Berlino 2011 – Cave of Forgotten Dreams – EVENTO SPECIALE

Troppo facile dire che a Berlino oggi é stato il 3D-Day, peró di fatto é cosi. Si é cominciato la mattina con Les comtes de la nuit di Ocelot in concorso, per proseguire poi con lo scontro tra i due titani di quello che una volta era “il nuovo cinema tedesco”, ovvero Wim Wenders e Werner Herzog. A parte l’uso del 3D sembra difficile trovare una matrice tematica comune al sofisticatissimo e agiografico Pina e Cave of Forgotten Dreams, se non che in senso molto lato entrambi parlano di arte, e mentre appare piuttosto difficile classificare l’opera di Wenders (di certo un film per e non su Pina Bausch) stranamente é Herzog a trovarsi nell’insolita veste del documentarista tradizionale, addirittura ufficialmente selezionato per l’incarico. Un incarico che sembra comunque essere a misura del suo talento visionario, trattandosi di riprendere per una sola settimana quattro ore al giorno una caverna scoperta da 3 speleologi francesi nel 1994, la cui particolarità consiste nell’aver conservato grazie ad una frana le sue condizioni di 35mila anni fa. Un luogo impervio, claustrofobico, cui si accede con grande difficolta solo calandosi dall’alto, che non verra’ mai mostrato che a pochi selezionati scienziati perchè ad altissimo rischio di contaminazione esterna. Una meravigliosa e lunare foresta di stalattiti e stalagmiti, “una capsula temporale”, dunque, come la definisce lo stesso regista, dove non solo il tempo si é fermato, ma ha cristallizzato in se una delle piu straordinarie scoperte dell’epoca recente, ovvero i piu antichi disegni fatti dall’uomo. Parte della caverna, infatti, la più lontana dalla luce, contiene su muri convessi, che quindi ne aumentano il movimento, figure animali in inusuali prospettive, e addirittura con sei o otto zampe a dare il senso del movimento, “come nei primordi del cinema”. Una volta tanto ingabbiato dalle regole del gioco, per forza Herzog é costretto ad adottare almeno nella prima parte del documentario un tono insolitamente didascalico e divulgativo, dietro cui riesce comunque a fare capolino la sua tagliente ironia e la sua capacita’ di fare emergere lo straordinario anche nelle situazioni piu normali. Scopriamo infatti che il giovane e professionalissimo archeologo che partecipa al progetto ha dei trascorsi come artista circense, che l’ex presidente dell’associazione profumieri francesi si aggira intorno alla caverna chiusa per trovare altre vie d’ingresso grazie all’olfatto, incontriamo uno speleologo che sembra la controfigura di Asterix che mostra con poco successo come l’homo sapiens uccidesse animali a colpi di lancia. Ció che affascina é comunque la scoperta che un solo uomo, riconoscibile dal tratto e da un dito spezzato nelle impronte dei palmi ripetute in rosso che lascia scenograficamente su una delle pareti della grotta, abbia realizzato un’opera così straordinaria, perfettamente conservata e dalla prospettiva dalla complessità assolutamente “moderna”, un archetipo platonico che concilia rapporto con la natura ed esigenza di spiritualità, comunque la concepisse il bipede a cavallo tra l’uomo di neanderthal e l’uomo sapiens. Il 3D in questo caso e’ il mezzo che aiuta veramente lo spettatore ad entrare nella caverna e, come a un cieco, a “toccare” quanto piu possibile quello che non vedra’ mai.
Regia e sceneggiatura : Werner Herzog; fotografia : Peter Zeitlinger; montaggio: Joe Bini, Maya Hawke ; musica : Ernst Reijseger ; produzione: Creative Differences ; origine: Usa, Francia 2010 ; durata : 90‘.
