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Berlino 2009 - Ruckenwind (Light gradient) - Panorama

Pubblicato il 12 febbraio 2009 da Luca Lardieri


Berlino 2009 - Ruckenwind (Light gradient) - Panorama

Prendete due ragazzi giovani e gay, prendeteli nel pieno della passione. Trascinateli fra i sentieri dei boschi tedeschi. Magari metteteli in sella a due biciclette e poi fateli incontrare con una donna anticonformista e suo figlio, un etero particolarmente curioso. Probabilmente uscirebbe fuori qualcosa di molto simile a Ruckenwind (Light gradient), uno dei peggiori lavori presentati nella sezione Panorama.
Johann e Robin partono, zaini in spalla, per fuggire dalla città, dal rumore e, probabilmente, anche dai pregiudizi. Tra giochi amorosi più o meno violenti, bagni al fiume e palpate di deretano, i due si ritrovano con la tenda da campeggio fatiscente e, come se non bastasse, perdono le loro bici. Per puro caso si ritrovano in una fattoria dismessa: qui verranno ospitati da una donna dalla mentalità aperta e dal figlio di lei, prima scontroso e poi affabile e simpatico, specie con uno dei due giovani gay.
Il viaggio come tema portante di un film di certo non è cosa nuova. Esso implica il movimento fisico e mentale, l’evasione e, allo stesso tempo l’introspezione. E’ proprio questo che cercano i due protagonisti del lavoro di Jan Kruger. Fuggire dalla realtà per trovarne una nuova, magari effimera, ma che con la sua magia possa far dimenticare tutto ciò che viene lasciato alle spalle. L’incipit placido e soporifero lascia sperare che questo viaggio possa portare a qualcosa, qualsiasi cosa. Purtroppo, non solo in alcune sequenze Ruckenwind sembra un filmino delle vacanze, ma irrita anche per la sua totale inutilità. L’interminabile attesa che succeda qualcosa sembra interrompersi quando uno dei due ragazzi, Johann, in preda ad attacchi febbrili dopo aver ingerito delle bacche velenose (già, proprio così), ha dei moti di gelosia nei confronti del suo compagno. E’ un primo passo, forse, verso la realtà. Un primo ostacolo che riporterà i due ragazzi coi piedi per terra, in un mondo in cui non saranno più i protagonisti, ma solo comparse.
Malgrado l’intento di realizzare un film sereno (anche se con un pizzico di amarezza), possiamo affermare senza indugio che Ruckenwind non ha e non può avere alcun tipo di pregio. Alla noia che serpeggia già dalle battute iniziali, segue il fastidio di assistere imperterriti ad una serie di siparietti ben poco divertenti e ad eventi ammassati alla buona. Gli interpreti, giovani ma in gamba, sono l’unica nota intonata. Ma, come si sa, in un’orchestra in cui tutti gli strumenti sono scordati, la nota giusta svanisce come una goccia nel mare.


CAST & CREDITS

(Ruckenwind) Regia e sceneggiatura: Jan Kruger; fotografia: Bernadette Paassen; montaggio: Ute Schall; musica: Tarwater; interpreti: Sebastian Schlecht (Johann), Eric Golub (Robin), Iris Minich (Grit), Denis Alevi (Henri); produzione: Sibylle Mansour; origine: Germania; durata: 75’.


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