Big Hero 6

Accendete il cervello, guardate da un’altra prospettiva. Una soluzione facile, alla portata di tutti, basta avere pazienza e lucidità, non perdere la calma e agire trasformando la difficoltà in virtù. Facile a dirsi, meno a farsi nella vita ma in Big Hero 6, lo scoppiettante film dei Disney Animation Studios (gli stessi di Frozen – Il Regno di Ghiaccio e Ralph Spaccatutto) per questo Natale, diventa metodo salvifico nelle situazioni più estreme. Tutti amano l’happy ending, si sa. Se è da supereroi meglio ancora.
Ma cominciamo dall’inizio. Un ragazzino dall’aria furbetta assiste a un bot-fight, un combattimento clandestino tra robot, illegale gioco d’azzardo in un futuro non troppo lontano nella città di San Fransokyo (divertente connubio architettonico tra le salite con vista su Golden Gate di San Francisco e la modernità avveniristica piena di grattacieli di Tokyo). Hiro, il giovane protagonista, stravince contro un enorme buzzurro malavitoso non abituato a perdere. Quando deve fuggire dalla rabbia dello sconfitto viene salvato dall’arrivo motorizzato di suo fratello Tadashi. Finiscono ugualmente in prigione. Hiro e suo fratello vengono tirati fuori con sollievo e arrabbiatura dalla zia Cass, loro tutrice legale e parente più prossima. Questo prologo ci informa: i ragazzi sono orfani dei genitori, sono dei giovani geni dell’informatica e sono molto legati tra loro. Quando Tadashi muore per cause accidentali, il piccolo Hiro approfondisce la conoscenza con Baymax, il robot gonfiabile extralarge di vinile gonfiabile, ideato dal fratello, per prendersi cura delle persone. Il loro rapporto scaturisce umorismo, risate, profondo senso di solidarietà.
Un racconto di formazione, ricco di battute allegre dovute all’assurdo connubio di un adolescente in crisi con un robot, denominato ufficialmente Operatore Sanitario Personale, la cui unica priorità è aiutare gli altri. Si accende appena qualcuno dice "ahi" e si introduce con la domanda: In una scala da uno a dieci... come valuti il tuo dolore? mentre sul suo ventre gonfio appare una finestra-monitor con dieci faccine dello smile raffiguranti vari livelli di sofferenza fisica. Il robot considera Hiro un suo paziente. All’inizio pensa che il ragazzo abbia bisogno di lui per attraversare la fase critica della pubertà. Ma poi si rende conto che sta cercando di superare la sofferenza provocata dalla perdita del fratello e quindi la sua missione diventa quella di guarire il suo cuore spezzato. Come prima cosa, secondo le regole del superamento del lutto nel suo hard-disck, convoca i migliori amici della scuola dei nerd di Tadashi: l’adrenalinica Go Go Tomago, il maniaco dell’ordine Wasabi No-Ginger, la maga della chimica Honey Lemon e il fanatico Fred. Questa la squadra scombinata che si viene a formare. Tra avventure prodigiose dal punto di vista della realizzazione tecnica, ne scaturisce una divertente parodia delle direzioni negative che potrebbe prendere l’uso della tecnologia nel mondo contemporaneo. Un immaginario visivo curioso: lo spazio sospeso del viaggio attraverso teletrasporto viene visualizzato come il contenuto di una di quelle lampade anni Settanta allucinatorie in cui la cera, una volta scaldata, produceva figure mobili di bolle, di stalattiti fluenti, un oceano di colori acidi e circolari avviluppanti.
Il film viaggia su più livelli, il viaggio dell’eroe e l"elaborazione del lutto, una fruizione del racconto da parte dei bambini e un piano più citazionista più indirizzato agli adulti: dalle note di "Eye of the tiger" dei Survivor, colonna sonora di Rocky III; il momento drammatico del distacco tra Hiro e Baymax richiama "La creazione di Adamo" di Michelangelo nella Cappella Sistina e altro ancora. Ispirato all’omonimo fumetto Marvel, Big Hero 6 arriverà nelle sale italiane il 18 dicembre 2014, anche in 3D.
(Big Hero 6); Regia: Don Hall e Chris Williams; sceneggiatura: Robert L. Baird., Daniel Gerson; musica: HenRy Jackman; produzione: Roy Conli, John Lassiter; distribuzione: The Walt Disney Company Italia; origine: USA, 2014; durata: 102’
