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BERLINO 2006 - CONCORSO - ELEMENTARTEILCHEN (PARTICELLE ELEMENTARI)

Pubblicato il 12 febbraio 2006 da Giovanella Rendi


BERLINO 2006 - CONCORSO - ELEMENTARTEILCHEN (PARTICELLE ELEMENTARI)

Praticamente sconosciuto in Italia, dove il suo Hanna Flanders ha fatto una rapida e silenziosa comparsa nel 2000, Oskar Roehler è invece considerato in patria e dalle commissioni selezionatrici dei festival tra i maggiori talenti cinematografici. Considerazione niente affatto immeritata, quantomeno per un rigoroso mestiere tecnico, che ha il pregio di fornire un adeguato e sobrio scenario alle sue predilette sceneggiature fortemente melodrammatiche e palesemente debitrici dell’opera omnia di Fassbinder.
Non sorprende, quindi, che il produttore Bernd Eichinger abbia deciso di affidare a lui la trasposizione cinematografica di Le particelle elementari di Michel Hollebecq, discusso cult-book di fine millennio, e di mettergli a disposizione il cast stellare che ogni regista tedesco sogna, che comprende il ritorno sullo stesso set di Franca Potente e Moritz Bleibtreu otto anni dopo lo strepitoso successo internazionale di Lola corre.
Il romanzo, metteva a disposizione tutti i temi più cari a Roehler: l’abbandono da parte della madre, la solitudine, la ricerca disperata dell’amore in tutta la sua purezza, l’altrettanto disperata ossessione per il sesso in cui annegare il male oscuro, l’incapacità umana di affrontare l’infelicità a cui è condannata.
Eppure qualcosa non funziona, l’insieme non sembra valere la somma delle sue parti.
La vicenda dei due fratellastri Bruno e Michael, entrambi abbandonati da una madre hippy e pertanto ossessionati dal sesso rispettivamente per eccesso e per difetto, e delle donne che nonostante tutto li amano e ne vengono (a modo loro) riamate, rimane inerte, poco convinta, come se il regista si sentisse in qualche modo protetto dai suoi precedenti e quindi legittimato a ripetersi senza troppa creatività. Non basta la bravura degli attori, soprattutto Bleibtreu e Martina Gedeck (mentre invece dalla rentreé di Franca Potente dopo il trasferimento oltreoceano ci si attendeva francamente di più), per distrarre lo spettatore da una sensazione di deja-vu, soprattutto rispetto ad Agnes und seine Brüder (passato a Venezia nel 2003) con cui condivide gli aspetti più grotteschi e “pornografici”, anche se il sesso viene sempre inteso come una forma sublimata d’amore, dato che esprimere sentimenti non sembra più essere alla portata dell’uomo.
Non mancano alcuni momenti di grande intensità, che confermano il talento di Roehler, proprio quando il regista prende per così dire le distanze da se stesso, quando osa per lui l’inosabile, ovvero rischiare di raccontare l’amore anzichè i suoi ben più spettacolari surrogati. Insistere eccessivamente sulla sgradevolezza può essere una scorciatoia da esordienti, da Roehler è legittimo attendersi molto di più.

Regia: Oskar Roehler; Sceneggiatura: Oskar Roehler, dal romanzo „Particelle elementari“ di Michel Hollebecq; Fotografia: Carl Friedrich Koschnick; Musica: Martin Todsharow; Interpreti: Moritz Bleibtreu, Christian Ulmen, Martina Gedeck, Franca Potente; Produzione: Constantin Film; Durata: 105’; Origine: Germania 2006


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