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Personal shopper

Pubblicato il 13 aprile 2017 da Fabiana Sargentini
VOTO:


Personal shopper

Se esiste davvero un mondo in cui nessuno strabuzza gli occhi allibito a sentir parlare di fantasmi, anime, presenze sovrannaturali che vomitano ectoplasmi, Olivier Assayas ha vinto la partita.
Con un titolo che gioca a portare totalmente fuori strada, il regista di Rendez-vous (1985), Irma vep (1996), Après mai (2012), Sils Maria (2014) ci propina una storia che non sta né in cielo né in terra, carica di topoi che vorrebbero essere simbolici, i gemelli, le sedute spiritiche dei primi del Novecento, la svedese pittrice esoterica Hilma Af Klimt, l’ambiguità insita in ognuno di noi. Da Hitchcok a Ghostbuster (Ivan Reitman, 1984) passando per Sophie Kinsella di I love shopping (pubblicato nel 2000, uno dei più celebri esemplari della categoria chick lit, letteralmente: letteratura per pollastre). Kristen Stewart, alla quale i registi hanno evidentemente difficoltà a staccare lo stampino del primo ruolo fantasy che ha interpretato - Bella in Twilight - è Maureen, fresca orfana del gemello Lewis col quale condivideva una malformazione cardiaca che ha portato il ragazzo a morire giovanissimo (sorte che non si esclude possa capitare anche a lei). Di lavoro, annoiata, ritira e sceglie vestiti per Keyra, una diva del mondo della moda, gestisce budget elevatissimi, viaggia tra Parigi Milano e Londra, anche in giornata, è perennemente attaccata al suo smartphone come, forse, tutti i giovani contemporanei (e non solo giovani). Per dono è una medium: nella prima scena viene condotta da una bionda (che capiremo successivamente essere la vedova del fratello) in una grande villa abbandonata dove la ragazza passa la notte al buio in attesa di percepire la presenza del fratello per dargli un ultimo saluto.
Ghost story, De Palma, Vertigo, Henry James ed Edgar Allan Poe, cinema che si cita, si prende sul serio e si arrotola su se stesso, tensione che sale, tiene il filo sospeso, l’equilibrista tentenna, le ali sbattono contro il muro, la falena muore, i media imperano. Molta carne al fuoco per un esperimento cinematografico dall’anima fragile, i dialoghi rischiano spesso di far emergere un sorriso al posto di una seria e accigliata partecipazione, gli effetti speciali - rumori vapori odori - raddoppiano il senso di realtà spostando la credibilità di svariati centimetri verso il dirupo dell’ovvio. Il centro della trama non si trova, thriller psicologico, dramma familiare, sdoppiamento della personalità, diavolo e oltretomba, reale non reale, verità o finzione. Anche davanti alla morte non si riesce a partecipare, tutto è congelato dal freddo dell’aldilà, chi sia il colpevole appare irrilevante, la notte porta alla luce, l’alba in Oman dovrà pure arrivare. E invece no. (Premio ex aequo alla regia ad Olivier Assayas).


CAST & CREDITS

(Personal shopper); Regia: Olivier Assayas; sceneggiatura: Olivier Assayas; fotografia: Yorick Lesaux; montaggio: Marion Monnier; interpreti: Kristen Stewart, Lars Eidinger, Sigrid Bouaziz, Nora Von Walstätten; produzione: CG cinema; distribuzione: Les films du Losange; origine: Francia, 2016; durata: 110’.


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