Cannes 2015 - Maryland - Un Certain Regard
"Saigon. Merda", bisbigliava Martin Sheen in apertura di Apocalypse Now, forse non solo il più grande film mai realizzato sulla guerra ma su come essa cambi per sempre chi vi prende parte. Quello che oggi chiamiamo il disturbo da stress post traumatico era già il protagonista di tanti film sul Vietnam, ed è tornato in voga nel cinema con l’ondata di guerre scatenate da Bush junior in Medio Oriente. Ma non era solo il disturbo post traumatico a tormentare i reduci, quanto - come ci insegnava bene Rambo - la reazione pavloviana alla violenza, alla paura ed alla tensione; l’impossibilità di adeguarsi alla vita in tempo di pace. _Splendidi film come La valle di Elah di Paul Haggis hanno esplorato in tempi recenti questo argomento. Eppure il problema non tocca solo le truppe americane, come dimostra Maryland di Alice Winocour , presentato in "Un Certain Regard" a questo festival di Cannes. Il protagonista del suo film, Vincent, è un militare francese di ritorno da una missione all’estero che verrà probabilmente esonerato dall’esercito proprio a causa dei traumi psicologici che la guerra gli ha causato. Così, lavora in privato nel servizio di sicurezza di un ricco e losco libanese, della cui bellissima moglie, Jessie (Diane Kruger) resta subito ipnotizzato. Ingaggiato per fare da guardia del corpo a lei ed al figlio nei due giorni che il marito è all’estero, si ritrova coinvolto in un’ulteriore spirale di violenza dovuta ai traffici segreti del suo datore di lavoro. L’originalità dell’approccio della regista francese sta nel ricostruire il travaglio interiore del soldato traumatizzato quasi esclusivamente attraverso la colonna sonora: la musica ma soprattutto i suoni, i rumori, che sono l’elemento che crea l’atmosfera di questo thriller psicologico, che lo scandisce e guida la nostra conoscenza del protagonista. Una scelta riuscita, anche se la trama ogni tanto si incaglia in delle soluzioni improbabili e poco credibili, come l’eccessiva freddezza di Jessie di fronte alle minacce alla sua vita è quella del figlio piccolo. Rimesso sotto pressione, Vincent ha l’efficienza omicida del Viggo Mortensen di A History of Violence, ma c’è anche spazio per l’ironia che scaturisce dalla forzata prossimità di due individui, Jessie ed il reduce, provenienti da mondi lontanissimi.
(Maryland) Regia: Alice Winocour; fotografia: George Lechaptois; montaggio: Julien Lacheray ; interpreti: Matthias Schoenaerts, Diane Kruger, Paul Hamy; produzione: Darius Films, Dharamsala, France 3 ; origine: Francia; durata: 101’.