni, tipo The Rock, Armageddon, Pearl Harbor - valutiamo incassi, segnaliamo scene spettacolari, movimenti di macchina impensati, automobili che volano in aria, la musica che pompa, ritmi adrenalinici, esplosioni, corpi divelti, pezzi di donna mozzafiato, eroici attori simbolo. Parti di un catalogo da comparare diligentemente, da rispettare maniacalmente, quasi come dei collezionisti dell’eccesso, o meglio: tifosi di fronte alla propria squadra di calcio. Allora la Ferrari 575 Maranello grigia con a bordo i due mitici protagonisti, Martin Lawrence e Will Smith, che pistano all’inseguimento di un semiarticolato con 15 auto pronte ad essere sganciate e accartocciate sulla MacArthur Causeway (una sopraelevata che collega il centro di Miami alla penisola nota come City of Miami Beach), sono il team a cui noi pubblico aderiamo, privi dei nostri occhi. Non è importante quanto vede e come vede lo spettatore, in Bad Boys 2, ma quanto sente e come sente. Si tratta di sentire la violenza dell’urto della macchina come se un impossibile spettatore si trovasse veramente all’interno della Ferrari con Martin e Will. Siamo fuori dal fascino malinconico del crash di un grattacielo, altrove rispetto al tentativo di lasciar implodere un blockbuster, e privi del gusto della citazione ironica - nulla di ciò sfiora il film anche solo di sfuggita. Collante delle tante parti del catalogo da prestazione record, diffuse nei vari scontri, è un meccanismo semplice, inserito in una storiella idiota. Ovviamente non è una novità, si ripete probabilmente da quando è nato il cinema in ogni film d’azione, a dimostrazione del suo funzionamento e del suo infinito sfruttamento commerciale. Per farla breve ci riferiamo all’alternarsi di sequenze cariche di tensione, dove si rischia la vita, ad altre rilassanti sino alla comicità. Insomma alta tecnologia per la realizzazione di scene spettacolari, accompagnate da una storia banale, così da sostenere l’impianto ingegneristico di fronte ad un pubblico considerato psicologicamente elementare.

[ottobre 2003]

regia: Michael Bay sceneggiatura: Ron Shelton, Jerry Stahl montaggio: Mark Goldblatt, Thomas A. Muldon, Roger Barton fotografia: Amir Mokri musica: Trevor Rabin interpreti: Martin Lawrence, Will Smith, Gabrielle Union, Jordi Mollà, Peter Stormar, Theresa Randle, Joe Pantoliano produzione: Don Simpson/Jerry Bruckheimer origine: USA 2003 distribuzione: Columbia Tristar Italia web info: www.badboys2.it

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