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Cannes 2009 - Politis, Adjectiv - Un certain regard

Pubblicato il 16 maggio 2009 da Giampiero Francesca


Cannes 2009 - Politis, Adjectiv - Un certain regard

Un poliziotto riceve l’incarico di pedinare, in una grigia e triste Bucarest, un ragazzino e i suoi due amici. I tre malviventi stanno commettendo un terribile reato: fumano spinelli in cortile. L’indomito poliziotto, durante questa pericolosa missione, viene però colto da un lacerante dubbio: è davvero così grave fumare cannabis? I suoi comandanti non han dubbi, la legge è legge. I giovani vanno arrestati.

Se ci si dovesse fermare in sala solo per l’incipit di Politis, Adjectiv di Corneliu Porumboiu si verrebbe probabilmente tratti in inganno. L’iniziale lento pedinamento di Cristi, il poliziotto incaricato di seguire gli studenti, fra le strade ed i palazzi di una cupa Bucatrest, farebbe pensare immediatamente ad un film dal severo realismo. Una di quelle pellicole che ti strazia con i colori spenti delle povere periferie, ti affligge con le storie malinconiche di reietti e disperati, ti lacera con i racconti di vissuti ai margini della nostra opulenta società. Una storia che nulla ha a che vedere con quella raccontata da Porumboiu. Politis, Adjectiv è, più probabilmente, un film grottesco. Seppur circondato infatti da una realtà triste, avvilente il racconto di Porumboiu è sempre pervaso da una vena di assurda ironia, incomprensibile non sense. Un gioco questo, fra intreccio e messa in scena, fra scrittura e regia che spesso disorienta e confonde. Emblematiche, da questo punto di vista, sono le scelte di Porumboiu per raccontare la quotidianità di Cristi. Ogni banale gesto del poliziotto, ogni pranzo, ogni cena, ogni pedinamento o lavoro in commissariato viene seguito dal regista con calcolata precisione, dilatando, con ferreo realismo, il tempo filmico fino a farlo coincidere con quello della narrazione. Eppure, in questo contesto, i dialoghi con la moglie, con i colleghi, con i suoi superiori, nella loro esser, quasi perennemente, privi di senso logico, creano un effetto straniante, che carica l’intra pellicola di un tono surreale e grottesco. Lo stesso titolo, Politis, Adjectiv, altro non è che il riferimento ad un dialogo fra Cristi e il suo commissario. Un dialogo, come molti altri all’interno del film, sul significato delle parole, sulla loro definizione, sulla grammatica e la sintassi della lingua rumena. Il tutto., sempre inserito in un contesto che nulla avrebbe a che vedere con tal argomento. Che sia lo conclusione di un litigio d’amore, uno scontro con i suoi superiori o un momento di crisi personale le definizioni di poliziotto, morale, legge divengono il principale argomento di conversazione. Un film che, proprio per questo, appare sfuggente e lascia allo spettatore più di una perplessità.

Grottesco, aggettivo.


CAST & CREDITS

(Politis, Adjectiv) Regia: Corneliu Porumboiu; sceneggiatura : Corneliu Porumboiu; fotografia: Marius Panduru; montaggio: Roxana Szel; interpreti: Dragos Bucur (Cristi), Vlad Ivanov (Anghelache), Ion Stoica (Nelu), Irina Saulescu (Anca); produzione: 42 km film; origine: Romania; durata: 115’


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