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Berlino 2009 - Strella - Panorama

Pubblicato il 12 febbraio 2009 da Giovanella Rendi


Berlino 2009 - Strella - Panorama

È piuttosto problematico parlare di un film così pieno di colpi di scena. Per quanto sia improbabile che un film “greco-queer”, come lo definisce il suo autore, arrivi un giorno nelle sale italiane, sarebbe un peccato rivelare allo spettatore le improvvise svolte nella trama. La prima forse intuibile, la seconda decisamente spiazzante, nel suo essere allo stesso tempo un peccato di hubris e un tenerissimo atto d’amore.
Quello che si può dire della trama è che vede il confluire di due solitudini, quella di Yiorgos, uscito di prigione dopo quindici anni a causa di un omicidio, e quella del transessuale Strella (il cui nome è a sua volta la fusione di Stella e una parola greca che indica la follia): i due dopo aver passato una notte insieme scoprono di avere un reciproco desiderio di amore che va oltre l’attrazione fisica, ma sembrano studiarsi, entrambi aspettano prima di lasciarsi andare, perchè la vita deve averli già feriti parecchio. E qui cominciano i colpi di scena.
Il regista Panos H. Koutras (già autore di The attack of the giant moussaka, dal titolo promettente, ma purtroppo sconosciuto al pubblico italiano) dichiara di essersi ispirato a leggende metropolitane o da aneddoti assolutamente improbabili che vengono raccontati alle feste, e con una certa sfrontatezza ha deciso di metterli in scena. Al di là della provocazione, che va talmente in là da non essere più neanche tale, quello che rende apprezzabile il film è la commistione di trasgressione e sentimento, velata di umorismo, e soprattutto avvelenata in filigrana dagli spettri delle tragedie greche, quelli che punivano spietatamente l’arroganza degli uomini, o meglio il loro coraggio di andare oltre le colonne d’Ercole della ritualità sociale. “La signorina Sofocle, la signorina Euripide, hai presente?” chiede ironicamente a Strella la sua amica Wilma, vecchio trans malato di cancro, quasi la mummia di una diva del tempo che fu, che continua a preparare il suo funerale nei minimi dettagli, come la sua ultima apparizione sulle scene.
Tra le sue anziane, sagge, adorabili drag queen e uno stile esteticamente piuttosto acerbo (o furbamente “sporco”), l’utilizzo di attori non professionisti per la maggior parte dei ruoli, Koutras ricorda l’Almodovar degli esordi, che proprio alla Berlinale vide il suo battesimo internazionale e l’inizio della sua ormai sfolgorante carriera. Con il regista spagnolo condivide il gusto per il melodramma e la battuta fulminante, e soprattutto l’amore per i suoi personaggi: in particolare Strella, interpretata dalla bella e femminile Mina Orfanou, che al personaggio sa donare allo stesso tempo grazia e forza.
Escludendo qualche lungaggine narrativa iniziale, il film risulta piacevole e particolare proprio per la sua gioiosa sfontatezza: sarebbe bello, che come accadde qualche anno fa per quello spagnolo, questo potesse essere l’inizio di una nuova fase per il cinema greco.


CAST & CREDITS

(Strella); Regia: Panos H. Koutras; sceneggiatura: Panos H. Koutras, Panayiotis Evangelidis; fotografia: Olympia Mitilinaiou; montaggio: Yiannis Chalkiadakis; musica: Mikael Delta; interpreti: Mina Orfanou, Yiannis Kokkiasmenos, Minos Theoharis; Betty Vakalidou; produzione: 100% Synthetic Films; origine: Grecia, 2009; durata: 113’.


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