X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Cannes 2009 - Le père de mes enfants - Un certain regard

Pubblicato il 20 maggio 2009 da Giampiero Francesca


Cannes 2009 - Le père de mes enfants - Un certain regard

Una famiglia perfetta. Un lavoro perfetto. La vita di Grégoire Canvel è un quadro idilliaco. Impegnatissimo in città, sempre al telefono per chiudere contratti per la sua casa di produzione, e sereno in casa, con le figlie, che lo aspettano per giocare. Ma può bastare una piccola crepa per mandare in frantumi questo sogno. I debiti, la crisi, la fine. Un lento e implacabile declino quello di Le père de mes enfants di Mia Hansen-løve, che travolge l’intera famiglia, trascinandoli in una realtà dolorosa e desolante.

Il racconto di famiglia messo in scena da Mia Hansen-løve è, come spesso accade per il cinema francese, la narrazione di pathos e sentimenti. Quelli che legano i genitori ai propri figli, le mogli ai mariti, i fratelli alle sorelle. Emozioni belle, l’amore nel suo quotidiano rinnovamento, la gioia di ritrovarsi alla fine di una dura giornata, la felicità di semplici giornate in campagna. Ma anche la sensazione tremenda di scoprirsi, per la prima volta, soli, o confrontarsi, impresa improba, con il proprio decisivo fallimento. Le père de mes enfants dipinge, seguendo i gesti comuni della famiglia Canvel, questa vasta gamma di sentimenti. Quasi come fossero completamente inconciliabili, dolore e piacere, sofferenza e gioia vengono distribuite nel film in momenti separati e distinti. L’incipit e la prima metà della pellicola raccontano di un sogno quotidiano, di una realtà serena, di case in campagna e giochi spensierati. La seconda invece ha i colori cupi della crisi, il volto tirato di una madre vedova combattiva, il racconto di giornate vuote in una città ostile.

Presentato con grande enfasi e dedicato, in qualche modo, alle difficoltà che oggi più che mai affronta chi si occupa di produzione cinematografica il lavoro di Mia Hansen-løve non va però ristretto a questo singolo settore. Lo stress, la pressione, l’affaticamento del giorno d’oggi sono elementi che caratterizzano le vite di tutti. Davanti a tanta fatica non bastano più neanche gli affetti più sinceri, i veri amori, le passioni. La crisi, motore della pellicola, ha in realtà solo contribuito a far affiorare queste condizioni. I ritmi frenetici, sottolineanti da Mia Hansen-løve anche quando la situazione è tranquilla, l’obbligo di ottenere risultati, il doversi confrontare con realtà nuove, come i russi con cui contratta Grégoire, sono tutti elementi che concorrono al nostro comune decadimento fisico e morale. Seppur dunque non particolarmente innovativa ed efficace Le père de mes enfants ha il pregio di raccontare, con la semplice quotidianità, una condizione che affligge molto più che il mondo del cinema.


CAST & CREDITS

(Le père de mes enfants) Regia e sceneggiatura: Mia Hansen-løve; interpreti: Louis-Do de Lencquesaing (Grégoire Canvel), Chiara Caselli (Sylvia Canvel); produzione: LES FILMS PELLÉAS; origine: Francia; durata: 112’;


Enregistrer au format PDF