Captain America: The Winter Soldier

La vita dei vendicatori, degli Avengers, sul grande (e piccolo) schermo si sta trasformando, di capitolo in capitolo, in una grande epopea. Le potenzialità dell’universo della Marvel, il numero enorme di spunti, trame, personaggi e idee era infatti una materia che Hollywood non poteva ignorare. Sin dal primo film, Iron Man (2008), il progetto era infatti quello di creare una serie di pellicole sui singoli personaggi per poterli poi incrociare attraverso dei crossover. Un progetto che trova in Captain America: The Winter Soldier un esempio perfetto di questa strategia. La pellicola diretta dai fratelli Russo, pur mantenendo un’unità interna, rappresenta l’ennesimo tassello fondamentale per condurre il racconto verso il secondo film dei supereroi riuniti, Avengers: Age of Ultron.
All’interno dell’epopea cinematografica degli Avengers la prima pellicola dedicata al super soldato Steven "Steve" Rogers aveva rappresentato (forse insieme a L’incredibile Hulk) una piccola voce fuori dal coro. Al di là delle scelte stilistiche, che pure apparivano meno omogenee degli altri capitoli della serie, la presenza di un forte richiamo ai valori americani, mostrati con accesa retorica, appariva una novità rispetto alle altre pellicole, decisamente più leggere. Il lavoro di Joe Johnston, regista di Captain America - Il primo vendicatore (2011), non poteva infatti prescindere dalle caratteristiche proprie di Capitan America, per sua natura portatore sulla pelle di una così profonda americanità. Ma una volta raccontate le origini, la nascita e le prime battaglie del supereroe il racconto poteva essere riallineato con quello degli altri Vendicatori. Così i grandi temi e la retorica del primo capitolo vengono quasi completamente abbandonati in questo Captain America: the winter soldier, opera perfettamente in linea con le altre della serie. Il compito era probabilmente quello di costruire un divertente e roboante giocattolo, più vicino agli Iron Man che al primo Captain America. Compito perfettamente assolto. Sembra così rientrare nelle fila della serialità anche il primo Vendicatore la cui regia appare, non casualmente, affidata a due registi prettamente televisivi. Il curriculum di fratelli Russo infatti è ricco di successi del piccolo schermo (Community, Happy Endings, Arrested development) ma sostanzialmente privo di esperienze cinematografiche.
Al di là dei singoli capitoli della saga è però forse nell’intuizione di Avi Arad, CEO dei Marvel studios, la forza degli Avengers. Creare una serie di pellicole abilmente collegate, con continui set in e pay off, rimandi e citazioni ha infatti riprodotto quei meccanismi di fidelizzazione tipici della televisione (e degli stessi fumetti). Il miglior esempio del successo di questa strategia è l’attesa delle post-credits scene che tiene legati gli spettatori anche oltre i titoli di coda. Contrariamente a quanto accade per gli altri film il pubblico dei film della Marvel aspetta lo scorrere di tutti i credits al solo scopo di conoscere le immagini che chiudono ogni singolo capitolo e che contengono indizi e informazioni sulle opere successive. La vita dei vendicatori, a guardare i dati ai botteghini e la passione del pubblico, sembra avere ancora un lungo avvenire.
Regia: Anthony Russo, Joe Russo; Sceneggiatura: Christopher Markus, Stephen McFeely; Fotografia:Trent Opaloch; Montaggio: Jeffrey Ford; Interpreti: Chris Evans, Scarlett Johansson, Sebastian Stan, Cobie Smulders, Anthony Mackie, Samuel L. Jackson, Robert Redford, Dominic Cooper, Emily VanCamp; Produzione: Marvel Studios, Sony Pictures Imageworks; durata: 136’
