Bad moms - Mamme molto cattive

Dando per acquisito che le cattive madri non esistono (o lo sono tutte) la pellicola Bad moms - mamme molto cattive segue le vicende di tre mamme classiche (fintamente non politically correct) americane, ognuna stereotipo di una categoria precisa: la protagonista Amy Mitchell (interpretata da Mila Kunis - un ruolo su tutti il cigno nero dell’omonimo film di di Darren Aronofsky) fa la ragazza madre, non nel senso letterale di una donna senza un compagno ma di una che ha generato prole da giovane col primo uomo con cui è andata a letto; Kiki (interpretata da Kristen Bell, nota protagonista della serie TV Veronica Mars) è la madre prolifica, quella che di figli ne ha quattro e se ne occupa da sola, ha un marito che guadagna parecchi soldi (valore fondante U.S.A.) ma, in cambio, pretende la totale dedizione femminile al focolare domestico; Carla (interpretata da Kathryn Hahn, ottima caratterista, in forma smagliante) la divorziata mamma single cinica, madre di un unico maschio adolescente che tratta male perché non è riuscita a farlo col padre. Scritto e diretto da Jon Lucas e Scott Moore (autori di Una notte da leoni) è un po’ una trasfigurazione al femminile del buddy movie, sotto-genere cinematografico che ha al centro l’amicizia tra due personaggi, più spesso maschili (declinato dentro road movie, western, commedie, film d’azione), che raggiunge i massimi livelli nella coppia Jerry Lewis e Dean Martin (Artisti e modelle (1955) e Hollywood o morte! (1956) diretti da Frank Tashlin), negli irresistibili Jack Lemmon e Walter Matthau, per fare qualche titolo Non per soldi ... ma per denaro (1966) diretto da Billy Wilder, La strana coppia (1968), Prima pagina (1974). Il genere è stato ripreso negli ultimi anni nella cinematografia statunitense con discontinui risultati.
Le tre fanno amicizia per spirito di sopravvivenza, perché l’unione fa la forza: contro le mamme perfette, che vivono la maternità come la più meravigliosa e appagante esperienza della loro esistenza, loro tre decidono di tornare ad essere libere, di bere, di sognare, di mettere al centro i propri desideri e non quelli di qualcun altro (seppur uscito dalle tue parti intime). Si incontrano in un bar, si ubriacano una prima volta e in quello stato alterato attuano vandalismo, saccheggio, sprezzo generale di oggetti materiali e di persone peggio di un gruppo di camionisti infoiati dopo un viaggio di mesi senza soddisfazione fisica. Una larga gamma di gradazioni di trash sdoganate con la scusa del genere femminile, dialoghi e scene di simulazioni sessuali oltre l’imbarazzo dello spettatore (che si può immaginare pertinente sul set durante le riprese), inno sotottinteso all’alcolismo come scioglimento dei freni inibitori e risoluzione dei problemi pratici. Il plot rasenta la banalità assoluta ma qui l’elemento basilare della trama almeno zavorra a un mondo reale (che non si vede sulla scena), che non è quello fatto solo di macchine decappottabili d’epoca, ville lussuose dove Martha Stewart (nota conduttrice televisiva, icona di life style e ménage domestico) offre gelatine di frutta dopate alla vodka come una cameriera qualunque, aerei privati con cui fare gite ovunque si desideri, capi di lavoro nerd pronti a tutto pur di riavere l’unica dipendente over trenta ribelle. Balli, feste, cinema al pomeriggio, sesso libero col primo che capita che però è un papà vedovo (decisamente non più a lutto), che la luma a scuola da tempo e le regala molto orgasmi la prima volta che fanno sesso.
Qualche dialogo, seppur volgare, fa ridere: "Forse non era Vin Diesel. Forse mi sono solo scopata un calvo" Carla dopo aver millantato avventure vip. "Vuoi farti scopare o vuoi farti adottare?". Le amiche al bar dopo che Amy ha fatto fuggire una dozzina di candidati. "Cerca di non fare la mamma" come consiglio per rimorchiare. Avere l’ambizione di "Crescere i propri figli come persone buone": banale ma vera. "Mio figlio vede ancora i "Teletubbies" e non li capisce". La terapeuta di coppia: "Ogni matrimonio è il salvabile. Questo no". "Le madri non si arrendono mai, quello è da padri". "Perché io sono una cazzo di madre e noi proteggiamo i nostri figli. Alza le poppe!". "Essere una buona mamma non è più possibile". "A me la Tata trattata piace più di mio marito". "Io non ho figli ma vengo a questi appuntamenti perché sono sola" alla elezioni dei rappresentanti di istituto. "Ho sequestrato erba a mio figlio e me la sono fumata".
Spesso ci si domanda dove queste simpatiche gradasse madri abbiano lasciato i ragazzini ma, vabbè, si sa, nei film c’è sempre qualcuno che pure all’ultimo li bada, prima che diano fuoco alla casa o che si sballino di metanfetamina o che perdano la verginità con qualche pedofilo al parco. Tutto è bene quel che finisce bene: separazioni per il bene di tutti, figli adolescenti finalmente abbracciati e accompagnati a noiosissime partite di rugby, passeggini spinti verso la scuola da padri improvvisamente trasformati in maggiordomi governanti cuochi e amanti. Mentre nel cielo volano gli asini e i vampiri si abbuffano di spaghetti aglio e olio. Buona visione.
(Bad moms); Regia: Jon Lucas, Scott Moore; sceneggiatura: Jon Lucas, Scott Moore; fotografia: Jim Denault; montaggio: James Thomas, Emma E. Hickox; musica: Christopher Lennertz; interpreti: Mila Kunis, Kristen Bell, Kathryn Hahn, Christina Applegate, Jada Pinkett Smith, Jay Hernandez; produzione: Block Entertainment, Stx Entertainment; distribuzione: Italian International Film, M2 Pictures; origine: USA, 2016; durata: 101’
