Berlino 2009 - The Private Lives of Pippa Lee - Fuori Concorso

Pippa Lee è una moglie perfetta, madre premurosa di due adulti ragazzi, nonostante la difficoltà ad instaurare un rapporto con la figlia, inappuntabile padrona di casa. Conserva però un mistero, un’adolescenza tormentata cessata di colpo al momento di legarsi al già maturo marito. Improvvisamente Pippa Lee sente inconsciamente una insoddisfazione sempre maggiore, sonnambula vaga per la città inconsapevole delle sue azioni. È qui che inizia a comprendere come la sua apparentemente solida realtà sia solo un castello di carte in procinto di crollare.
Rebecca Miller abbraccia il racconto della giovinezza passata della sua protagonista e le presenti ansie e debolezze con uno sguardo maturo, partecipato, coinvolgente. La sceneggiatura brillante garantisce una struttura forte, nonostante i continui flashback, mettendo in mostra dialoghi ricchi di uno humor sofisticato ed al contempo assai divertente.
La recitazione rarefatta di Robin Wright Penn (è lei che presta il volto a Pippa) risulta azzeccata per raccontare lo smarrimento di una donna che, senza alcun preavviso, prende coscienza di avere troppo presto messo in cantina sogni e aspirazioni giovanili. The Private Lives of Pippa Lee pone in luce anche quei mille segreti che spesso si nascondono dietro le realtà che a prima visto appaiono del tutto prive di pecche (tipiche della società americana), si fa beffe di un ambiente radical chic in cui tutto sembra così controllato da celare in realtà una montagna di tensioni inespresse pronte ad esplodere (di questo si farà carico la nostra Monica Bellucci coinvolta in un piccolo ma significativo ruolo).
Il rapporto tra Keanu Reeves (figlio trentacinquenne di una vecchia amica di Pippa) e la Penn, gestito in maniera assai elegante dalla Miller, si sviluppa seguendo tempi e modi razionali e realistici. Non è difficile da metabolizzare, al contrario di tutte quelle pellicole in cui una relazione raggiunge il suo acme pochi minuti dopo essere stata presentata. La regista sfrutta molto bene i cento minuti in cui si consuma la sua storia, riuscendo ad approfondire ogni elemento racchiuso in fase di scrittura. Così la giovinezza di Pippa è ben raccontata (segnaliamo la breve apparizione di Julianne Moore in versione fotografa di piccanti siparietti) e il rapporto turbolento tra la giovane protagonista e la madre (una brava Maria Bello), anticipazione di quello che Pippa adulta vivrà con la propria figlia, diverte pur trascinandosi dietro l’amarezza propria delle continue incomprensioni.
The Private Lives of Pippa Lee è un dignitoso esempio di un cinema americano che, come già successo con The Messenger e Rage qui a Berlino (pur con le notevoli differenze tematiche), riesce a navigare al meglio dentro la personalità dei personaggi che porta sulla scena, esplorandone i confini caratteriali, cercando di portare alla nostra comprensione quanti più elementi possibili. È un cinema che si nutre dell’uomo e delle innumerevoli crisi d’identità che lo pongono ai margini della contemporaneità.
(The Private Lives of Pippa Lee ) Regia, soggetto, sceneggiatura: Rebecca Miller; fotografia: Declan Quinn; montaggio: Sabine Hoffmann; scenografia: Michael Shaw; interpreti: Robin Wright Penn (Pippa Lee), Keanu Revees (Chris Nadeau), Julianne Moore (Kait), Alan Arkin (Herb Lee), Winona Ryder (Sandra Dulles), Maria Bello (Suky Sarkissian), Blake Lively (giovane Pippa Lee); produzione: Elevation Filmwork, Grand Army Entertainment, Lumina Films, Plan B Entertainment; origine: USA; durata: ‘100;
